Al suono della sveglia, la quale sembrò funzionare meglio dopo averla sbattuta per terra, aprii gli occhi. Lentamente. Mi stiracchiai, poi mi rilassai, tranquillamente. Provai a mettere un piede fuori dal letto: pessima idea. Mi rannicchiai sotto le coperte, apprezzando la confortevolezza di quel momento. Chiusi gli occhi.
"Kelsey, alzati!" La voce senza emozione di mia madre rimbombò nella stanza. Probabilmente, mi riaddormentai senza neanche accorgermene. Non feci caso al rumore della serranda che veniva tirata su, al frastuono dei passi e al suo respiro pesante.
Finché non mi levò la coperta di dosso, facendomi rabbrividire.
"Muoviti" mi ordinò, dandomi un pizzicotto sul braccio. "La colazione è pronta" mi informò, prima di scomparire. Mi girai a pancia sopra, fissando il soffitto. Notai come pezzi di cemento bianco caddero a terra e sopra la mia coperta. Voltai la testa verso la finestra, scorgendo un cielo nuvolato e alcuni raggi del sole. Mi passai le mani tra i capelli e mi misi seduta. La tentazione di rimettermi giù era alta, ma mi feci coraggio e scesi dal letto.
"Che palle" mormorai, dirigendomi verso il bagno, quasi sbandando. Mi guardai allo specchio e sbuffai. Aprii il rubinetto, mi sciacquai il viso e lavai i denti. Tornai in camera e mi vestii velocemente. Indossai un paio di jeans e una felpa larga. Dopodiché mi recai in cucina e mi sedetti al tavolo, insieme a mia madre. La scrutai bene in faccia, cercando di decifrare qualche possibile stato d'animo. Era china sul tavolo e stava leggendo qualcosa su un foglio, reggendosi la testa con le mani. Le occhiaie erano ben visibili e gli occhi erano rossi. Scossi la testa, per poi afferrare una brioches e addentarla. Bevvi una tazza di latte e cacao e mi alzai. Andai all'entrata per prendere lo zaino, ritornai in cucina per salutare mia madre, la quale mi fece soltanto un ceno con la mano, ed infine uscii di casa. L' aria era particolarmente rigida e sentii subito freddo. Mi incamminai verso casa di Caitlynn a passo svelto, cercando di scaldarmi almeno un po'.
Mi sedetti su uno degli scalini fuori dall'entrata di scuola, appoggiando lo zaino di fianco a me. Il secondo giorno era appena finito. Incrociai le gambe, come ero solita fare, misi le cuffiette e ascoltai della musica, aspettando che Caitlynn uscisse. Canticchiai, muovendomi a ritmo, quando qualcuno afferrò la mia cuffietta destra. John. Ovvio. Mi baciò la guancia, sorridendomi. Gli mostrai un sorriso anch'io, ma ero consapevole del fatto che fosse finto e spento.
"Hey, che succede?" mi chiese, circondandomi le spalle con un braccio.
"Caitlynn non te l'ha detto?" gli domandai.
"Che cosa?" Corrugò le sopracciglia.
"Tra un giorno e mezzo non avremo più una casa, John. Io, Dylan e mamma" spiegai, semplicemente.
"Cos- che?" disse, mettendomisi difronte ed afferrandomi le mani.
"Quello che ho detto, John" dissi, fissando un punto a caso aldilà della sua spalla.
"Ma come cazzo è successo?" mi domandò, scuotendo la testa.
"Da quello che so, mamma non ha più risorse per pagare l'affitto, Damian neppure, e papà ha già il suo appartamento da pagare, perciò non ha niente da darci" dissi. "Questo è" sospirai profondamente.
"E adesso? Dove andrete?" mi chiese.
"Non lo so.. forse ci ospiterà la famiglia di Caitlynn" dissi. La mia famiglia e quella di Caitlynn erano sempre state unite. Mia madre e la mamma di Cait erano migliori amiche sin dal liceo e così le loro figlie. Io e Caitlynn eravamo cresciute insieme. Facevamo tutto insieme. Era più di una sorella per me. Lei era un po' come la mia costante. Era l'unica persona di cui potevo fidarmi ciecamente. C'era sempre e comunque e la amavo per questo. Significa il mondo per me e non avrei mai potuto ringraziarla abbastanza. Aveva fatto molto per me. Anche il più piccolo dei gesti. Ma era sempre lì.
STAI LEGGENDO
Rich&Poor
RomanceLa vita è strana. Davvero strana. Io non la capivo. Che senso aveva tutto ciò? Avevo milioni di domande, ma zero risposte. Non comprendevo ciò che mi accadeva. Non sapevo perché dovessi vivere certe situazioni. Di certo, non rimpiangevo la mia vita...