dal panettiere al medico stalker (e non solo)

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Per chi se lo chiedesse, il panettiere è il nostro amato Peeta Mellark, che dubito qualcuno non lo conosca perchè negli ultimi tempi gli Hunger Games sono ovunque. Un anno felice della mia vita, insomma. E quindi..nulla, non è per questo che scrivo la storia xD. Enjoy It!

Penso che comunque Will e Peeta abbiano qualche gene di famiglia. Entrambi biondi con gli occhi azzurri, attratti da persone l'opposto contrario che stanno sempre nei fatti loro senza che nessuno si avvicini, e avendo più possibilità di avvicinarsi e stalkerarli.

[ In realtà penso anche che Prim e Katniss siano figlie di Apollo. Insomma, pensateci: Katniss è un asso nel tiro con l'arco, mentre sua sorella è brava nella medicina. E guarda un po, Apollo è il dio di entrambi i doni. Dicono che il loro padre sia morto in un esplosione, ma se invece Apollo avesse messo in scena quell'esplosione per evitare che la donna e le figlie scoprissero che lui in realtà fosse un dio? ]

Okay, devo smetterla. Devo parlare di Will e Nico, non degli Hunger Games. Ahaha, anche a Leo piacciono gli Hunger... BASTA!

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Will, quando poteva, portava Nico in infermeria. Da quante volte c'era stato, ormai sulla porta della camera in cui alloggiava vi era scritto il suo nome.

Il problema di Nico era che sembrava che quel ragazzo spuntava dappertutto. Combatteva contro un mostro nella periferia del campo, si graffiava, e dopo aver sconfitto il mostro Will saltava fuori da qualche parte e diceva, gridando - TI SALVO IO!- e lo prendeva a mo' di sposa, portandolo nella sua camera[ dell'infermeria, porcellini perversi. Alla luna di miele ancora dobbiamo arrivarci.].

Sbatteva contro uno spigolo? Lo salva lui.
Inciampava? Lo salva lui.
Doveva andare in bagno? "Ti salvo io!"

Insisteva per farlo rimanere uno o due giorni per riposarsi, così Nico rimaneva lì, avendo qualche visita da parte sua ogni trenta minuti. Si, anche durante la notte.

Una notte, mentre faceva il turno di difesa del campo, si scontrò con un cane a due teste, che non sapeva assolutamente da dove sbucava fuori, non ne aveva visto altri a parte nell'esercito romano. Quella bestia era alta quanto una macchina, e per quanto lui si sforzasse, quel mostro lo avrebbe fatto a pezzi se non fosse intervenuta la signora O'Leary, che lo aiutò a tenersi in piedi per una slogatura alla gamba destra e un braccio praticamente spellato.

Appena arrivati a qualche cinquantina di metri dall'infermeria, Nico crollò dalla stanchezza e per la perdita di sangue. Ma un momento prima che la sua faccia potesse fare amicizia col terreno, due mani forti lo presero. - Nico! Oh santi dei, Nico! Perfavore rispondimi. Non morire, ho bisogno di te...-

- Razza di idiota, non sto morendo.-

- Sei vivo, e ancora il solito umorista di sempre.-

"Ma che simpatico..." si appoggiò sulla sua spalla e senza che gli dicesse nulla, Will si inchinò e gli prese anche le gambe, prendendolo come una sposa. Per quanto avesse cercato di porre resistenza, sia per la leggerezza che per il fatto che era debole, lo portò così fino al letto dell'infermeria. Dimostrava di essere infastidito, ma sentire il suo respiro caldo sulle guance fredde era davvero una bella sensazione. I muscoli anche questi caldi flettersi sotto il corpo debole, la poca distanza tra i corpi... rischiava sempre di rabbrividire, e non per il freddo.
- Sta fermo e non ti muovere.-
- Will, sto bene.-
- Taci, non stai bene. Ora rimani lì e non muoverti.-
- Ma...-
- Ordini del dottore. -
Sospirò rumorosamente, ma stette zitto.
Il ragazzo si avvicinò ulteriormente e gli tirò su la maglia.
- ... ma che fai? Giù le zampe, maiale!
- Mi spieghi come faccio a vederti le ferite con la maglia a coprirle?-
Nico si dette un ceffone immaginario.
Nella mente di Will però succedeva tutt'altro.
"Senza maglia! SENZA MAGLIA!" "Mlmlmlm" "tutto mioo" "mio mio mio mio mio mio MIO" "che dorsoo..arrr" "guarda che bello" "un giorno ti ritrovi in un altro letto..." e cose così.

°●The can-on of Solangelo●°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora