Ormai erano le 14:30 ed io arrivai a casa, sfinita, con tanta a voglia di dormire. Mi sentivo collassare.
Erano ormai settimane che mangiavo il giusto per sopravvivere ed ero arrivata nel punto in cui stai per arrenderti ma non molli.
Mia madre notò qualcosa e mi chiese "Ehi, tutto okay?", a quella domanda rimasi inpietrita. Cosa avrei dovuto dirle? La verità? Avrei dovuto dirle che stavo male, che in quel fottutissimo bus tutti ridevano su di me? O avrei dovuto dirle una bugia? Un semplice "Niente, ho solo tanto sonno" uscì dalla mia bocca in modo leggero e feci un sorriso, mia madre lo ricambiò. Amo mia madre, è una donna forte, sa il fatto suo e quando sorride son felice perché la sua felicità è la mia.
Dopo quella piccola discussione, non parlai più con nessuno, ero distesa sul mio letto a fissare il soffitto. E alla fine mi addormentai.Ormai queste cose per me divennero monotone. Facevo sempre le stesse cose.
Io odio la monotonia.
Di vita ne abbiamo solo una e se non la viviamo ora che siamo adolescenti, quando la vivremo?
Questo andò avanti per mesi con delle piccole eccezioni: avevo fatto nuove amicizie, mi ero ambientata più o meno bene, mi accorsi che molto probabilmente sarei cambiata. Non sapevi come, non sapevo quando, non sapevo perché. L'unica certezza? Sarebbe accaduto molto presto.
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Come il vento d'estate
Lãng mạnNon importa come andrà a finire. Io ne uscirò sempre vincitrice. Questa è la mia storia.