CH 2: The start of something new

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Finalmente arrivo.

Una volta uscita dall'aeroporto mi dirigo verso la fermata del taxi, il quale mi porterà verso il dormitorio del mio futuro college.
Dopo una ventina di minuti, finalmente arriva.
«Buona sera signorina e benvenuta in Australia!» mi dice il taxista, un uomo sulla sessantina. È cosí allegro e indossa un cappellino davvero bizzaro. È impossibile non sorridere a quella vista. Dopo aver ricambiato il saluto, mi aiuta a sistemare i bagagli nell'auto.
«Allora, dove la porto?»  mi domanda dopo essersi posizionato al posto di guida.
«Uhm, al St. Andrew's College. Mi perdoni, ma non ricordo l'indirizzo, ho lasciato l'agenda in una valigia.» rispondo imbarazzata.
«Oh,non c'è problema, so dove si trova. Mia figlia Susie frequenta quella scuola. » mi informa.
«Oh.» rispondo non sapendo che aggiungere.

Dopo all'incirca una quarantina di minuti, giungiamo a destinazione. Marcus, il taxista (mi ha detto il suo nome durante il viaggio nel quale non ha fatto altro che parlare e questa è una delle poche cose che mi ricordo), si offre di aiutarmi con i bagagli , visto che ha finito la sua giornata di lavoro. Ci avviamo alla reception dove lascio qualche documento alla segretaria. Dopo un paio di minuti mi lascia le chiavi della stanza assieme ad un foglio sulle norme di comportamento e il calendario con le date di inizio e fine del college, compresi gli orari.
Io e Marcus andiamo alla ricerca della porta con il numero 432. Dopo tre piani di scale, finalmente, la troviamo. Una volta entrata, faccio lasciare a Marcus i bagagli e dopo averlo ringraziato, gli lascio la mancia.

Finalmente rimango sola. Allora inizio ad "esplorare" il mio nuovo nido. Non è niente di speciale, ma non mi dispiace. La mia stanza ovviamente è singola: l'avevo espresso nell'iscrizione. Non è che non ami socializzare, ma se posso rimanere per i fatti miei, lo preferisco.

Da fuori la struttura sembra vecchia, ma il suo interno dimostra tutto il contrario: è molto moderno.
Nella mia stanza c'è un letto da una piazza e mezzo, di fronte un armadio e dalla parte opposta alla porta di entrata una scrivania in legno. Accanto alla scrivania c'è la porta del bagno. Non è grandissimo ma a me va più che bene cosí. Di fronte ad esso, si trova il balcone.
Inizio allora a sistemare tutte le mie cose. Dopo aver finito mi butto a peso morto sul letto.

Quando mi sveglio, trovo quattro chiamate perse da mia zia. Dannazione, mi sono dimenticata di chiamarla.
Non ci penso due volte e premo sul tasto verde.
«Sophie Rose Lauren! Possibile che ti sei dimenticata di me?!» risponde alla chiamata con un tono furioso.
« Oh si il viaggio è andato bene,grazie.» la butto sull'ironia: so che non è arrabbiata davvero.
«Sciocca. Mi sono preoccupata, che è successo?»
«Niente zia, sta tranquilla. È che sono arrivata qui al campus e dopo essermi sistemata mi sono addormentata senza neanche accorgermi.» ed è la verità.
«Sei la solita dormigliona. Allora com'è lí?»
Le inizio a raccontare di quei piccoli pezzetti di Sydney che ho visto dal taxi, del viaggio in generale, del taxista Marcus e del campus.
«Oh bene, bene. Ora che hai intenzione di fare?» mi domanda.
«Uhm.. proprio dall'altra parte della strada c'è la fermata dell'autobus. Quindi credo che tra una mezz'oretta andrò a fare un giro in centro e cercherò un posto per mangiare.» le rispondo.
«Okay. Questo lo immaginavo. Ma intendo, adesso che i corsi non sono ancora iniziati che farai?»
«Oh beh.. cercherò un lavoro. Devo pur pagare il college e il dormitorio.»
«Lo sai vero che se hai bisogno io ci sono?»
«Si zia, lo so. Ma davvero, voglio farcela da sola. Hai gia fatto molto per me.» rispondo con un po' di malinconia ripensando al passato.
«Okay. D'accordo, allora.. chiamami qualche volta.»
«Ma certo che si. Ciao zia.»
«Ciao Soph.» e riagganciamo.

Come ho detto a mia zia, mi cambio per andare in centro. Ci impiego meno di due minuti a prepararmi. Lo faccio con molta noncuranza.  Opto per un paio di jeans neri, una maglia bianca e le converse nere. Classico.

Una volta arrivata, giro per le vie di Sydney: è una bellissima cittadina. Mi ci ambienterò presto. 
Dopo di che, entro in un fast food, ordino il cibo e lo porto al tavolo. Ovviamente ho scelto quello più nascosto.

Noto un ragazzo biondo, con dei piercing , che mi fissa. Si trova dalla parte opposta alla mia e anche lui,mangia da solo.
Odio quando la gente fissa. Insomma, non ha nient'altro da fare? Abbasso immediatamente lo sguardo e cerco di non pensarci. Ma è inutile, sento il suo sguardo bruciare su di me.
Adesso è davvero insopportabile. Così dopo aver finito di mangiare, esco subito dal locale.
Diamine, che fastidio.

Mi ritrovo dunque a passeggiare per i vicoli di Sydney. Credo di essermene già innamorata.

Verso le 9 di sera,prendo l'autobus per tornare al dormitorio.
Una volta salita, trovo un viso familiare.
Ancora lui? Il biondo? Ma che fa, stalkera?
Ma sta volta è in buona compagnia.
A cavalcioni su di lui c'è una ragazza che sembra una barbie. Patetico.
Appena si accorge di me, riprende a fissarmi.
E sta volta i miei occhi incontrano i suoi.
Sono blu.
Blu oceano.

Ciao a tutti.
Ecco, questo è il secondo capitolo. Non mi convince molto , ma d'altronde dovevo mettere per forza tutti questi dettagli. Grazie a questi si svilupperà il resto della storia.
Fatemi sapere la vostra opinione! Ci conto!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 31, 2015 ⏰

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