Mi ero persa. Un attimo prima ero con i miei in un mercatino a gironzolare e ora... beh ora sono qua da sola, impietrita. Non era la mia città, eravamo la da due giorni per un breve periodo di vacanza,per questo non sapevo come ritrovare la strada.
"Mamma, mamma!"
"Papà, sono qua!"
Nulla, eppure non mi ero allontanata molto da potermi perdere.
Presi il cellulare dalla borsa e non trovai nessuna chiamata persa.
Non se ne saranno accorti, possibile?
Composi il numero, tu tu tuu. Niente. Suonava a vuoto.
Ripercorsi la strada all'indietro nella speranza di poterli avvistare. Tenevo sempre il cellulare in mano nella speranza richiamassero.Era da un'ora che giravo e nulla. Nemmeno un messaggio. Iniziai a pensare che forse la mia "perdita " non era stata casuale.
"Per quale motivo, avrebbero dovuto, quale?" Continuavo a disperarmi.
Mi sedetti su un marciapiede. Erano le undici di sera. Iniziai a farmi domande del tipo "che ne sarà di me?", "dove dormirò stanotte?".
L'unica cosa che mi restava era chiamare i nonni, raccontargli la situazione e farmi venire a prendere.
Mentre componevo il numero, in quel preciso istante, scorsi una famiglia. Ma non una famiglia qualsiasi. Una che conoscevo bene.
"Cosa ci fa quella qua?" Ecco. La voce della più antipatica delle persone esistenti su tutto l'universo.
Mentre il fratello le dava una pacca quasi a dirle "taci" si avvicinarono con il suo disprezzamento.
"Ciao Samantha, cosa fai qui tutta sola,dove sono i tuoi?" Domandò la madre. "chissà cosa le importa " pensai.
"Sono falsi" poi però mentre raccontai la mia situazione tra la gioia e le risate miste al finto dispiacere della figlia minore, la peggiore , pensai che l'unico problema era lei, non il resto della famiglia.Anzi, conoscevano molto bene i miei, erano... amici."Oh povera cara" disse il padre.
"Senti ora è tardi, abbiamo una casa in questa città, non è distante, per stanotte starai con noi" disse la madre.
Vidi Corinne, la figlia che tanto odiavo con la rabbia negli occhi, e mi venne da sorridere. In realtà non c'era un motivo ben preciso riguardo al nostro odio reciproco. Semplicemente era una di quelle "fighette'' smorfiose e antipatiche della scuola che si divertiva a fare la bulla coi piu piccoli. Io cercavo di difenderli e così le rendevo il gioco duro...beh ecco perché non ci tolleriamo.
Non c'era altra soluzione così accettai. "Grazie, davvero" dissi.
"È il minimo. Non sarei umana altrimenti "Eccoci a casa.
"Sistemati pure in camera con Corinne" disse la madre.
"Cosa? Perché con me, può stare benissimo con Sharon!"Sbottó lei.
"Corinne, non rendere ancora più complicata la situazione di quel che è, siete coetanee e andate nella stessa scuola, e giusto così" Spiegò lei.
"Mamma no" disse con un tono supplichevole.
"Jonathan, tira fuori l'altro letto" disse il padre al figlio maggiore.
"Grazie signora, me ne ricorderò. "
"Signora? Chiamami pure Katia, ah quasi me ne dimenticavo questo è un vecchio pigiama di Sharon, dovrebbe starti" rispose. Non riuscivo a credere che persone così brave e simpatiche avessero generato un mostro come Corinne.Entrai in camera senza fiatare.
"Sarai contenta suppongo, non fai altro che rovinarmi la vita"
"Non l'ho deciso io" risposi secca.
"Ti conviene non darmi fastidio"
"Sennò che fai? I tuoi mi vogliono bene, accettalo. "
"Basta finiscila" urló.
"Che diamine succede? " entrò di scatto Sharon
" Continua a mettermi i bastoni tra le ruote" Disse Corinne.
Sharon si girò a guardarmi.
"Credo invece che sia il contrario, non ti riconosco quando fai così. Lasciala stare. "
"Stacci tu con lei"
"cosa ti ha fatto posso saperlo?"
"Mi ha portato via Brandon alle elementari. È una sporca ruba fidanzati oltre che un impicciona che non mi lascia giocare con i bambini".
Giusto, dimenticavo. Avevamo fatto anche le elementari insieme. Purtroppo. E siccome ero fidanzata con il suo ex, e sottolineo ex, e convinta che lui l'abbia lasciata per colpa mia. Cioè io che colpa ne ho se si era innamorato di me, l'aveva mollata?
"Ancora con sta storia" dissi. " uno, io non ti ho portato via Brandon, era lui che si era stancato di te! E poi eravamo piccoli. Due, dovrei lasciare che tu torturi quei bambini?""Finiscila! Ringrazia mia madre, e basta idiota! "
"Corinne!" Disse la sorella spingendola all'indietro.
"Va in camera mia, ci sto io con lei"
"Era ora"La mattina seguente la mamma venne a svegliarci ma non trovó ciò che si aspettava.
"Sha, sha dov'è Corinne?"
" Ecco Katia", intervenni io. "Abbiamo litigato ieri sera"
" è colpa sua ma. È un po viziata secondo me " disse Sharon in mia difesa.
" Vado a parlarle e subito dopo troveremo una soluzione per te cara." Disse rivolgendosi a me " magari chiameremo i tuoi nonni, sta tranquilla".
