II GIORNATA: Chi perseguitato dalla sfortuna riesce a scamparla

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Lorenzo da Napoli

A Napoli viveva Lorenzo, un ragazzo di quattordici anni che frequentava la scuola media Gioacchino Murat. Un giorno, durante la lezione di italiano della professoressa Rossi, entrò in classe il preside che sussurrò, sconsolato, parole incomprensibili alla classe e uscì con passo deciso e arrabbiato. La professoressa si rivolse a Lorenzo e, con freddezza, disse: - Che cosa hai cambiato? -. Lorenzo non capiva, ma il solito Antonio in fondo alla classe sghignazzava con i suoi "scagnozzi". Antonio era un bullo, proveniente da Scampia, il quartiere malfamato della città. A fine giornata Lorenzo tornò a casa molto confuso e raccontò alla madre tutto ciò che era successo. Durante la cena arrivo una telefonata dalla scuola. Era il preside che raccontò l'accaduto alla signora. Qualcuno durante la notte si era infiltrato all'interno del complesso scolastico e, nei bagni, aveva scritto a caratteri cubitali insulti verso il preside con in calce la firma del povero Lorenzo. Il preside sapeva che non era stato lui, perché nessuno sarebbe stato così ingenuo da mettere la propria firma sotto un misfatto, perciò aveva chiesto l'aiuto della famiglia del ragazzo, per riuscire a risalire al colpevole. Il giorno dopo Lorenzo andò nel bagno in cui erano stati scritti gli insulti e scopri che era stata utilizzata una particolare vernice fluorescente , che veniva venduta solo in un colorificio del quartiere Vomero. Lorenzo alla fine delle lezioni andò, insieme con la madre, in quel colorificio portando la foto della sua classe. Il commerciante riconobbe, dopo un lungo esame che sembrava non dovesse finire mai, Antonio, il bullo. all'indomani, dopo la conferma della colpevolezza, Antonio venne sospeso, ma con l'obbligo di recarsi ogni giorno a scuola per pulire i bagni e ridipingerli e Lorenzo tornò a casa sereno per essere stato scagionato e raccontò a sua madre la punizione che aveva meritato il bullo.

Andrea Alemanno
Enea Giuliani

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