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• "Anche io come te ho il diritto di bucarmi."

• "Basta! Non la prendo più quella m****!"

• "Sono una tossica e me ne vanto."

• "L'amore è come l'eroina, "che sarà mai un buco? " "Che farà mai un solo sguardo? " ed eccoti qui a piangere di nuovo, ed eccoti qui nella dipendenza più totale"

• "Alcuni amici di Detlef qualche volta mi dicevano: "Senti ragazzina,piantala. Sei troppo giovane. Ancora ce la fai. Ti devi solo separare da Detlef. Lui comunque non ce la fa. Non fare cazzate,separati da lui.
Io gli facevo:'ma sei scemo?! Separarmi da Detlef era il colmo. Se lui voleva morire,allora morivo anch'io. Questo però non lo dicevo. Dicevo:"Ma non ti inventare stupidaggini,non siamo dipendenti. Smettiamo tutti e due quando vogliamo."

• "Semplicemente non volevo rendermi conto che mia figlia era drogata..."

• "Adesso mia madre mi controllava ogni sera le braccia per vedere se c'erano segni di punture fresche. Mi bucavo quindi nella mano, sempre nel medesimo punto. Mi era venuta una macchia scura di crosta. A mia madre raccontai che era una ferita che si rimarginava con difficoltà. Ma a un certo punto mia madre capì che era una puntura fresca. Dissi: "si, chiaro, oggi l'ho fatto una volta. Lo faccio solo raramente. Non fa per niente male." Mia madre mi picchiò di santa ragione. Non mi difesi. Non mi faceva più nessun effetto. Lei comunque mi trattava come l'ultimo pezzo di merda e ad ogni occasione mi mandava in paranoia. Istintivamente faceva una cosa giusta. Perché un bucomane, prima di essere veramente disposto a cambiare qualcosa, deve non volerne sapere assolutamente più niente della merda e della porcheria. Allora si uccide, oppure utilizza l'ultimo filo di possibilità per venire fuori dall'ero. Ma allora idee di questo tipo non ce le avevo per niente."

• "Dopo che lei andò al lavoro mi guardai allo specchio. Per la prima volta vidi i miei occhi mentre stavo a rota. C'erano solo le pupille. Completamente nere e ottuse. Veramente completamente inespressivi."

• "Non sapevo più perché avevo paura di morire. Di morire da sola. I bucomani muoiono da soli. La maggior parte in un cesso puzzolente. Ed io volevo morire. In realtà non aspettavo niente altro che quello. Non sapevo perché ero al mondo. Anche prima non lo avevo mai saputo con esattezza."

• "Ci versai sopra troppo aceto. Adesso mi dovevo cacciare nella vena questa soluzione acetosa perché altrimenti avredi dovuto buttar via anche l'ero.
Neanche mi sparai dentro la roba che partii. Mi risvegliai solo dopo un'ora buona. La siringa era ancora infilata nel braccio. Avevo dolori alla testa bestiali. Sulle prime non riuscivo ad alzarmi. Pensavo che ero arrivata, che sarei morta. Giacevo sul pavimento e piangevo. Avevo paura. Non volevo morire così sola. Strisciando letteralmente carponi andai al telefono. Ci misi certamente dieci minuti prima di farcela a fare il numero dell'ufficio di mia madre. Ripetei soltanto un paio di volte: "Ti prego, Ti prego mamma, vieni, muoio".
Quando mia madre arrivò potevo stare in piedi. Feci uno sforzo anche se mi sembrava ancora che la testa mi scoppiasse. Dissi: "Si è trattato di nuovo di un dannato attacco circolatorio"
Mia madre capì benissimo che avevo bucato. Aveva una faccia molto disperata. Mi guardava soltanto con occhi tristi, disperati. Non potevo sopportare questo sguardo. Mi penetrava nella testa che pareva mi scoppiasse."

Noi,i ragazzi dello zoo di berlinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora