Quella notte regnava il silenzio.
L' unico rumore percepibile era quello delle cicale, che instancabili cantavano tutta la notte.
I vicoli erano vuoti e senza vita.Quel silenzio sarebbe potuto durare in eterno se un ragazzo non si fosse messo a correre tra le. Strade della città.
Si muoveva più veloce del vento con sicurezza tra le vie ormai familiari di quel labirinto.
Si fermò solo quando arrivó dananzi al parco della città.
Guardò l'orologio che segnava le 2.35 di notte. Aveva fatto più tardi del solito.
Da qualche giorno aveva iniziato a lavorare in un garage aiutando un meccanico, e proprio la sera prima gli avevano portato una vecchia camaro rossa.
Era davvero in uno stato deplorevole.
La carrozzeria piena di graffi e ammaccature. La vernice era vecchia e rovinata, frizione e freni non funzionavano più e tantomeno il serbatoio.
La lista dei danni continuava all' infinito.
Probabilmente all' época era una delle migliori macchine in circolazione, ma ora era poco più di un rottame.Gli era stato chiesto di ripararla in soli nove giorni. Il tempo era poco, ma il compenso era davvero elevato
Il tempo era poco ma il compenso era davvero esagerato.
Si parlava di vari zeri dietro alla cifra.
Davanti a quegli zeri, Bob non era riuscito a dire di no, e ora Eric era costretto a lavorare fino a tardi.Quella sera sostituire il serbatoio gli aveva preso più tempo del previsto e si era fatto tardi.
Il ragazzo si guardò intorno. ci avrebbe impiegato come minimo ancora quaranta minuti per arrivare a casa a piedi. Gli si presentavano due opzioni. Attraversare il parco e metterci meno tempo oppure continuare per le strade e metterci quasi un'ora.
Fissò il parco. se di giorno era un luogo affollato e pieno di persone di notte assumeva un aspetto tetro.
Tutto i salici piangenti proiettavano ombre allungate sul terreno, dando ad esse l'aria di essere vive.Ma non aveva altra scelta, tagliando per il parco si faceva prima. Si risparmiavano circa venti minuti.
I vialetti del parco erano deserti se non pe qualche gatto in cerca di cibo.
A metà del tragitto un urlò femminile si levò nell'aria. Era acuto.
Eric si voltò.Un secondo urlo, si avvertiva terrore in quelle urla poco lontane.
Sapeva che se ne doveva andare. Tutto il suo corpo, ogni singolo arto gli diceva "FUGGI!"
Ma le sue gambe lo stavano portando proprio nella direzione delle urla.Corse finchè non raggiunse la sua destinazione.
Ciò che si ritrovò davanti fu spaventoso; una ragazza della sua stessa età stava seduta con la schiena poggiata ad un lampione.
Quello che un tempo doveva essere stato il suo vestito età stato strappato. Era sporco di sangue ed i resti di quel tessuto azzurrino erano stato usati per tenere legate le gambe della ragazza, che erano state piegate in modo innaturale, come fossero rotte.
Età arrivato troppo tardi, i suoi occhi morti fissavano Eric senza vederlo. Lo squarcio sulla gola era stato molto probabilmente la causa della morte ed il sangue che ne usciva aveva dipinto il bianco della pelle della ragazza e splendeva sotto la luce della luna.
Il suo sguardo scese. L'addome era aperto lasciando intravedere alcuni organi interni mentre l'intestino era sull'asfalto freddo, in una pozza di sangue raggrumato.
In piedi davanti al corpo c'era qualcuno, o meglio qualcosa, perché ciò che stava vedendo era tutto tranne che umano.
Quella creatura era estremamente magra e alta, tanto da lasciar sporgere le costole.
I vestiti erano assenti e non vi era alcun segno di appartenenza ad un determinato sesso.
La pelle era di un grigio pallido, simile a quella di un cadavere e in alcuni punti assente lasciando in vista uno strato di muscoli e carne rossa.
Dalla punta della mano spuntavano dei lunghi artigli neri sporchi di sangue.