Capitolo 1.

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Londra, 1885.

Sentì bussare.
"Avanti".
"Signorina, è arrivata una lettera per lei" disse il maggiordomo, entrando.
"Chi la manda?" chiuse il libro, incuriosita.
"Il conte Vlad Tepes" e la porse alla lady.

La ragazza iniziò a leggere.
"È un invito.." disse incredula. "Il conte mi ha invitata al ballo che sta organizzando.." Rimase con lo sguardo fisso sul pezzo di carta decorato. "Sebastian, potresti annullare gli impegni per giovedì? È la prima partecipazione che ricevo, vorrei andarci.."
"Yes, my Lady" sorrise inchinandosi, per poi sparire nell'oscurità.

La contessa si alzò dalla poltrona, andò a posare il romanzo sul comodino vicino al letto e si diresse verso il balcone aperto per prendere una boccata d'aria.

La luna, che si rifletteva silenziosa nella fontana sottostante, era rossa come gli occhi di Anya, e un leggero vento le accarezzava i suoi lunghi capelli neri e la sua pelle diafana. Era in notti luminose come quella che amava stare tra i suoi pensieri; credeva fosse un'ottima soluzione per alleviare quell'ansia che la stava travolgendo.

Era una notte come quella in cui sua madre Lizzy morì, dandola alla luce.

Era una notte come quella in cui suo padre, il conte Ciel Phantomhive, l'abbandonò appena nata, affidandola per sempre a Sebastian, il quale doveva proteggerla a qualsiasi costo. Dopo tutto quello fu l'ultimo desiderio del suo padrone e, come stabilito dal contratto, avrebbe dovuto soddisfarlo fino alle fine, quindi anche per quell'ultima volta.

Anya dei suoi genitori sapeva a malapena i nomi, mai avrebbe voluto affrontare quell'argomento con il suo adorato maggiordomo dagli occhi scarlatti. A lei bastava lui. Lui era la sua unica famiglia, la sua unica protezione, il suo unico punto di riferimento. Colui che l'aveva cresciuta senza farle mancare niente, che non le fece intraprendere la schifossissima strada che toccò a Ciel.

Guardò il riflesso della luna nell'acqua.
'Il mio primo ballo' pensò.
La curiosità l'aveva spinta ad annullare tutti gli impegni per quel giorno. Lo immaginava come quelle feste che leggeva nei libri: un bel principe, splendide ragazze con splendidi vestiti ballare con i loro accompagnatori, speranzose di ballare con il principe stesso. A quei pensieri sorrise, finché non vennero interrotti dalla voce del maggiordomo che la invitava a rientrare e ad andare a dormire, poiché tardi.

"Arrivo!". Chiuse la finestra e si avvicinò al letto. Come sempre Sebastian l'aiutò a togliere il lungo vestito e ad indossare una classica camicetta da notte.

"Buonanotte" disse lei coricandosi sotto le coperte.
"Buonanotte my Lady" rispose, e con un soffio spense la candela che teneva in mano.

Continua...

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