• Prologue

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Travi in legno di ciliegio a vista, alcuni tavoli, anch'essi in legno, accompagnati da una vista unica del Tamigi: il Mayflower era uno dei più bei pub di Londra, quello dall'aria più inglese, senza nessuna ombra di dubbio, e la clientela non era di certo qualcosa che poteva venire a mancare.

Harry Styles, un metro ed ottanta caratterizzato da un ammasso di ricci indomabili, che quella sera aveva provato a tenere a bada con una bandana rappresentante la bandiera dell'America, occhi verdi, forse un po' stanchi, dalle varie sfumature, un costante sorrisetto furbo a completare il tutto, indossava una camicia bianca lasciata rigorosamente sbottonata almeno fino al quarto bottone, un paio di skinny jeans neri, degli stivaletti beige dalla punta un po' consumata ed una notevole quantità di anelli, fece il suo ingresso in quella grande sala ormai già affollata, come ogni sabato sera, da un anno a quella parte. Per quelli che frequentavano quel pub abitualmente, ormai non era più una novità vederlo ordinare un paio di birre al bancone, per poi sparire nella piccola terrazza che vi era sul retro, dalla quale si poteva osservare anche con più facilità il fiume che sfociava al di sotto. Per lui era come una specie di rito, e quel luogo era ormai diventato una specie di seconda casa, data la frequenza con la quale lo visitava.

Quella fresca sera di fine maggio non rinnegò le sue abitudini e, con passo deciso, avanzò fino al bancone, ordinò le due solite birre, rivolgendo un sorriso appena accennato al cameriere nell'afferrarle entrambe con una sola mano, dopodiché si diresse verso la piccola portafinestra che conduceva alla terrazza e, abbassando lo sguardo verso i propri piedi, si indirizzò verso quello che ormai considerava il suo tavolo, l'unico a poter godere della visuale più completa di ciò che circondava quel pub. Quando, però, rialzò il capo, scorse una figura ad occuparlo, della quale non riuscì subito a distinguere i lineamenti, probabilmente a causa della scarsa illuminazione che vi era su quella terrazza; si avvicinò ulteriormente, allora, tirando indietro la sedia posta di fronte a quella sulla quale era comodamente seduto quel ragazzo, che sembrava immerso nei suoi pensieri, almeno fino a quando Harry non lo fronteggiò, e riuscì finalmente a scorgere il suo viso: capelli castani in lieve disordine, un paio di occhiaie appena accennate a contornare degli occhi dalle bellissime sfumature dell'azzurro, delle labbra fini ed un'espressione confusa sul volto, dovuta forse dall'intrusione da parte del riccio, che si limitò ad un'alzata di spalle.

"Questo è il mio tavolo," affermò con semplicità, proprio mentre poggiava le due lattine su questo, lasciando trasparire nel tono di voce una lieve punta di fastidio, come a voler sottolineare che quello al posto sbagliato non era affatto lui, bensì il ragazzo che ora lo stava guardando con un cipiglio alzato, mentre apriva bocca, per poter replicare.

"Ah, il tuo tavolo?"

Harry, questa volta, si lasciò andare ad una piccola risatina, trovando buffo il modo in cui il liscio di fronte a sé aveva apostrofato quella domanda, però annuì soltanto, non aggiunse altre parole al suo gesto, si limitò piuttosto ad afferrare una delle due lattine di birra, che aprì in maniera rapida con i denti, e la portò subito dopo alle labbra, prendendo qualche sorso del contenuto.

Ci fu qualche minuto di silenzio, che entrambi utilizzarono per poter raccogliere il maggior numero di particolari l'uno riguardante l'altro, ed alla fine fu ancora il riccio a parlare, approfittando del momento per poter poggiare al palmo della sua mano rimasta libera il mento, che venne immediatamente a contatto con il metallo freddo degli anelli che indossava.

"Comunque per questa volta passi, probabilmente sei talmente ubriaco da esserti seduto qui per non crollare a terra" buttò lì, ironico, avendo notato soltanto in un secondo momento il luccichio di quegli occhi azzurri, provocato quasi sicuramente dall'alcool, appunto, ed il bicchiere vuoto già presente su quel tavolo era la semi conferma di ciò che aveva appena affermato.

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