capitolo 3

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Lo guardavo con così tanto interesse da non rendermi conto che la ragazza accanto a me stava rivolgendomi la parola, mi girai di scatto per chiederle di ripetere "perdonami, non ho capito, cosa hai detto?" il suo sguardo era molto curioso e mi rispose con un certo sorrisetto " ciao, il mio nome è Giorgia, siamo in classe insieme" imbarazzata per non essermene resa conto le dissi "ciao Giorgia, io sono Irene, come va?"[...]

Andammo avanti per ore a parlare su cosa ci piacesse fare nel tempo libero, ci scambiammo i numeri di telefono e ci facemmo alcune foto insieme finchè ad un certo punto notai due enormi occhi marroni fissi su di me, e qualche centimetro più in giù un bellissimo sorriso così splendente e bello da lasciarmi senza fiato.

Francesco mi guardava con un misto di interesse e giudizio e una punta di divertimento, avrei passato tutta la mia esistenza a guardare quel viso talmente perfetto. "ciao, io sono Francesco e tu?" "mi chiamo Irene, piacere.""ciao Irene, beh...wow, voglio assolutamente il tuo numero di telefono, devo conoscerti. Sei cosi bella."

Detto questo mi sorrise e se ne andò. Passai il resto della settimana a ripensare a quel momento, mi perdevo ogni volta nel ricordo di quei bellissimi occhi marroni.

Forse è questo il problema di noi adolescenti: ingigantiamo tutto. Tendiamo a credere ad ogni cosa e non riusciamo a fare a meno di farci filmini mentali, arriviamo perfino a credere al fatto che questi sogni possano avverarsi .

Siamo così attaccanti all'essere guardati da dimenticare chi siamo veramente e cambiamo dall'essere noi stessi a diventare fumatori di erba o tabacco, autolesioniste a caso solo perché la mamma non ha voluto comprarvi la gonna che tanto volevate, troiette che vanno in giro mezze nude, ragazzi che si ubriacano e fanno a gara a chi ferisce più ragazze, siete, siamo il degrado.

Non abbiamo un contegno e non ce ne pentiamo neanche.


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