La mia casa a 100 km da me

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Un suono di clacson, un rombo di un freno, poi svoltata la curva, correndo mi ritrovai davanti agli occhi la scena più orribile della mia vita...

"Mamma!" Urlai lasciando uscire tutto il fiato possibile dai miei polmoni, che in un
secondo si ritrovarono vuoti come il mio cuore poco dopo.

La vidi, era stesa a terra, in pochi attimi il cemento della strada intorno a lei si riempiva di un rosso scuro, il colore più brutto che io abbia mai visto... il sangue le gocciolava da ogni parte del corpo.

In poco tempo la rotonda dove era successo tutto si riempì di macchine e persone che coprendosi la bocca con le mani guardavano me e mia madre con un nonché di pietà o dispiacere non capì bene cosa fosse.

"Chiamate l'ambulanza!"Gridai cercando di scandire le parole tra le lacrime per quanto riuscissi a fare. Quest'ultime scendevano sulle mie guance per poi cadere sul vestito blu ormai riempito di sangue della donna che mi aveva messo al mondo.

"Ti, t-ti voglio bene am-amore mio" le ultime parole prima che i suoi occhi azzurri si chiudessero per l'ultima volta e che il suo cuore ricco di amore cessasse di battere.

Un urlo come mai avevo fatto prima mi uscì dalla bocca stupendo persino me stessa.

***

Drinn! Drinn!

Inizio a sbraitare in aramaico contro quell'oggetto che mi rovina il sonno ogni mattina, poi con la grazia di un'elefante mi decido ad alzarmi dal letto.

Svogliata come non mai mi infilo una maglietta bianca abbastanza larga e semplice, un paio di jeans neri strappati ed infine le mie immancabili Converse nere ormai quasi totalmente sciupate.

Vado a lavarmi la faccia e intravedo dietro l'angolo prima del bagno una valigia aperta.... Merda è vero! Oggi è il "grande giorno" come lo chiama mio fratello, ma secondo me è un giorno schifoso come tutti gli altri in cui faccio un passo in più per rovinare la mia vita.

Velocemente vado a sciacquarmi il viso poi dopo essermi asciutta mi fermo davanti allo specchio...

Non sono più la stessa dopo la morte di mia madre, ho sempre gli occhi rossi per il pianto, le occhiaie per non aver dormito la notte e nei miei occhi è scomparsa quella luce che compariva ogni volta che sorridevo probabilmente perché adesso neanche sorrido più.

Metto un filo di matita per rendermi presentabile almeno per conoscere le persone nuove che sarebbero comparse nella mia vita in questo "grande giorno".

Prendo la mia valigia e con le lacrime agli occhi saluto mio fratello, che si fotta il trucco... Io in realtà non avrei mai voluto lasciarlo solo ma sono costretta da lui a farlo, gli lascio la lettera che ho scritto per mia sorella che non vive più qui poi esco da quella casa infernale in cui ho lasciato lacrime, sangue e tutto ciò che dopo la morte di mamma mi ha segnato.

Mi dirigo verso l'autobus che mi avrebbe portato a più di 100 Km lontana da qui.

Dopo un pò l'autista con una grazia impressionante fa una frenata che mi sveglia facendomi picchiare contro il sedile davanti al mio.

Scendo ancora un po' assonnata e mi dirigo verso quella che sarebbe stata la mia "nuova casa".....

PROMESSI RIVALIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora