A Claci,
bravissima nel ballo e
nel Giapponese, una splendida ragazza che ho conosciuto
appena un anno fa ma con cui mi trovo benissimo e a cui voglio un mondo di bene.
Spero che il mio regalo di
compleanno ti piaccia,
Saranghaeyo~Cammino per il corridoio nell'intento di arrivare al mio armadietto per poter prendere i libri e andarmene finalmente al dormitorio.
Svolto a destra e il mio incubo peggiore si materializza proprio davanti al mio armadietto.
È lui. Di nuovo.
Rin Hee trattieniti.
È un po' di giorni che mi gira intorno ed ovunque vada me lo ritrovo davanti.
Non lo sopporto proprio, e dire che io sono una delle persone più pazienti su questo pianeta, ma lui, lui propio mi fa arrivare al limite.
Sapete cosa odio?
La gente come lui, Park Jimin.
Non sanno che fare, quindi rompono i coglioni a chi sta nel suo e non fa mai nulla.
Ma no, oggi giorno non esiste più il concetto "fatti i cazzi tuoi".
Sbuffo sonoramente roteando gli occhi.
«Cosa vuoi?» dico fredda aprendo l'anta dell'armadietto incominciando a prendere il materiale che sta nel suo interno.
Il moro appoggia una spalla sull'armadietto affianco ed incrocia le braccia osservandomi da capo a piedi.
«Non sapevo esistesse gente come te» risponde ammiccando ad un sorriso strafottente.
«Ma guarda un po', pensavo la stessa cosa di te» chiudo l'anta dell'armadietto con un certo nervosismo.
«Yah! Dovresti essere grata di avere gente come me sul tuo stesso pianeta» mi risponde a tono.
«E a quale pro scusa? Quello di avere sempre in torno rompi coglioni che non conoscono il significato della frase "fatti i cazzi tuoi"? No, grazie» sorrido falsamente.
«Quindi io sarei un "rompi coglioni che non conosce il significato della frase fatti i cazzi tuoi"?» si avvicina pericolosamente mentre pronuncia quelle parole con voce roca.
Deglutisco rumorosamente.
«Non ti fai mai gli affari tuoi, sai praticamente tutto di me, mentre io so solo come ti chiami» sibilo a denti stretti.
Mi sta facendo alterare.
«Ti dirò tutto su di me se è questo che vuoi» osservo la sua mano destra appoggiarsi con violenza sugli armadietti alla mia sinistra.
«Pff, per quale motivo dovrebbe importarmi di te» prendo il mio zaino e gli do le spalle incominciando a camminare nella direzione opposta a lui.
«Ho sentito una voce su di te, è vera?» lo sento alle mie spalle.
Mi blocco smettendo di camminare.
«Quale voce...?» dico sempre girata.
Ride compiaciuto.
Eh no brutto bastardo, ora mi dici tutto.
Mi giro e a passo felpato torno da lui.
«Ho detto "quale voce?"» gli punto un dito al petto.
Lui osserva il mio indice e poi lo abbassa tornando a guardarmi negli occhi.
«Ho sentito che sei molto dotata...» si lecca il labbro inferiore con fare sensuale.
Un sorriso mi si stampa in faccia.
Ho sempre saputo di essere brava a letto, non perché lo dico io, ma perché lo dicono tutti i ragazzi con cui ci sono stata.
«Di certo molto più di te» sorrido tirandogli una guancia per dispetto.
«Yah! Che ne sai tu...» mi leva la mano dal suo viso.
Lo guardo negli occhi.
«Dovresti testarmi per dirlo» sussurra avvicinandosi nuovamente.
Le nostre labbra si sfiorano e i nostri respiri si mescolano l'uno con l'altro.
Jimin mi fa l'occhiolino per poi superarmi e andarsene.
Rimango immobile nella stessa identica posizione.
Che conversazione è mai stata questa.
Sbatto più volte le palpebre riprendendomi.
Io e Jimin troppo vicini...
No. Mai nella vita.
Scuoto la testa per scacciare quei pensieri orribili.
Ho bisogno di aria.
Esco dalla scuola e un'ondata di vento fresco mi invade il viso facendomi rabbrividire leggermente.
Mi incammino verso gli alloggi degli studenti.
Tengo lo sguardo fisso sui miei piedi senza rendermi conto di ciò che mi accade intorno.
«Rin Hee!» mi sento chiamare.
Alzo lo sguardo e vedo Ha Gi che mi sta correndo in contro.
Lei si che è pazza.
È quel tipo di ragazza che fa quello che le pare senza dare troppa importanza a ciò che pensano le persone.
La invidio, perché ho sempre voluto essere determinata come lei, ma non sono mai stata quel tipo di persona.
Noto che dietro di lei c'è Jin, il suo ragazzo da ormai quasi un anno.
Alto, fisicato, bello, ma soprattutto, a parere di Ha Gi, ha delle spalle così larghe e squadrate che farebbero arrappare pure un elefante.
«Hey Rin Hee» mi saluta a sua volta il ragazzo con un gesto della mano.
«Abbiamo, anzi, hai un problema» mi appoggia le mani sulle spalle la mora.
Corruccio la fronte confusa.
«Ovvero?» chiedo perplessa.
«Lay»
Alla pronuncia di quel nome un nodo in gola mi si forma senza preavviso.
Deglutisco più e più volte cercando di liberarmi la gola, ma sembra non funzionare.
Lay è il mio ex ragazzo, in realtà si chiama Yixing, però preferisce essere chiamato Lay.
Solo brutti ricordi mi pervadono la testa.
Strizzo gli occhi per non pensare al passato.
«Rin Hee, stai bene...?» mi chiede Jin preoccupato.
Annuisco leggermente.
Basta. Lay è il passato, devo pensare al presente.
«Comunque, Lay vuole parlarti» continua Ha Gi.
No.
«Non ci penso neanche a parlare con lui» riprendo a camminare fiancheggiata dai due fidanzati.
«Ma potreste chiarire e tornare insieme» insiste Jin.
Ha Gi e Jin sono molto amici di Yixing, per questo cercano di farci riconciliare in tutti i modi.
«Ho detto di no, io con Lay ho chiuso» rispondo dicendolo più a me che a loro.
Lo so, non l'ho ancora dimenticato e me ne rendo conto.
Mi ricordo benissimo quel giorno: ero a casa sua perché i suoi genitori erano usciti per due giorni e così mi aveva invitata a casa.
Lui era in salotto, così io decisi di andare in camera sua per fargli una sorpresa.
Peccato che abbia trovato degli slip non miei nel suo letto, sotto il cuscino.
Mi ricordo che stavo andando in crisi, infatti quando sono tornata in salotto ho incominciato a urlargli contro facendogli vedere le mutande che avevo trovato.
Negava, negava tutto, fino a quando ha confessato di aver avuto una scappatella con una ragazza, la proprietaria degli slip.
Il mondo mi cadde addosso quel giorno.
Per questo non lo voglio più vedere.
«Dai, andiamo al dormitorio» concludo mettendomi le mani in tasca.
Dopo 10 minuti finalmente arrivo in camera mia.
Chiudo la porta alle mie spalle e subito dopo mi butto sul letto sfinita.
Uffa. Che noia.
«Non si usa più salutare eh?»
Lei è Chan Hee, mia sorella gemella.
Sì, siamo compagne di stanza.
«Annyeonghaseyo» sorrido falsamente a mia sorella.
«Mmh, meglio» si avvicina a me e mi si siede affianco.
«Che hai ora...» sospira rassegnata al fatto che ogni giorno io abbia qualcosa.
La osservo.
«Nulla, sono solo stanca» mento.
«Si, ed io sono fidanzata con Suga» mi risponde con tono sarcastico.
Suga è il ragazzo che manda letteralmente in tilt Chan Hee.
Lei si ostina a dire il contrario, ma in fondo sono sicura che prova qualcosa per lui.
Sono come cane e gatto.
Tutti e due con un carattere forte e quindi di conseguenza troppo orgogliosi per ammettere i propri sentimenti.
Insomma, come si dice? Chi si odia si ama...
Mi alzo infastidita e vado in bagno.
Chiudo la porta ed incomincio a spogliarmi.
Il telefono, vicino al lavandino, inizia a squillare.
Mi avvicino e lo prendo tra le mani.
"Lay"
Schiaccio il tasto per rifiutare la chiamata e rimetto il cellulare dov'era prima.
Seleziono il silenzioso in modo da non essere più disturbata da gente indesiderata.
Accendo L'acqua, la regolo ed entro rilassando i muscoli tesi per il troppo stress, dal ticchettio delle gocce sul mio corpo.
Passano si e no 20 minuti prima che esca dalla doccia.
Mi asciugo con una salvietta e poi mi vesto con gli indumenti che avevo portato in bagno precedentemente.
Riprendo il telefono: 12 chiamate perse da Lay.
Sbuffo.
Non ci credo.
Non è difficile da capire: non ti voglio parlare punto.
Esco dal bagno ancora con i capelli bagnati coperti solo da una salvietta.
«Quanto cazzo ci hai messo?! Guarda che anche io vorrei andare a cena» mi si avvicina Chan Hee.
«Mianhae» accenno assente.
Finisco di asciugarmi i capelli e mi avvio in mensa.
Cammino per i fatti miei, fino a quando una sagoma mi si avvicina ed inizia a camminare affianco a me.
Alzo lo sguardo confusa ed incontro i suoi occhi castani.
«Jimin?»
«Eh? Si così mi chiamano» dice stampandosi un sorrisetto malizioso in faccia.
Idiota.
Scuoto la testa disperata.
È un caso perso.
«Ascolta, mi dispiace per...Lay...» incomincia a parlare il moro.
«Lascia stare, non c'è bisogno che tu faccia il dispiaciuto» rispondo senza guardarlo in faccia.
Abbassa lo sguardo.
Arriviamo in mensa e, dopo aver preso i vassoi con il cibo, ci sediamo al primo tavolo libero.
Lo guardo.
Mi guarda.
«Da quando tu ti siedi al mio stesso tavolo?» chiedo perplessa.
«Guardati in giro, è l'unico tavolo libero» risponde scocciato.
In effetti ha ragione.
Passano svariati minuti di silenzio alquanto imbarazzanti.
«Quindi dovrei testarti...» sussurro pensando a voce alta.
Il moro ride.
Merda...devo imparare a controllare la voce.
«Se sei così brava come dicono dovresti darmi lezioni di sesso...» schiocca la lingua sul palato.
Ma che cazz...
Arrossisco in volto.
Cosa vorrebbe dire con questo scusa?
«Ragazzi fateci posto!»
Questo è Jungkook.
Infatti il ragazzo non tarda ad arrivare, seguito da Hye Sun.
I due sono migliori amici, chissà se nascerà mai qualcosa.
A me sembra che lui abbia una certa attrazione verso di lei...
Jungkook e Hye Sun si siedono vicino a me con i loro vassoi.
«Quanta tensione, che è successo qui?» domanda sarcastico il ragazzo.
«E perché siete nello stesso tavolo?» aggiunge.
«Ma lasciali in pace» ride Hye Sun tirando un pizzicotto sul braccio del ragazzo.
«Yah!» si lamenta lui, poi incomincia a ridere e a fare il solletico a Hye Sun.
«Hajima! Hajima!» urla la ragazza in preda alle risate causate dal solletico.
Jungkook si ferma mollando la presa dai suoi fianchi.
Sposto lo sguardo su Jimin che è seduto difronte a me.
Forse non scherzava quando ha detto che dovrei dargli lezioni di sesso.
Sarebbe anche un modo per dimenticare Lay...
Ma che sto dicendo?!
Rin Hee ripigliati per favore!
Il mio cervello sta incominciando a perdere colpi.
Mi volto verso i due ragazzi affianco a me.
Jungkook sta facendo il vecchio trucco dello sbadiglio.
Hye Sun non se ne accorge perché è troppo presa dal cibo.
Una risata mi scappa incontrollata.
Fortunatamente nessuno se ne accorge.
Jimin mi osserva perplesso.
Okey lui mi ha sentita.
«Che hai da ridere?» dice a bassa voce.
Indico con lo sguardo il moro affianco a me.
Jimin segue il mio sguardo e, dopo aver realizzato la scena, incomincia a ridere ad alta voce facendo girare sia Hye Sun che Jungkook, il quale ritrae velocemente il braccio.
«Che succede?» chiede la ragazza inconsapevole della situazione.
«No no, nulla» ride sotto i baffi Jimin.
Lo guarda confusa.
Stop!
Per quale arcano motivo oggi sono con lui? E perché non ci sto litigando?
Oh mio dio i miracoli esistono.
Noto Jimin che si alza con il vassoio vuoto intento ad andare a posarlo negli scaffali.
Prendo il tovagliolo per pulirmi la bocca, e nel mentre lo faccio la forchetta che stava sopra cade a terra facendo un rumore abbastanza fastidioso.
Mi abbasso per prenderla, quando qualcuno mi precede.
Una mano più lesta della mia prende la forchetta.
Alzo lo sguardo e incontro la figura di Jimin.
«Domani, alle 22:00 in camera mia» sussurra il ragazzo.
Si rialza da terra e posa la forchetta sul mio vassoio.
Lo osservo mentre si allontana.
Non lo sopporto, è un idiota.
Perché perdo tempo con lui?
E poi cosa vuol dire la frase che mi ha appena detto? Bah...
«Rin Hee, dov'è tua sorella?» mi chiede all'improvviso Hye Sun.
Mi volto verso la ragazza.
«Non ne ho idea» rispondo cominciando a pensare che effettivamente dovrebbe essere già scesa in mensa.
Finiamo di mangiare e andiamo a posare i vassoi.
«Secondo me è con Suga» afferma Jungkook.
«Staranno litigando» continua Hye Sun.
Sorrido a quella affermazione.
Usciamo dalla mensa e, dopo esserci salutati, ognuno di noi si dirige alle proprie camere.
Arrivo davanti alla porta della mia, la apro e mi ritrovo davanti Suga.
«Che stai facendo in camera mia?»
Chiedo indicando l'interno della stanza.
«I-io, ehm, sono venuto a restituire una cosa a C-Chan Hee...» risponde grattandosi la nuca evidentemente in imbarazzo.
«Fuori.» dico.
Il ragazzo non se lo fa dire una seconda volta ed esce dalla camera senza troppe esitazioni.
Ora mia sorella mi sente.
Entro e sbatto la porta con violenza.
«Devi dirmi qualcosa?» incrocio le braccia.
Osservo attentamente la stanza in cerca di qualche indizio da rinfacciarle.
«Io? Nulla.» risponde come se niente fosse.
Il mio sguardo si sofferma sull'intimo femminile sul letto di mia sorella.
Solo adesso mi accorgo che è coperta solamente da una maglietta.
È abbastanza lunga da coprirla fino a metà coscia.
«E questo?» le chiedo indicando il reggiseno e le mutande sul suo lenzuolo.
La mora sbuffa evidentemente scocciata dal mio atteggiamento.
«Senti, stavo sistemando il mio intimo, ad un certo punto è entrato Yoongi con in mano la mia collana che non trovavo da una settimana. Mi sono incazzata perché me l'aveva presa lui e così abbiamo incominciato a litigare.» spiega.
«E come ci sei finita a stare solo con una maglia addosso?» domando.
«Siccome oggi non avevo fame e non sono venuta a cena mi sono messa direttamente in pigiama. Io uso una maglia per dormire, lo sai» risponde seccata.
No, non lo so.
«Non pensare cose strane, io non andrei mai a letto con Yoongi» dice marcando la parola "mai".
Suga odia essere chiamato con il suo vero nome che sarebbe appunto Yoongi.
Chan Hee lo chiama così apposta per farlo incazzare.
Sospiro lasciandomi cadere sul mio letto.
Ho sonno. Decisamente.
Chiudo gli occhi e la prima cosa che vedo è Jimin sdraiato su un letto.
Spalanco gli occhi.
«Aniyo! Aniyo! Anyioo!» urlo dandomi dei leggeri pugni in testa.
«Che hai?!» mi chiede spaventata mia sorella intenta a piegare le sue mutande e reggiseni.
Mugugno qualcosa di insensato prima di richiudere gli occhi.
Non mi sono nemmeno cambiata per andare a letto.
Mi alzo di malavoglia e vado in bagno a lavarmi i denti.
Dopo di che torno in camera e mi metto il pigiama.
Mi ributto sul letto.
Ora posso dormire.
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Sex Lessons
FanfictionRin Hee è una di quelle ragazze molto desiderate a scuola, bella, intelligente, ma soprattutto ha una qualità che attira un certo ragazzo, ovvero, purtroppo per lei, Park Jimin, il suo incubo peggiore. Si tratta del fatto che lei sia decisamente dot...