Capitolo 1

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Attenzione: questa storia contiene ideologie Naziste, non prendete sul serio i miei termini, io non sono razzista.

"Corbianco, attenta!" Distolgo lo sguardo dal mio diario e torno a guardare la lavagna, la superficie nera è ricoperta da lettere e numeri. La classe è in silenzio. Copio velocemente le scritte alla lavagna. La campana d'uscita suona, raccolgo le mie cose ed esco. Appena fuori noto mio cugino, Daniele. Lui è molto protettivo nei miei confronti, quasi più dei miei genitori. Per loro una ragazza di 17 anni può al massimo essere vista, ma mai sentita. Se ne sta tutto il giorno in salotto a ricamare, in casa mia c'è la stessa atmosfera che c'era nelle case inglesi del 1800, con una domestica, una grande stanza chiamata "Nursery", una cuoca... ma siamo a Milano, non lontano da via Monte Napoleone. Qui sono nata e cresciuta, ma ho origini tedesche, questo spiega la mia carnagione chiara e i miei occhi azzurri. Sono della razza "Ariana" inventata da Hitler. E si, credo in questa cosa. Noi siamo fatti per comandare l'universo, non possiamo aspettare popoli o regioni arretrate. Mia mamma non avrebbe mai saputo che suono avesse la mia voce, se ogni sera non avessi fatto il segno nazista, con tanto di "Heil Hitler". L'umano deve essere perfetto, nei minimi dettagli. Non è colpa di Hitler se quella gente non lo era. Ah, che stanchezza. Dopo aver salutato i miei genitori con una stretta di mano, me ne vado in camera. "Heil Hitler!" Esclamo, prima di mettermi sotto le coperte e cadere in un sonno profondo, sogno fili spinati e fucili.

Antonio
Uff, di nuovo a scuola. Un anno ed ho finito. "Antonio! La colazione non te la faccio, devo scappare!" Non faccio in tempo a rispondere, che mia mamma esce da casa, sbattendo la porta. Perfetto, anche senza colazione oggi. Con fatica mi alzo e mi preparo. Oggi devo vedere Daniele ed Alex, ci sarà anche la cugina di Daniele, Arianna, mi sembra, è parecchio attraente, ma sinceramente non ci ho mai parlato. Daniele mi ha detto alcune cose su di lei, e il fatto che sia razzista non mi piace affatto. Prima il mondo era tutto unito, e non c'erano confini. Quindi, anche se materialmente ci sono, perchè crearli anche mentalmente?

Arianna
"Maria! È pronta la colazione?" Attendo una risposta dalla sproporzionata cuoca al piano inferiore, che non tarda ad arrivare "certo signorina!" Scendo dal letto, infilo le pantofole e scendo le scale. Prima di entrare in cucina raccolgo i miei capelli biondi in uno chignon disordinato e, subito dopo, mi siedo a tavola. Mangio di gusto la colazione, risalgo in camera, prendo le prime cose che mi capitano davanti ed esco, con lo zaino in spalla. A prima vista non sembro una ragazza particolarmente ricca, una felpa nera, leggins presi a caso e scarpe da ginnastica, non è molto femminile. Sospiro quando intravedo il grande edificio rossastro, la mia scuola. Milano mi piace, anche se adoro la Germania... "Corbianco, sei in ritardo" faccio un cenno di saluto alla prof di Greco, mi siedo, estraggo i libri dallo zaino e inizio a prendere appunti, studio molto, voglio andare in Inghilterra a fare un college decente, e poi trasferirmi in Germania, ma non succederà presto.

Antonio
"Fiordispino, risolva questa eqazione!" Passo il gessetto alla lavagna, formando un bel numero preciso, ma, purtroppo, sbagliato. I professori non possono pretendere che io, in quinto liceo, mi ricordi cose delle medie. Sento aprire la porta alle mie spalle, mi volto e vedo alcuni alunni del 4B. Li osservo uno ad uno. Alessia, Marco, Luca, Gabriele e Arianna. Si siedono in fondo all'aula. Durante la mia osservazione, il signor Bianchini ha già riempito la lavagna di lettere e freccie. "Ora hai capito?" Per non prolungare la scena imbarazzante annuisco e torno al mio posto. SOrrido ad Arianna, che mi saluta con un cenno della mano. Mi siedo al mio posto, non capisco perchè la classe di Arianna si sia divisa prima della fine dell'ora. Suona la campana dell'intervallo. Usciamo e, come al solito, vado al bar della scuola. Non è molto affollato, qui ci stanno quelli dell'ultimo anno, e non accettano nessuno. Eccetto Arianna, a quanto pare. La vedo al bancone del bar, con una lattina in mano, che scherza con un mio compagno di banco. Lascio perdere la ragazza e vado a sedermi al tavolo ovale con Daniele ed Alex. Dani mi fa segno di aspettare, poi compone un numero "Wey! Siamo dietro di te" E chiude la telefonata. Arianna si volta, sorride e si avvicina a noi. "Ciao... Loro chi sono?" Dice, sedendosi sulla sedia arancione "Lui è Antonio o Stash e lui Alex" Guarda il ciuffo per un attimo, poi mi stringe la mano, è fredda e piccola. "Ciao Alex" fa un gesto di saluto a mio cugino e torna a guardare Daniele "Ari, vuoi unirti al nostro gruppo?" Apre gli occhi, prima socchiusi, e sorride "Cosa fate nel vostro gruppo?" Chiede felice "usciamo tutti insieme, abbiamo un luogo di ritrovo e poi si vedrà, decidiamo dopo" rispondo al posto di Daniele, lei smette di sorridere e socchiude di nuovo gli occhi, cosa le ho fatto io? Suo cugino sembra notarlo, quindi le dice le stesse cose. "Okay! Volete il mio numero?" Io ed Alex accettiamo, ci prende i telefoni con le mani nascoste dalla felpa e ci memorizza il suo numero. È incredibilmente veloce. Ci restituisce i cellulari, ci saluta e se ne va. Con un po' di fastidio, al suono della campana, torniamo in classe. La prof di Latino è già dentro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 07, 2015 ⏰

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You are my insanity. [Stash Fiordispino]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora