Un nuovo inizio

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Settembre era ormai alle porte. Fra un paio di giorni avrei iniziato il primo superiore. Si sa com'è, nuove amicizie, nuovi prof, nuove scoperte e soprattutto nuovi problemi.
Conoscendomi sapevo che avrei avuto difficoltà, sia per il mio aspetto che per il mio io.
Era una ragazzina di 14 anni, ero timida, riservata, avevo paura ad espormi per paura di essere giudicata,'odiavo quando qualcuno mi fissava e rideva su di me',ero asociale. Ero strana lo ammetto, ma sapevo che sarei potuta cambiare. Lo speravo con tutta me stessa.
Quell'estate fu indimenticabile. Ricordo ancora il primo 'ti amo', i baci furtivi bagnati da un mare rosso, le farfalle nello stomaco, le promesse fatte alle stelle, le prime litigate, gl'occhi lucidi, le delusioni, i pianti, l'odio, la prima sigaretta, la paura di essere scoperta, i ritorni, i pensieri, i problemi, gli amici, le consolazioni, gli abbracci, i 'ti voglio bene' e tutto questo in tre mesi che sembravano fossero volati.
Quell'estate mi innamorai per la prima volta ed è stata una delle cose più belle che fin'ora mi sia mai capitata.
Ero spensierata, era un'adolescente tranquilla, felice... già, felice.
Questo fu il resoconto di quell"estate la sera prima del fatidico giorno.
Arrivarono immediatamente le 06:00 ed io non volevo proprio alzarmi.
Arrivarono le 06:10 e mia madre entro nella mia stanza e urlò a mo di pazzo "MICHELA SVEGLIATI O TI BUTTO GIÙ DAL LETTO!!!!". Mi spaventi tantissimo, tanto che si svegliò anche mia sorella.
Mi trascini giù dal letto, e me ne andai in bagno.
Dopo una ventina di minuti uscì e in poco tempo mi ritrovai in macchina con mia madre che mi accompagnava alla fermata del bus.
Una volta arrivato, mi accaparrai uno dei primi posti,'evitavo a tutti i costi il mio ex', e finalmente il bus partì.
Arrivai in città dopo ben un'ora e dieci minuti, arrivai alla mia fermata, scesi ed il mio cuore stava per impazzire e il mio stomaco stava per scoppiare.
Un'ora dopo ero già in una classe piena di sconosciuti. Mi ritrovai al primo banco, da sola. Non mi dispiaceva affatto stare sola pensavo.
Le ore volarono per mia fortuna, uscii velocemente da quell'aula, da quell'edificio e così finalmente presi le miei cuffiette, mi accesi una sigaretta e mi rilassai.
Lo stress accumulato mi aveva davvero distrutta.
Arrivai alla fermata presi il bus e tornai a casa.

Come il vento d'estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora