Un nuovo giorno mi aspettava. il chiarore del sole trapassava il vetro della finestra di camera mia e risplendeva contro le tende ambrate.
Erano le 5:45 e devo prepararmi per andare a lavoro, sono una psicologa, amo il mio lavoro. Sono una persona che adora aiutare gli altri, mi piace risolvere i problemi di qualcun'altro.
Dopo cinque anni di Liceo delle scienze umane mi recai all'università a studiare psicologia per alcuni anni.
Strofinandomi gli occhi con le mani andai verso il bagno lavandomi il viso e i denti.
Mi rilassai solo qualche minuto bevendo una tazzina di caffè. Quel momento per me era un momento di relax, nessuno poteva interferire con me, il mio caffè e i miei pensieri confusi.
Mi vesto e mi trucco, e ho giusto il tempo per lasciare la colazione in tavola per i miei figli, due adolescenti, una di 13 e una di 15. Hanno la camera tappezzata di poster di non so quale artista, e vogliono disperatamente andare ad un concerto, ma è troppo costoso per il momento.
Prendo le chiavi ed esco di casa e mi reco a lavoro con la mia auto, dopo cinque minuti arrivai a lavoro.
E iniziai a preparare tutto quello che c'era da preparare.
Quel giorno venne da me solo una paziente, era giovane e soffriva di bulimia, inutile dire che ho provato ad aiutarla, ho fatto del mio meglio, ma è andata via con la stessa espressione di quando è entrata, e non so cosa fare se non seguirla più volte.
Fra una macedonia di frutta e qualche appunto la giornata terminó.
Erano le 18:00 e stavo uscendo dalla porta dello studio.
Nell'attesa di una volta suonato il campanello a casa mia sciolsi lo chignon basso che avevo fatto il mattino districando i capelli con le mani.
Aprì la porta mia figlia minore che aveva il suo cellulare in mano, come al solito. Non amavo sgridare le mie figlie perchè erano molto tempo a contatto con la tecnologia, infondo ci ero passata anche io, sgridata quasi sempre da mio padre perchè ero sempre con il cellulare in mano e delle cuffie nelle orecchie.
Una volta entrata in casa, mi buttai sul letto e restai a riposarmi per una mezz'oretta, accavallando i ricordi passati, c'era qualcosa, qualcosa che volevo, ma non riuscivo a ricordare, ed ero convinta che per me quella cosa era importante.
Visto che il mio compagno mi lasció appena rimasi incinta della mia figlia di 13 anni, restai nella casa in cui ero nata, e tutto quello che avevo posseduto era nella soffitta.
Ma certo, la soffitta, il posto più adatto per andare a cercare qualche informazione su quei ricordi.
Molto in fretta misi una tuta comoda da casa e andai a passo veloce verso le scale, quasi inciampando contro un contenitore che era finito lì non si sa come.
Il pavimento era di cemento, non vi erano mattonelle, e le pareti erano rivestite di mattoni. Appena entrata in quel posto buio, l'odore di polvere e di chiuso prese possesso del mio naso.
Ho acceso la lucina che avevo in mano, tutto era inpolverato, e coperto da lenzuoli bianchi, tutto aveva l'aspetto di una casa di spettri.
Mi ricordai a stento che mio padre aveva diviso gli angoli della soffitta in due, per me e mia sorella, con la quale non parlavo da mesi, a causa di un litigio.
Esplorai con calma ogni centimetro di quel posto chiuso, ma nulla, non trovai niente.
Una volta rassegnata andai verso un armadio, coperto anche esso da un lenzuolo bianco pieno di polvere, lo sollevai e notai che su di esso c'era un cartellino bianco con scritto 'cara me del futuro, se mi trovi, spero tu ricorderai cosa c'è qui dentro. -La te di 14 anni.'
Okay, cosa poteva significare quel cartellino? Io non ricordo di aver fatto quello, come era possibile?
Mi feci coraggio e girai la chiave che era inserita già nella serratura, una nube di polvere si alzó, provocandomi 3/4 colpi di tosse.
Quell'armadio era uno grande, color panna, forse quello che avevo in camera mia. Dentro era tappezzato da posters.
Il nome di queste persone era scritto solo su alcuni
'Harry Styles'
'Louis Tomlinson'
'Liam Payne'
'Zayn Malik'
'Niall Horan'
'One Direction'
Quando ho letto questi nomi, c'era qualcosa dentro di me che mi bloccava il respiro, mi veniva voglia di urlare, di piangere, ora ricordo, la mia adolescenza fu accompagnata da loro, erano una band, non una di quelle semplici, una di quelle che ti salvava.
Questo armadio conteneva anche cd, dvd, quaderni, cartelloni, libri, profumi, un biglietto, ed una foto.
Mi saltó agli occhi quel biglietto, grande, giallo, con scritta una data, e su il nome 'one direction' ero stata al concerto, adesso ricordo tutto.
Aspettai anni prima di quel momento, se la mia mente me la diceva giusta, me lo regaló mia madre per il 14esimo compleanno.
In quel momento la mia testa andó completamente all'indietro, i ricordi prendevano possesso di me.
*ricordo*
Sto passando un compleanno bellissimo, è stupendo passarlo con i propri amici, e i propri parenti, mi fa davvero stare bene.
Uh, arriva la torta.
Una piccola torta rotonda veniva verso di me. Aveva qualcosa di strano,
Una busta era sopra di essa.
Curiosa, aprì quella busta, e vidi un biglietto, cominciai a piangere, quasi ad urlare e corsi ad abbracciare i miei genitori, ringraziandoli per quello che mi avevano regalato, il mio sogno stava per realizzarsi. Per qualcuno poteva sembrare un semplice pezzo di carta, per me era la vittoria di una battaglia che credevo di perdere.
*il giorno del concerto* *ricordo*
La strada in auto era molto lunga, arrivare fino a Roma non era un impresa, ma sembrava non finire più il tempo.
Arrivata davanti allo stadio, c'erano migliaia di persone, chi piangeva, chi faceva il free hugs, chi faceva foto, chi parlava al telefono, chi faceva vlogs, chi si scriveva sulle braccia, e chi rimaneva senza parole. Tutti erano fuori, compresa me, ed una mia amica, ci eravamo promesse fin dall'inizio che saremo andate insieme, ed è stato così. La tensione saliva, stavamo per entrare, eravamo così in ansia che pensavamo ci scoppiasse il cuore, era tutto così magico, era tutto un sogno, il mio sogno, che finalmente diventava realtà.
Il ragazzo prese il biglietto, ne strappó la parte tratteggiata e mi lasció entrare, stavo camminando dove loro anche lo avevano fatto, eravamo sotto lo stesso tetto, non potevo crederci.
Il sogno di una vita stava diventando realtà, si stava realizzando davvero.
Tutto passó in un secondo, le canzoni, loro che parlavano, io che scleravo con la mia amica, tutto passó più veloce della luce, uscendo dallo stadio con le lacrime agli occhi, riuscimmo ad intravedere qualcuno che usciva fuori dallo stadio e veniva verso di noi.
'HARRY' urlai
Era lui.
C'erano anche louis, niall e liam.
Non so come, ma riuscì a correre talmente veloce che riuscì piangendo a farmi una foto con loro, non mi sembrava vero, nulla mi sembrava vero.
*realtà*
A quei pensieri non riuscì a trattenere le lacrime, che iniziarono a bagnare il mio viso.
Davvero avevo realizzato il mio sogno?
Infondo, c'era una scatola, scatola di scarpe, dalle dimensioni. Era tutta arancione, e c'erano attaccate con lo scotch delle foto dei ragazzi.
Aperta, trovai migliaia di frasi scritte su carta, foto e altre cose simili, tutte dedicate a loro, compreso un quadernino.
Era tutto verde, con scritto sopra :
'Afire love, una fan fiction larry.'
Una fan fiction?
Aprendo il libricino ho letto 'capitolo 1/2/3....'
E capì che era un libro, più o meno..
Era una storia su 'larry stylinson (?)'
Cosa è 'larry stylinson'?!
Capì tutto grazie ad una foto di Harry Styles e Louis Tomlinson mentre si tenevano per mano.
Quindi, era una storia che raccontava di Harry e Louis insieme. Aah, ora ricordo!
Sfogliai il quadernino e lo portai di sotto stringendomelo al petto.
Lo avrei letto.
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Heeei ci ho messo molto tempo a scrivere questo capitolo...
Spero vi piaccia, mettete una stellina se è così, e se volete lasciate un commento.
Iniziamo a conosceri un po':
Come vi chiamate voi?💕
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Afire Love, Larry Stylinson
FanficUna delle tante passioni che aveva era la musica. 'Useró il mio braccio come violino e la lametta come archetto.' Disse Harry senza pensarci. Il liscio che era di fronte a lui si fiondó sul riccio che ora teneva un arnese tagliente in mano abbraccia...