Tre.-"Credo stia piangendo."

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||Elly||

-Ti prego chiudi la tenda. Non voglio vederlo, Lauren.
-Va bene, va bene.
Mi posiziono dietro alla mia amica e tenendo le mani sul viso mi appoggio a lei mentre chiude le tende. Sto piangendo, eppure è colpa mia. Ho avuto tre mesi per pensare bene a cosa voglio, e invece che aver deciso mi ritrovo più confusa di prima perché voglio stare con entrambi.
-Elly.
-Sì?
-Non vorrei dirtelo ma credo stia piangendo, quasi.
Tolgo le mani per guardarlo ma Lauren mi spinge via e mi fa sedere sul letto.
-Senti tesoro, andiamo a dormire. So che è presto, ma hai bisogno di non pensare a lui.
-Va bene.
-Vederlo piangere peggiorerebbe la situazione.
-Hai ragione, se dormo non ci penso.
Vado a stendermi nel lato sinistro del letto e Lauren si mette accanto a me, ci abbracciamo a affondo il viso nei suoi capelli biondi. Durante l'estate ha cambiato colore e devo dire che la preferisco così.

Cerco in tutti i modi di dormire e non pensare a lui ma è impossibile, non ci riesco. Ho bisogno di abbracciarlo, di dirgli che lo amo e che non deve piangere per me.
Mi alzo lentamente dal letto e metto il cuscino tra le braccia di Lauren, cammino lentamente fino all'armadio e prendo una felpa e delle lenzuola. Indosso la felpa ed inizio ad arrotolare e unire le lenzuola insieme fino a formare una corda più o meno lunga. Mia mamma mi ucciderà, ne sono certa. Mi ucciderà se non muoio prima.
Metto una delle due punte della "corda" sotto al baule e butto giù la parte restante dalla finestra, non tocca proprio terra ma dovrei riuscire a non farmi male.
Cerco di avvolgere le gambe attorno al pezzo di stoffa che è sopra al bordo della finestra e, dopo aver stretto forte le dita intorno al lenzuolo vado giù senza pensare minimamente al modo orribile in cui sto scendendo. Infatti cado dando una botta così forte al sedere che non so se riuscirò a camminare. Bene.
Gattono fino al giardino di Lorenzo, l'erba mi solletica il palmo delle mani dandomi il prurito. Mi fermo sotto alla sua finestra e in quel momento realizzo di aver fatto una cosa davvero stupida. Ora come dovrei salire da lui? Non posso suonargli.
Ma pensandoci bene, potrei provare a tirare dei sassolini. Ha la finestra aperta, magari sente il rumore o non lo so. Provare non mi costa niente.
Raccolgo dei sassolini e, alzandomi dolorante, inizio a tirarli dentro alla sua stanza nella speranza che mi senta.
-Eddai Lorenzo.
Insisto, ma nessun risultato. Forse dovrei tornare in camera. Ma no, non dopo tutta la fatica che ho fatto per scendere.
-Elly cazzo, che ci fai qua?
-Finalmente ti sei svegliato.
-Stavo dormendo a terra e i tuoi fottuti sassolini mi hanno colpito.
-Perché hai dormito a terra?
-Non sono fatti tuoi.
-Posso salire? Devo parlarti.
-Ti lancio la chiave, cerca di non far rumore mentre sali.
Annuisco e vado velocemente verso la porta, apro lentamente cercando di non farla scricchiolare. Cammino in punta di piedi, fortunatamente non ho messo le scarpe. In qualche strano modo riesco a raggiungere la stanza di Lorenzo senza far alcun rumore. Entro all'interno della stanza e ammiro Lorenzo che è appoggiato alla finestra.
-Cosa devi dirmi di così importante da disturbare il mio sonno?
-Direi che ti ho fatto un favore dato che non stavi dormendo molto comodamente.
-E tu che ne sai che non stavo comodo? Comunque parla, forza.
Prendo un respiro e mi avvicino rapidamente a lui, mi ritrovo quasi attaccata a lui e lo guardo negli occhi.
-Mi dispiace.
Mi alzo in punta di piedi e, appoggiandomi sulle sue spalle, unisco le mie labbra con le sue in un tenero e delicato bacio.

StalkerJar|| Lorenzo Paggi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora