Capitolo 1.

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La pioggia ticchettava sul piccolo ombrello che teneva in mano mia madre e mi tenevo stretta a lei davanti a quella che sarebbe diventata la mia nuova casa.
Già, mi ero appena trasferita in una città conosciuta per le sue bellissime giornate di sole e, ironia della sorte, proprio il giorno in cui ero arrivata aveva deciso di piovere.

Lasciare la mia amata Sydney per Los Angeles non era stato semplice, ma era da tempo che covavo il desiderio di cambiare vita, ricominciare tutto da capo e ora che ne avevo l'occasione non l'avrei lasciata scappare.

La casa che avevo davanti non era niente male, ma anche il fattorino che stava dando le chiavi a mia mamma non era un brutto spettacolo...
Peccato che la pioggia mi rendesse solo tremendamente bagnata e non sexy come le star di Hollywood nei film.

"Tutto ciò che avevamo nei camion é stato scaricato in casa, benvenute a Los Angeles e buona permanenza."

Ma dai! Che voce di merda, bravo fattorino hai rovinato tutto, tanto meglio se taci e sorridi!

Mi avviai a passo veloce verso l'entrata e scivolai sui sassi bagnati del vialetto prendendo una culata non tanto leggera.
Si cominciava bene, soprattutto per le incoraggianti risate di mia madre.
Mi aiutò ad alzarmi ed entrammo in casa, dove naturalmente il riscaldamento spento non contribuiva ad aiutare il mio culo bagnato.

"Camera tua dovrebbe essere l'ultima porta a destra, ho chiesto che tutti gli scatoloni con il tuo nome venissero portati li, probabilmente letto e scrivania sono già montati."

Disse mia madre trascinandosi in casa con le valigie e poggiando la borsa sulla penisola della cucina.

Sorpassai circa tre porte prima di arrivare in fondo al corridoio.
Entrai nella mia camera e scavalcai goffamente la miriade di scatoloni che ricoprivano il pavimento per raggiungere la finestra e far entrare un pó di luce in quel buco.

Le pareti erano celesti, mentre la scrivania era bianca come il letto, di cui c'erano solo il materasso e la testata.
Cominciai ad aprire una a una tutte le scatole con sopra la scritta 'Alex' che riempivano la stanza.
Mi ero dimenticata di quante cose inutili mi portavo dietro, ma erano ricordi della mia infanzia, come potevo buttarle via?

Appesi il quadro di sughero sopra la scrivania e cominciai ad appendere alcune foto di me e mio fratello Luke.
Già, Luke! Gli avevo promesso di chiamarlo appena arrivata, ma il fattorino aveva distolto l'attenzione da qualunque altra cosa esistente.

A differenza mia, Luke, avendo venticinque anni, aveva potuto scegliere di rimanere in Australia con papà.
Litigavamo spesso e non passava un secondo senza che ci offendessimo, ma che ci dovevo fare se a venticinque anni dimostrava di avere un cervello di sette!!!
E pensare che adesso mi mancava più di chiunque altro...
Presi il telefono e non esitai a fare il suo numero e aspettare la sua risposta dopo due squilli.

"Ehm, pronto?"
"Hey bro!"
"Alex! Sei arrivata! Com'è il tempo la?"
"Una meraviglia Luke! Continua a piovere!"
"E ci credo sei arrivata tu!"
"Ah Ah Ah simpatico come al solito. Ora stacco che devo finire di sistemare...Sai una cosa?"
"No, cosa?"
"Mi manchi già, strano eh?"
"Lo so, ma tu no."
"Ciao stronzetto! "
"Ciao troiottola."
E con questo riattaccai.

Rimasi ferma ad osservare il prato di scatoloni che era la mia camera...
'Non penso che sistemeró mai queste cose...tanto c'è la sedia per i vestiti.'

"Alex! Tesoro accompagnami al supermarket che sennò non ceniamo stasera!" Urlò mia madre da non so dove.

"Ma mamma! Non possiamo ordinare una pizza come tutte le persone normali?! E cosa più importante: come cavolo facciamo a sapere dov'è il supermercato?!"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 10, 2015 ⏰

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