2-Bambolina

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Roberta seguì sua sorella per tutta la casa. Subito dopo aver disfatto i bagagli, Elisabetta volle esplorarla tutta, da cima a fondo. Videro il soggiorno, la cucina, il bagno. Al piano di sopra videro l'altro bagno, la camera dei genitori e la loro camera. Poi... una scala. Una scala che le portò in una vecchia soffitta polverosa. A sinistra un grande armadio di legno, per terra un tappeto rosso inglese impolverato, a destra una finestra chiusa e sporca. Poi, lo guardo delle gemelline si fermò su un mobile in fondo alla stanza. Le sorelle furono attirate da quel mobile, sulla cui cima sembrava esserci qualcosa posto in verticale...
Elisabetta e Roberta in pochi secondi giunsero al mobile con il cuore che batteva forte, poiché tutto faceva presagire qualcosa di sinistro. Arrivate davanti al mobile, le sorelle riuscirono a vedere ciò che si trovava sul mobile. Era una bambola impolverata. Aveva capelli biondi con i riccioli, un nasino appena visibile, labbra rosse rese opache dalla polvere, ossidiane per occhi, vestitino con le maniche a palloncino verde selva con tanto di pizzo bianco, corpetto viola con scollo circolare, gonna a campana verde selva, tipiche scarpette viola. Anche se molto impolverata, la bambola mantenne la sua bellezza, e le gemelle ne furono subito attratte. Si lanciarono uno sguardo d'intesa ed Elisabetta allungò una mano verso la bambola.
La prima cosa che toccò furono gli occhi di ossidiana... e ad Elisabetta balenarono gli occhi.
-BAMBINE! C'È LA CENA!- urlò la madre dalla cucina. Elisabetta ritrasse subito la mano e tornò a guardarsi intorno, quadi come si fosse svegliata da un sonno senza sapere dove si trovasse...
-Tutto okay?- le chiese Roberta mentre tornavano indietro.
-Sì, tranquilla. Solo che le ossidiane erano così lisce e semi opache che ne sono rimasta incantata.- rispose la prima mentre scendevano le scale.
Arrivate in cucina, si sedettero a tavola.
Ad interrompere il momento, il campanello suonò. Paolo, il padre, andò ad aprire mentre la famiglia lo seguiva. Sebastian salì in braccio a Roberta che lo accarezzò. Paolo aprì la porta trovandosi davanti un uomo, una donna e una ragazza di circa 15 anni.
-Benvenuti- iniziò l'uomo -Io sono Herbert, questa è mia moglie Lisa e lei è nostra figlia Mindy.
-Piacere di conoscervi. Io sono Paolo, lei é mia moglie Mariussa e loro sono le nostre bambine: Elisabetta e Roberta. Oh, e lui è Sebastian.
-Molto piacere. Come vi sembra la casa?- chiese Lisa.
-Ci piace molto!- esclamò Elisabetta sfoggiando uno dei suoi sorrisi più belli.
-A me un po' meno.-disse Roberta continuando ad accerezzare Sebastian, che osservava i coniugi Burbich, questo era il cognome della famiglia, e in particolar modo Mindy.
-Vedrai che l'apprezzerai anche tu, piccola- la rassicurò Lisa mentre Mindy si lisciava le trecce nere sentendosi a disagio sotto lo sguardo indagatorio di Sebastian.
-Solo se cambiasse dalle fondamenta a quella buia soffitta polverosa. Ma mi basterebbe quella bambola in camera.- disse Roberta quasi più a sè stessa che agli altri, ma i Burbich l'udirono ugualmente. Lisa, Herbert e Mindy impallidirono, mentre i coniugi indietreggiarono. Mariussa chiese:
-Che avete? Siete impalliditi. Tutto bene?
-Com'era quella bambola?- chiese Mindy inginocchiandosi di fronte a Roberta prendendola per le braccia. Roberta la descrisse nei dettagli... e i Burbich impallidirono ancora.
-D-Dobbiamo andare!- esclamò Herbert.
-Sì! Cercavamo Mefista, il nostro gatto, ma ora che tendo l'orecchio, mi sembra di sentirlo miagolare- intervenne Lisa.
Herbert e sua moglie afferrarono Mindy per le spalle provando a trascinarla via, ma Mindy, in un sussurro, disse alle gemelle, prima di essere trascinata via:
-Non toccate quella bambola!
E la famiglia sparì nella notte.
Ma Mindy non sapeva. Non sapeva che Elisabetta aveva già toccato la bambola.
"Spiacente... è troppo tardi, ormai..."

Non toccate quella bambolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora