Era lì, e i nostri mondi si fondevano l'uno con l'altro appena incontrai i suoi occhi e lei incontrò i miei. Potremmo vivere per sempre, potremmo andare avanti così. All'infinito. Probabilmente se l'avessi ferita, avrei trasformato quelle lacrime in vino, e in effetti le ho detto che noi avremmo potuto spiccare il volo, quella notte stessa, perché tutti noi abbiamo le ali, ma molti semplicemente non sanno perché.
Mi disse, rubando le parole a qualche canzone, e io le pronunciai parola per parola: lo stesso, nel suo momento più duro perché dovevo farla sentire amata. Non era mai debole, ma una sera la vidi scoppiare, cadere. Cadde sul pavimento e si frantumó in mille pezzi. Mi mostrò tutto quello che aveva dentro.
Semplicemente, era umana. Le mie idee che venisse da qualche altra dimensione vennero tradite dall'averla vista finalmente esplodere,perché non riusciva più a tenersi dentro nulla.
Fu l'unica volta, e non c'era che amore in quegli occhi. Lo stesso amore che mise Jacopo Ortis nel suo inchiostro, prima di suicidarsi, ma anche lo stesso amore che mise Giulietta nel suo veleno prima di fingere di togliersi la vita, e non disse niente a nessuno. Era tutto così ironico, perché quando mi mostrò ciò che c'era dentro di lei, con quelle lacrime -che Sì, avrei volentieri trasformato in vino-, scoprii una persona che non conoscevo. Una donna forte, che non è mai stata debole, che non si è mai persa, in quel momento però completamente smarrita. Quei suoi occhi indecifrabili erano vuoti. Era una splendida scatola vuota. Un regalo, un enorme scatola regalo, vuota. La aprii e rimasi deluso, con la terribile sensazione che ci fosse qualcosa che non vedevo, un doppio fondo magari.
Lei di segreti ne aveva, ma erano nascosti così bene che non potevi vedere altro che una semplice ragazza che cedeva di fronte alla fine di una brutta giornata.