23 - Non ero io

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Harry's pov.

Si stavano abbracciando e quello non era un abbraccio da amici.

Si stavano stritolando.

Forse si era trovata un nuovo ragazzo. Uno bello, magari anche ricco. Famoso. Uno come lei. Di un certo livello. Non una nullità come me.

Non gliene fregava niente di me, niente. Ne di me ne del nostro "appuntamento".

Ero furioso, arrabbiato, distrutto, ferito, umiliato. Incazzato.

Lasciai che la rabbia defluisse fino alle gambe e cominciai a correre. Corsi veloce, spedito, senza fermarmi. Senza pensare alla stanchezza. Senza pensare al fiatone che avevo.

Corsi veloce. Lontano da tutto e da tutti. Lontano da lei. Lontano dalla città, piena di persone finte e bugiarde.

Finchè non mi fermai.

Mi ritrovai in un luogo desolato. Ero solo. Non c'era nessuno.

Gridai. Urlai. Buttai fuori tutto quello che tenevo dentro. Mi sfogai. Diedi calci ai pali della luce, ai bidoni dell'immondizia, agli scatoloni buttati in mezzo alla strada.

Urlai il suo nome. Samantha.

Quando mi calmai tornai a casa, camminando. Lo sfogo mi aveva fatto bene. Mi sentivo un po' meglio. Però ero sempre triste e ferito.

Non riuscivo a togliermi dalla testa l'immagine di lei che abbracciava quel tipo.

Lei che abbracciava un tipo. E quel tipo non ero io.

Beh cosa mi aspettavo? Che tutto ad un tratto lei venisse da me e mi dicesse: "Harry, lo so che sono bellissima e potrei avere tutti i ragazzi del mondo ai miei piedi, ma io ho scelto di stare con te" ?

Scossi la testa.

I miei occhi iniziarono a pizzicarmi. No. Non dovevo piangere. No. Dovevo essere forte. Ero forte.

Mi presi la testa fra le mani e mi tirai i capelli.

Ero uno stupido ad averle creduto. Uno stupido.

---

Mi svegliai la mattina dopo, nel mio letto a casa.

All'inizio non mi ricordavo niente della sera precedente.

Poi i ricordi, inizialmente confusi e sbiaditi, cominciarono a delinearsi.

Io che correvo per vie sconosciute. Urlavo. Gridavo.

Io che tornavo a casa. Mi buttavo sul letto e mi addormentavo. Vestito, con le scarpe e tutto.

Il mio cuore che gridava dal dolore.

Tutto per colpa di Samantha che abbracciava un tizio sconosciuto. E non me.

Non me.

Quelle parole mi rimbombarono nella testa finchè non decisi di alzarmi dal letto.

Mi guardai allo specchio e quasi non mi riconobbi. I capelli erano sporchi e molto più spettinati del solito, i vestiti spiegazzati e rovinati e avevo una faccia orribile a forza di gridare.

Accesi il telefono. Avevo un sacco di messaggi da... Sam!

Non leggerli, non leggerli, non leggerli!

Li lessi.

Sam: Ehi Harry
Sam: Dove sei?
Sam: Ti aspetto
Sam: Vieni dai
Sam: Harryyyy!
Sam: Dove sei?!
Sam: Perchè non rispondi?
Sam: Ti prego vieni!
Sam: Sei in ritardo
Sam: Harry♥
Sam: Perchè non sei venuto?

Harry: Non fare la finta tonta...

Sam: Non capisco...

Harry: Ti ho vista sai, con quel ragazzo
Harry: Che vi abbracciavate
Harry: Ho visto tutto

Non rispondeva.

Fanculo Sam.

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S/A

Che ve ne pare? Sono abbastanza fiera di questo capitolo...♥

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