Ehilà! Questa è la prima fan fiction a capitoli che pubblico qua, e non so quanto successo avrà, come andrà, ma sono fiduciosa. La trama che mi è venuta in mente mi piace tantissimo e la devo solo a una canzone, che per adesso non vi svelerò. Ma la ritroveremo più avanti nella storia.
Questo è il primo capitolo, lo pubblico così – rompo il ghiaccio!
Votate, lasciate commenti, ho bisogno di sapere se volete un continuo, altri capitoli, se vi piace anche se non capirete molto di quello che succederà solo dal primo capitolo. Ma fidatevi di me, sì?
Potete trovarmi su twitter per ogni cosa, sono @\\lebenlouis.
Love ya!
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Louis Tomlinson era un ragazzo dalle mille sfumature, come i suoi occhi. Se avessi chiesto ai suoi amici di descriverlo molto probabilmente la prima cosa che avrebbero detto sarebbe stato un – "simpatico! Simpaticissimo! Lui è l'anima del gruppo. Fa le peggio stronzate; appena apre bocca ci lasci i polmoni."
Se l'avessi chiesto ai suoi genitori – o meglio, a sua madre, avrebbe risposto qualcosa tipo "oh, mio figlio è un così caro ragazzo! Si impegna nello studio, è intelligente, ha moltissime qualità." Anche se molto probabilmente l'avrebbe solo detto per orgoglio personale, dato che quello che diceva a suo figlio era completamente diverso – quelle poche volte che ci parlava. Non che fosse colpa di Louis, lui ci aveva provato, tante volte, ma lei semplicemente o non l'ascoltava o semplicemente se ne andava dicendo "non mi interessa niente! Lasciami in pace – Dio, quanto parli." E, okay, Louis era un gran chiacchierone, ma con i suoi amici. Quando ci provava, a casa, raccontava solo la sua giornata per far conversazione, ma, beh, sarebbe stato come parlare da solo. E lui se n'era fatta una ragione già da un po' di tempo. La sua forza erano gli amici, ciò che aveva fuori da quella casa – o meglio dire gabbia di matti. Viveva con sua madre, il compagno di sua madre, Dan, e il piccolo Ernest. Lui sì che l'adorava. Quando a pochi mesi si sporgeva per succhiargli una guancia già lo faceva sentire capito più di quanto si sia mai sentito con sua madre.
Dicevamo, Louis è molte cose. Louis è solare. Louis può essere il peggio depresso. Louis può essere una perfetta spalla su cui piangere. Louis è il pagliaccio della classe. Louis è quello cresciuto mentalmente troppo in fretta. Louis è quello che ama cantare, ma lo fa di nascosto. Louis è quello che soffre. Che piange in silenzio. Louis è quello dai mille e più social network. Louis può essere stronzo. Veramente stronzo. Non fategliene una colpa – è semplicemente stato portato a diventare così. Da persone oscene conosciute sulla sua strada che approfittando della sua dolcezza, poi, l'hanno ferito ed usato. Louis è quello spaventato dalla sua sessualità incerta. Louis può essere acido. Nel frattempo, un "vedi, Louis? Chi cazzo ti vuole con questo comportamento di merda che hai? Sei acido! E' giusto che tu sia solo. Fai schifo" accompagnato dalla voce stridula di sua madre fa da sottofondo a questa descrizione strappalacrime. Louis è colui che crede nell'amore, nell'amore quello vero, nel destino, in tante cose. Ma che ha anche la paura di amare che gli frantuma le ossa.
Il nostro bel diciottenne se ne stava seduto davanti la televisione di Niall in quel momento, con un joystick in mano e tanti insulti sulla lingua rivolti al biondino e al traditore – anche comunemente chiamato Liam – che, da sottofondo, esultava per un gol dell'irlandese.
"Colpa tua, pelato di merda!" sbottò Louis puntando il dito contro Payne, mentre il suo avversario e ormai vincitore se ne stava a terra a piangere dalle risate esalando dei "pelato di m-AHAHAHAHAAH-mi sento mal-AHAHAHAAHAHA".
"Cosa vuoi da me, sei tu che giocavi, se sei un perdente sei un perdente, mi dispiace! Come disse un vecchio saggio: you fookin' losah!"
"Vecchio saggio ovvero la tua crush."
"Crush? Parla come mangi, Lou"
"La tua cotta, il marocchino, Lì" gesticolò Louis, con un ghigno sul viso. Sapeva che l'avrebbe fatto arrabbiare chiamandolo così. In tutto questo, abbiamo sempre Niall in sottofondo che "AHAHAHAHA-MAROCCHIN-AHAHAHAHHAHAH". Amava Niall, assolutamente.
Tomlinson non fece però in tempo a seguire la risata del biondo che gli arrivò un cuscino in faccia.
"Il mio futuro marito è pakistano, ignorante schifoso."
L'argomento della discussione tra i due, nel frattempo, sta – "OH MIO DIO, ZAY, CI SONO CI SON-" ecco, qui abbiamo pure un esemplare di Harry Styles alle prese con un orgasmo. Ebbene sì, i due si stavano dando da fare, dato che quel pomeriggio si stava rivelando troppo noioso e – semplicemente hanno dato sfogo ai loro ormoni. Normale, no? Chi non scopa col proprio migliore amico quando si annoia?
Fatto sta che adesso, Zayn si stava già alzando i pantaloni mentre Harry lo imitava, per poi concludere il tutto con un "cazzo, sto morendo di fame."
Loro non avevano una relazione, hey, non pensate male, semplicemente entrambi avevano una concezione dell'amore distorta, ma che alla fine si concludeva ugualmente con un "meglio cose senza importanza come questa che tutte quelle stronzate" – quindi, non dateci troppo peso.
Due panini e due rutti dopo, il ragazzo dai capelli corvini, in mezzo ad un monologo su come fosse noioso quell'ultimo periodo, però, fece quella domanda che darà inizio a tutto.
"Hai presente Louis Tomlinson? Quello che fa sempre il figo con i suoi amici?"
O, anzi, forse quello che, dopo varie discussioni e vari "ma cosa ti sei fumato, Z" di Harry, diede inizio a tutto fu l'ultima preghiera del mulatto che poi fece sì che il ricciolino gli desse manforte.
"E dai H, ti giuro che niente andrà male. Tutto avverrà secondo il nostro motto. Colpisci e fuggi."
Angolo Autrice:Siete sopravvissute? Come? No – okay, scherzo......... ORA. Aspetto solo vostri segni, scrivetemi ciò che fare! Continuo? Non continuo? Dipendo molto da voi. PLSSSSSSSSS.
LOVE YA EEEEEEE COMMENTATE, I NEED YA.
-Giul "
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Fall. | larry
FanfictionFall. Verbo inglese dal significato cadere. Ci sono tanti modi per cadere. Chi scivola dalle scale, chi inciampa, chi "fall in love". Oppure, chi cade in un tranello. Chi lo sa. _____________________ Harry, con la paura di sentire emozioni troppo fo...