L'incontro

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E' una fredda mattina di inverno, mi sveglio, sono le sette, il cielo è ancora buio, ma la scuola mi attende, il dovere chiama e mi alzo dal letto. Vado in bagno, mi guardo allo specchio, mi chiamo James Aron, capelli lisci, corti, castani, in tinta con i miei occhi color nocciola e la mia pelle molto chiara; arrivo in salotto e trovo già la colazione sul tavolo

-Buongiorno- dico a mia madre che prepara la colazione di mio padre, quella della mia sorellina e di mia nonna; mia sorella si chiama Kessy, capelli rossi anche lei occhi castani e carnagione molto chiara, mio padre è quello sul divano ancora in pigiama che legge il giornale e fuma la pipa; la nonna da quando il nonno era morto abita con noi, le manca qualche rotella. Preparato per la scuola prendo l'autobus, arrivo a destinazione e incontro la più bella ragazza mai vista, Elisabeth Ronald bionda, occhi azzurri, carnagione molto chiara, con le lentiggini in viso, jeans e montgomery molto classica, è nuova, si trasferiva dal West Virginia, per la cronaca io abito a Firemont, in Canada. Vado nel corridoio degli studenti del quarto anno (perché è quello che frequento) e vedo che è li anche lei, ma vabbè una come lei non si potrebbe mai interessare a uno come me, suona la campanella vado in classe, era l'ora di Mrs. Marin, professoressa di nobile fama per la sua severità,

-Ragazzi un po di attenzione, avete una nuova amica-esclamò con autorità,

è lei, così nel mezzo della lezione vedo qualcuno che mi chiama bisbigliando

-psss sai l'ora- mi giro ed era lei,

-si,sono le nove e cinque- le ho detto;

intanto Mrs. Marin pronuncia a voce alta

- Aron e Ronald! Già amicizia? Beh ne farete meglio nell'ora di punizione che vi assegnerò a fine giornata! Pulirete tutta l'aula intesi?-

e noi insieme - Sì Mrs. Marin- , non ci poteva essere punizione migliore.

Così a fine giornata siamo rimasti solo io e lei in classe

-ti ci devi abituare- le ho detto,

-fa sempre così?-Lei mi dice

ed io -sì, piacere James-

e lei- piacere Elisabeth-,

-da quanto ti sei trasferita?-,

-da due giorni...-

-ti trovi bene qui?-

-beh si, per il momento conosco solo te-

-ah si? Meglio, ti va di uscire domani dopo la scuola?-

-Certo!-

-ti passo a prendere alle sei- dissi con tono soddisfatto.

Eccomi al giorno dopo, mi alzo vado a scuola ma non la vedo, oggi abbiamo frequentato dei corsi diversi ma meglio così, almeno ho evitato l'imbarazzo, perchè quando mi imbarazzo incomincio a balbettare e preferirei scomparire. Tornato a casa verso le due di pomeriggio comincio a studiare fino alle quattro, poi finito di studiare decido di andare al computer e cerco di trovare Elisabeth sul web; digito il suo nome e la trovo, è molto bella immortalata in foto, poi scopro che abbiamo gli stessi gusti musicali, quindi è perfetta. Mi preparo e mi avvio verso casa sua per passarla a prenderla, una bella casa, ma gli scatoloni sono ancora tutti fuori,la vedo uscire dalla porta, fa molto freddo infatti si è messa il cappello color grigio, dei guanti rossi, degli stivaletti besh, il suo cappotto e una gonna che la rende fantastica ai miei occhi.

La saluto-ciao Elisabeth-

e lei - ciao James-

e ci avviamo per passeggiare, ma subito dopo incomincia a piovere così la porto nel luogo appartato più vicino, la caffetteria del centro di Firemont, così gli offro una cioccolata calda,

la prendo anche io e cominciamo a parlare -come mai sei così gentile con me?- mi disse;

e io -perché so cosa significa trasferirsi, mi sono trasferito all'eta di quattro anni, non avevo amici, ed 'è stato bruttissimo-

-grazie, apprezzo quello che fai-

-avevi molti amici da dove vieni?-

- in realtà no, non ero molto popolare; sono stata sempre chiusa, mi piace molto leggere, mentre alle altre ragazze piace essere sempre belle, al centro dell'attenzione, beh io non sono così, nella mia normalità sono ''diversa''-

-beh , dicono che anch'io sono timido-

lei ride, io rido; fuori piove e noi siamo in una caffetteria a bere cioccolata calda con un sottofondo d'odore di caffe, è tutto perfetto.

Sono passati due mesi dal nostro primo incontro e adesso siamo inseparabili, stiamo sempre insieme ci sediamo vicini quando facciamo gli stessi corsi, la accompagno tutti i giorni a casa e qualche volta lei viene a casa mia, leggiamo un libro insieme o guardiamo un film e ogni volta che siamo talmente vicini la guardo fissa negli occhi mi viene voglia di baciarla, ma non lo faccio per paura che mi respinga e così rovinerei tutto, sono un'idiota lo so. Oggi 24 marzo lei viene a casa mia per vedere un film, così siamo sul divano, preparo i popcorn e lei sceglie il film, un classico del cinema, lo cominciamo a guardare, lei è a pochi centimetri da me e io la guardo,

e lei- che c'è?-

e io -niente- e guardammo il film,

alla fine del film mi disse -ormai è Primavera, sono cominciate le belle giornate, ti va di fare un escursione nel bosco qui vicino?-

Ed io ho risposto- Certo! Ma dobbiamo fare molta attenzione, ci sono i lupi, appena il sole tramonti dobbiamo tornare-

e lei -Certo, facciamo giovedì? Domani ho il compito di fisica e dopodomani di matematica-

-Certo anch'io ho impegni in questi giorni-.

Giovedì pomeriggio mi raggiunse a casa mia, suonò al campanello e l'aprì mia nonna

-Entra cara- le disse

-sei una sua amica?- ed Elisabeth rispose -sì- e la nonna le disse -è un bravo ragazzo- e le fece l'occhiolino,

io ho fatto finta di non vedere nulla per non svenire dall'imbarazzo.

La mamma mi disse- Dove andate?- e noi - nel bosco-, così la nonna disse -il bosco non è posto per due ragazzi come voi-,

ma io dissi- tranquilla nonna ce la caveremo-

e ci siamo incamminati per il bosco.

Appena arrivati nel bosco è tutto molto bello; gli alberi con le foglie verdi e i primi germogli, cespugli dove crescono piante, fiori,e roccie che intonano con l'ambiente, vicino c'è il ruscello che con il suo scorrere d'acqua crea un'armonia con l'ambiente; poi si sente il fischiettare degli uccelli e il saltare di qualche rana nel ruscello. Non faccio altro che guardare Elisabeth come si diverte in quel bosco, come ride come corre, e ho notato che lei mi guarda pure con occhi diversi;-Elisabeth- esclamai e lei - si?- mi guarda fisso negli occhi e le sue guancie pallide arrossiscono e io tra me penso, prova lo stesso sentimento che provo io per lei? Ma comunque le dico- com'è andato il compito in classe? e lei mi disse -bene, e il tuo?- -bene- risposi.

Così mentre camminiamo per quei sentieri sperduti nel bosco arriviamo ai piedi della collina, da lì il passaggio è serrato e non si può passare, ci sono i lupi, ma dopo il recinto è tutto più verde, tutto così naturale, e noi stiamo guardando il tutto come una pizza, allora dissi a Elisabeth -che ne dici? Lo facciamo?- e lei -No! Ma sei pazzo?-esclamò, ma riguardò cosa c'è dopo il recinto, mi guardo con aria decisa e mi disse -Ma cosa stiamo aspettando?- e mi sorrise.

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