Oggi è sfortunatamente lunedì, nonostante siamo solo a ottobre, mi sono già rotta; purtroppo dovrò abituarmici, manca ancora tanto alla fine della scuola.
Suona la sveglia, 6:30 in punto, e mi alzo a fatica, nemmeno troppa, non è doloroso lasciare il caldo del letto quando fanno 30° anche fuori.
Scendo e vado a fare colazione, mi vesto, mi trucco, mascara, correttore, dove serve, un po' di lucidalabbra e sono pronta, non mi piace truccarmi troppo pesantemente quando devo andare a scuola. Esco di casa e suono a Vic, che fortunatamente scende subito. Insieme raggiungiamo la fermata dell'autobus e, alle 7:47, finalmente passa; dopo un quarto d'ora siamo a scuola, entriamo, ma manca quasi mezz'ora all'inizio delle lezioni, decidiamo di andare davanti all'aula di chimica, dove solitamente ci incontravamo con gli altri, ma prima ci fermiamo ai nostri rispettivi armadietti.
Arriviamo e mancano ancora Taylor e Nash; salutiamo Elise e tutti gli altri, io saluto la biondina per ultima, in modo da poterle chiedere se sta leggendo un libro che le avevo consigliato; mi risponde di si e che lo sta divorando.
Si fanno le 8:30 e la campanella suona, Vic e Elise vanno in classe, io invece mi dirigo verso l'armadietto di Nash, sapendo che, essendo perennemente in ritardo, starà prendendo i libri nella più completa confusione.
Trovo Nash e gli dico:
"Sei prevedibile" si gira e appena mi vede, sorride.
"Hahaha simpatica" dice in modo ironico mettendo dei libri nella cartella, appena finisce mi avvolge il braccio attorno alle spalle e andiamo in classe. Come sto bene fra le sue braccia.
Appena entriamo in classe la professoressa era già arrivata e stava facendo un annuncio:
"Scusi prof" si scusa Nash
"Ci scusi" lo appoggio cercando di sembrare rammaricata.
"Non preoccupatevi, sedetevi al vostro posto" ci risponde sorprendentemente gentilmente "allora ragazzi, vi stavo dicendo: prima dell'occupazione un ragazzo si è segnato alla nostra scuola ed è stato assegnato a questa classe, entra pure Dylan" a quel punto entra un ragazzo con i capelli castano scuro e gli occhi quasi neri, il naso all'insù e un bel sorriso.
"Presentati" gli ordinò mrs. Burns, cercando di apparire il più gentile possibile, ma non riuscendo affatto nel suo intento.
Ad ogni modo il moro inizia:
"Buongiorno a tutti, sono Dylan O'Brien e vengo da NewYork, precisamente Long Island. Mi sono trasferito qui con la mia famiglia" si guarda intorno mentre parla
"Qualcuno ha qualche domanda? Ne approfitto per dirvi che ho deciso di perdere le mie tre ore per farvi conoscere con Dylan". A quella melodiosa affermazione la classe impazzì, soprattutto i tre più Matty, Jake e Niall, ci fanno sempre morire dalle risate.
"Prof le ho mai detto che quando fa affermazioni di questo genere la sua voce si trasforma nel canto di un dolce usignolo?" le dice Niall con tono scherzoso.La prof lo adora, da sempre, perché lui fa le battute su di lei, con linguaggio forbito e voce da poeta. Tutti ridono e anche Dylan si è lasciato un po' andare dopo un iniziale imbarazzo.
"Allora, quanti anni hai e dove sei nato?" inizia Nash
"Hai sorelle?" prosegue Matty facendo l'occhiolino, quanto è scemo?
"Ho diciassette anni e sono nato qui, a Santa Barbara, ma sono andato a NewYork verso i cinque anni, per il lavoro dei miei e ora, sempre per lavoro, siamo tornati qui. In quanto a sorelle ne ho una di nome Eve, ma ha cinque anni mi dispiace deluderti ..." si rivolge a Matty
"Matty" gli suggerisco e lui mi sorride, Matty fa una ironica faccia triste.
"Prendete il registro, così fa l'appello e impara i nostri nomi" suggerisce Nash.
La prof fa per prenderlo, ma sulla cattedra non c'è nulla, ah gusto, oggi manca il rappresentate:Jacob.
"Vai tu" mi ordina la Burns che, mentre esco, dice "Dylan vai con lei, così ti farà vedere la scuola, almeno in parte"
Camminiamo per qualche metro e poi lui si ferma e porgendomi la mano mi dice "Dylan"
Gli afferro la mano e mi presento anch'io "Valerie" sorrido e lui ricambia.
Ci rimettiamo a camminare e iniziamo a parlare:
"E tu, quanti anni hai?"
"Sedici"
"Sei di qui?"
"Sì, sono nata e cresciuta qui, adoro questa città"
"Sei mai stata a NewYork?"
"Mai, ma vorrei tanto andarci"
Siamo arrivati, prendo il registro e torniamo verso la classe.
"Quindi, Dylan, ti va di venire a pranzo con me e il mio gruppo? Sono sicura che ti troveresti bene"
"Si, mi farebbe piacere" sorride e noto le sue fossette, impazzisco per le fossette, mio cugino più piccolo le ha e per sono una specie di fissazione.
Torniamo in classe, lui si appoggia alla cattedra e iniziamo, lui chiama e ognuno alza il braccio quando sente il suo nome:
"Alexis Angels, Gabriel Benzon, Clare Churchill, Elisabeth Cardiff, Christian De Sanctis, Louis De Faria, Victoria Dustice, Julie Dowson, Pedro Gonzales, Nash Grier, Niall Horan, Jeremy Klarkson, Samantha Lancaster, Matty McKibben, Dylan O'Brien, che sarei io" dice sorridendo "Elise Pietrese, Valerie Rovers, Jake Rosati, Tim Sawyer, Emily Templeton, Li Wang, Bruce Zacaria" Ognuno di noi ha alzato la mano e usiamo la successiva ora e mezza per conoscerlo meglio o almeno parlarci.
Suona la campanella che segna l'inizio dell'ora di ginnastica, che oggi ci aveva avvertito precedentemente che lei non ci sarebbe venuta, Niall va a chiedere alla vice preside se arriverà una supplente o se possiamo andare in aula magna, il che equivale a girare a zonzo per la scuola senza una meta ben precisa.
Niall torna e senza dire niente prende lo zaino esce dalla classe, poi si riaffaccia e dice: "beh, volete rimanere qui come degli allocchi o mi offrite del cibo al bar per tutta la prossima ora?", tutti scoppiamo a ridere e prendiamo gli zaini che erano stati ammucchiati infondo alla classe, poiché avevamo messo i banchi a caso per poter parlare don Dylan.
Esco dalla classe e aspetto Dylan fuori, accanto alla porta, gli avevo promesso di pranzare insieme e anche se non era ancora ora di pranzo volevo fargli conoscere prima Vic, Elise e Nash, non volevo che dopo si sentisse fuori posto e magari facendogli conoscere qualcuno prima sarebbe stato meglio.
Intanto escono i miei amici e gli dico che ci vediamo tra poco alle scale che portano al cortile.
Dylan esce ed è sorpreso di vedermi:
"Hey" dice sorridendomi
"Hey" rispondo io ricambiando il sorriso
"Come mai mi hai aspettato?"
"Per pranzare, non ricordi?" davvero già non si ricordava?
"Si, ma si pranza ora? Sono le undici e mezza"
"Non te lo ha detto nessuno? Oggi la prof di ginnastica manca e abbiamo un'ora libera, pensavo di farti conoscere i miei amici, almeno quelli che stanno in classe nostra, così a pranzo già conoscerai qualcuno"
"Oh grazie" mi sorride, sembra davvero un ragazzo simpatico.
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Like An Illusion
Teen Fiction"Perché pensi che tra noi non possa funzionare" "So cose che tu non sai, cose che metterebbero a repentaglio la tua fiducia verso le persone a cui tieni di più" Non posso credere a queste sue parole, ci sono ancora delle cose che non so? Ancora segr...