Struggle

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Agonia, lentissima agonia.
Ogni metro che ci separa è un grammo in più di inutile sofferenza.
La guardo mentre si muove leggera come l'aria, con indosso la mia camicia troppo grande per il suo corpo sottile, fasciato da un completino di pizzo nero.
Sorrido.
Chissà perché ho sempre pensato che portasse della semplice biancheria di cotone, forse si sarebbe intonata meglio al suo orsetto di peluche, finito da qualche parte a prendere polvere come la maggior parte dei suoi sogni da adolescente.
È una donna adesso. Bellissima e viva come non mai.
Beh, non tecnicamente, certo...
Su quel ponte è finita la sua prima vita, quella in cui ha avuto la sventura di incontrarci con tutto il bagaglio di drammi che io e mio fratello ci portiamo dietro da sempre, quella in cui ho avuto la sfrontatezza di entrare come un ladro, pronto a prendere tutto quello che non voleva darmi pur di trovare vendetta, e pace. Quella in cui ho perso la testa per lei dannandomi per sempre.
E sempre per un vampiro è un tempo estremamente lungo.
Elena sorride e si butta sul letto accanto a me, e mi accorgo che sto trattenendo il respiro mentre le mie mani si muovono su di lei accarezzandole la pelle.
Il ricordo di questa notte è ancora troppo vivo per impedire al mio corpo di reagire alle sue labbra poggiate sulle mie.
La voglio. Adesso. Ancora.
E sento una fitta di dolore che parte dallo stomaco e si irradia fino alla punta delle mie dita al pensiero che tutto possa svanire all'improvviso, ora che avverto il suo desiderio crescere mentre mi trattiene i fianchi con entrambe le mani, muovendosi insieme a me in preda all'urgenza di aversi.
Andiamo avanti così da ore, senza riuscire a fermarci, senza dormire, senza provare sete, senza neppure ricordarci chi siamo e perché è così dannatamente sbagliato volerci.
Abbiamo lasciato le nostre corazze davanti al camino ieri sera e siamo rimasti nudi l'uno di fronte all'altra per la prima volta. E non parlo affatto di vestiti, quello è venuto dopo, come conseguenza naturale di un bisogno che non abbiamo avuto la forza e la voglia di reprimere.
Urlo di piacere e di dolore,.
Lei affonda le unghie nelle mie spalle gemendo e per un attimo mi sento morire, per poi precipitare in un delizioso annebbiamento della mente che assomiglia davvero alla pace che ho cercato tutta la vita.
Cristo, sono fottutamente felice.

  ***  

Il mio corpo. Non ne avevo davvero coscienza fino ad oggi.
Sono fatta di pelle, di muscoli, di ossa, di sangue, di nervi, ed ogni più piccola parte di me è incredibilmente recettiva.
Riesco a sentire il ritmo accelerato del cuore che si dibatte dentro la mia piccola cassa toracica, l'elettricità che dalle mie palpebre passa alle caviglie, strette nelle sue mani, fino a tornare come una frusta alle labbra, mentre cerco la sua bocca.
Sento i muscoli che si contraggono dolcemente al tocco delle sue dita sulla mia schiena.
Scapole, collo, nuca, le intreccia tra i miei capelli e gemo.
Desidero le sue labbra, il suo abbandono, desidero il piacere che lui sa darmi.
Lo desidero disperatamente.
È così sbagliato?
Lo guardo sorridere e mi sento forte, così mi stendo sopra di lui sfidandolo.
Damon getta indietro la testa e rimane immobile a fissarmi.
Respira piano, poi allarga le braccia sul letto, senza sfiorarmi, in un gesto di resa.
Gli afferro i fianchi e mi muovo sopra di lui, lentamente, come se potessi resistere per sempre all'impulso di volerlo.
I miei capelli gli accarezzano il petto, lui continua a guardarmi senza muoversi di un millimetro.
Sento il mio desiderio crescere, fino a diventare un male fisico che mi fa urlare.
Senza togliere i suoi occhi da dentro i miei allaccia le sue braccia alla mia schiena e mi fa sdraiare sotto di sé.
Siamo perduti entrambi dal primo momento in cui ci siamo visti.
Perduti, perduti per sempre.

  ***  

Quanto ho sognato di poterla guardare così, stringerla così, e al diavolo tutti gli altri e la loro ipocrita morale da predicatori. Siamo vampiri, non chierichetti.
Ma soprattutto siamo ancora vivi, in qualche modo, e amiamo, sbagliamo, tradiamo e mentiamo per seguire il nostro desiderio, esattamente come ogni altro stupido e debole essere umano.
Altrimenti tanto varrebbe piantarci un bel paletto nel cuore e smettere di darci tanta pena.
Ma gli occhi di Elena sono il mio specchio. E in lei non vedo la mia mostruosità, né la mia inadeguatezza. Mi guarda come se fossi l'unico sulla faccia della terra.
E, Dio, vorrei disperatamente che non ci fosse più nessun altro.
Invece Stefan è ancora tra noi. Lui è ancora mio fratello, lei è ancora il suo grande amore, e io lo sto tradendo.
Dannazione, no, non ancora!
Per una volta, solo per un istante, voglio godermi la sensazione di essere finalmente al posto giusto nel mondo, accanto all'unica donna che mi abbia mai fatto sentire perfetto così come sono, stringendomi il cuore in un laccio da cui dipende la mia stessa sopravvivenza.
E' il mio momento adesso. Il nostro.
Voglio solo un giorno, un piccolo, insignificante egoistico giorno tutto per noi, per guardarci negli occhi e sapere che quello che proviamo è reale, che quello che voglio è quello che anche lei vuole. Prima di far entrare un altro po' di melodramma nelle nostre vite, dicendo a tutti la verità.
Diamine, perché non riesco a smettere di sorridere?
Tra poche ore l'universo si rovescerà su di noi con la sua intera carica di biasimo e disprezzo e tutto quello che riesco a pensare è a quando lei tornerà a casa da scuola e potremo ricominciare da dove ci siamo interrotti.
Adoro la sua aria da studentessa, e quel sorriso luminoso che la fa risplendere.
Non l'ho mai vista così viva prima d'ora, ed è quantomeno ironico che lo sia diventata proprio adesso.
Evidentemente la morte le fa benissimo...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 04, 2015 ⏰

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