• Ronnie's pov
Ci saremmo esibiti dopo altre tre canzoni. Era il nostro momento finalmente ed eravamo entusiasti per la prima tappa dell'anno al Warped. C'era solo una cosa che mi distraeva: la band che si stava esibendo in quel momento, o meglio, quel cantante: La sua pelle nivea spiccava sotto ai capelli corvini, il corpo coperto da vestiti altrettanto neri. Aveva davvero una bella voce.
Ero completamente assorto nei miei pensieri; lo guardavo muoversi e padroneggiare il palco, quando tutto d'un tratto si voltò, verso di me. Il suo sguardo mi fece sussultare per un istante. Dio che occhi. Erano di ghiaccio, e nel momento in cui incontrarono i miei, un brivido mi attraversò la schiena.
«Che fai Ronnie, guardi la concorrenza?» scherzò Jacky.
«Cosa? No!» risposi prontamente, cercando di mascherare l'imbarazzo. Max, però, sembrò averlo notato dato il suo sguardo confuso fisso su di me.
Scrollai le spalle e tornai a guardare il concerto dal backstage, mentre gli altri riprendevano a chiacchierare tranquillamente.
Le restanti canzoni finirono più velocemente del previsto, e quando la band lasciò il palco, sentii le ultime parole che avrei voluto sentire.
«Dubito che riusciate a fare meglio di noi» disse scontroso il bassista strizzando l'occhio nella mia direzione. Risi, anche se in realtà ci ero rimasto davvero male. E dal momento che ero troppo orgoglioso per ammetterlo, li salutai alzando il dito medio nella loro direzione mentre si allontanavano.
Fanculo quel tipo, fanculo tutto il resto.
«Pronti ragazzi? Facciamogli vedere di cosa siamo capaci» dissi rassicurando la mia band.
Entrai sul palco correndo, e le urla dei fan mi resero la persona più felice sulla terra.
• Andy's pov
«Beh, sentendo le urla, direi che hai torto Ash» dissi mentre la musica iniziava a propagarsi per il backstage.
Seguì un lungo momento di silenzio in cui gli altri membri si guardarono perplessi.
«Che ho detto di sbagliato? Sono bravi. Perché non puoi ammetterlo e basta» continuai.
Odiavo quando Ashley si comportava come un bambino. Solo perchè erano una band emergente non significava che non valessero niente.
«Perché li difendi? Ti importa tanto?» sputò lui.
«Non mi piace quando fai quelle battute, sembri uno di quei bulli del cazzo» risposi alterato.
«Ma ho solo detto che..»
«Senti, fa' come ti pare» lo interruppi alzandomi e guardandolo con disprezzo. Mi resi conto di essere piuttosto irritabile in quel periodo. O forse lo ero sempre. Comunque non volevo più stare ad ascoltarlo: a volte sembrava una persona diversa, non sembrava più l'Ash di una volta. Non sembrava più il mio migliore amico.
Uscii dal backstage per camminare da solo. Amavo stare da solo, mi riusciva così facile. Potevo sentire tutti quei fan urlanti che acclamavano i Falling In Reverse - o almeno così mi sembrava di aver letto sulla programmazione-, e mi augurai che anche Ash riuscisse a sentirli, così avrebbe smesso per una buona volta di criticare tutto e tutti coloro che non gli andavano a genio.
Mi sedetti in un angolo isolato tra gli stand del merchandise con lo sguardo fin troppo concentrato su un sasso al centro della strada, e la faccia corrugata in un broncio indefinito, tra l'espressione arrabbiata e quella esausta. Iniziai a torturarmi le pellicine attorno alle unghie, quando sentì una voce pervadere la mia mente.
Mi concentrai, volevo sentirla meglio: doveva essere per forza quella dello strano ragazzo che mi fissava. Rimasi in silenzio per svariati minuti ad ascoltarla: era così bella. Era insolita, ma affascinante. Involontariamente cominciai a ciondolare la testa all'indietro godendo di quei minuti di pace, cullato dalla musica.
Avevo completamente perso la cognizione del tempo, e quando riaprii gli occhi sentì il cantante ringraziare la folla. Peccato, avrei voluto stare ad ascoltarlo ancora.
Mi alzai da quella posizione alquanto scomoda, con i muscoli intorpiditi e mi avviai verso il backstage per raggiungere gli altri. Guardavo a terra, quando tutto d'un tratto mi trovai davanti un paio di vans nere. Alzai lo sguardo, leggermente irritato dal fatto che qualcuno mi stesse intralciando la strada. Quando vidi a chi appartenevano quelle scarpe però, rimasi bloccato per un paio di secondi, fino a quando la mia bocca non si decise a parlare.
«S-senti scusa per.. per Ashley, lui è.. un po' stronzo, mi spiace che vi abbia detto quella.. si, quella cosa insomma» furono le uniche parole che riuscii a proferire. Balbettavo, ma perché? Non mi succedeva mai.
Lo vidi sorridere, quindi continuai a parlare: «però sei stato davvero bravo, cioè voi.. uhm, complimenti»
«Oh, quindi ci hai ascoltati?» mi chiese lui, leggermente stupito.
«Si, beh, da fuori. La gente vi adora»
«E tu?» chiese mostrandosi spavaldo.
«Io.. ti importa davvero la mia opinione?» replicai.
«Altrimenti non te l'avrei chiesta»
«In realtà vi ho trovati fantastici. Sono rimasto qui per tutta la vostra esibizione, così potevo ascoltare in pace» confessai timidamente.
Le sue guance si tinsero di un lieve rosso, e il suo sguardo si abbassò rapidamente.
«Ti ringrazio. Anche voi non siete niente male» disse poi, recuperando le sue forze.
«Che intendi precisamente con "niente male"?» lo guardai sorridendo mentre alzavo il sopracciglio.
Lui scoppiò a ridere. Dio, la sua risata era così bella. Mi sentì avvampare, ma cercai di non dare nell'occhio.
«Scherzavo, siete molto bravi» rispose convincente. «Ti va se ci facciamo un giro qui intorno, stasera?» mi chiese.
Spalancai gli occhi incredulo. Cosa? Avevo sentito bene? Quel ragazzo mi stava davvero invitando? Iniziai a sorridere involontariamente. "Okay Andy, ora calmati" disse una voce nella mia testa. Illudermi non sarebbe servito a niente. Non potevo permettere che succedesse ancora. "Sicuramente è etero, gli si legge in faccia. E magari anche fidanzato" continuò quella voce fastidiosa. Mi conoscevo fin troppo bene: sapevo quanto facilmente riuscissi a costruire nella mia mente fantasie irrealizzabili, che poi venivano puntualmente distrutte dalla realtà. Ad ogni modo non volevo perdermi un'occasione del genere, e accettai subito.
«Si mi va, Radke» dissi enfatizzando il suo cognome, con il tono più calmo che riuscissi ad ottenere.
«Alle 9:00 ci troviamo qui?» chiese lui. Avrei giurato di aver visto una scintilla d'euforia accendersi nei suoi occhi scuri.
«Perfetto» risposi infilandomi le mani nelle tasche ed iniziando ad indietreggiare.
«Aspetta! Com'è che sai il mio nome?» ribattè prontamente.
«Prima l'ho sentito dire dai fan. Comunque, io sono Andy Biersack. Piacere di conoscerti»
«Ronnie, piacere mio».
Ronnie. Ronnie Radke. Sorrisi impercettibilmente. Dentro sentivo il mio cuore battere più forte del normale.
Si, mi ero promessa di aggiornare ogni settimana, ma con la scuola è praticamente impossibile.. comunque, spero vi piaccia :)
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Done For You || Rondy
FanfictionRonnie e Andy partono per il Warped Tour con le loro band. Un semplice incontro però, riuscirà a sconvolgere completamente le loro vite, e a far crollare tutte le loro convinzioni. - "Non sapevo cosa stesse succedendo. Mi sentivo.. strano quando ero...