CAPITOLO6

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Arrivammo davanti casa mia, scesi dal motorino e ringraziai Zayn, ma prima che io potessi aprire la porta mi fermò

«Ti va di venire alla mia festa di compleanno? Ci sarà molta gente, tra cui tuo fratello» mi chiese speranzoso

Non sapevo cosa dire, ma poi risposi

«Mh, va bene»

«Okay allora, fatti trovare da me alle 20:00 e in quanto al posto, non devi preoccuparti perché Jack sa dove abito.» disse per poi sfrecciare in una parte non definita con il suo motorino.

Entrai a casa e vidi Jack seduto sul divano intento a guardare la TV

«Hey, ciao» lo salutai e sentendo la mia voce, si girò a guardarmi

«Hey, com'è andata la serata?» disse semplicemente

«Abbastanza bene dai, anche se senza di te mi son sentita un po' fuori luogo» gli dissi

«Mi dispiace per non essere rimasto alla festa insieme a te, ma davvero non mi sono sentito bene»

«Jack, l'importante è che adesso stai bene. Non ti devi preoccupare.»

Dopo averlo abbracciato, andai in camera mia e vidi lui.
Chiusi immediatamente la porta a chiave.

«Ma posso sapere perché cazzo sei sul mio letto?» dissi arrabbiata

«Semplicemente faccio quel che voglio» disse per poi alzarsi e avvicinarsi pericolosamente a me

«Tu non sei nessuno per entrare in camera mia quando ti pare e piace e per di più sul mio letto! Cosa c'è? Hai finito la tua bella scopata con la troia?» dissi accecata ormai dalla rabbia

Non sapevo neanche perché al pensiero di quella scena mi si restringeva il cuore.

«Shh» disse per poi poggiare il suo indice sulle mie labbra

Mille brividi percorsero il mio corpo. Non doveva succedere, non ora.

«Se ho capito bene dovresti andare alla festa di Zayn» disse sussurrandomi il tutto all'orecchio con la sua meravigliosa voce roca.

«S-si, quindi?» iniziai a balbettare per il troppo imbarazzo

«Tu non ci andrai o sono guai» rispose per poi mordermi il lobo.

Il mio stomaco stava facendo capriole dalla gioia e mille farfalle vi si presentarono all'interno

Cazzo Chloe, calma.

«Io faccio quel che voglio, ed ora va via» dissi con tono insicuro

Cosa che però lui non si fece ripetere due volte e, prima di sparire, mi avvertì per la seconda volta.

Mille domande giravano per la mia testa e non riuscivo a trovare una risposta a nessuna di esse.
Mi recai in bagno per farmi una doccia, cosa che servì per rilassare i miei muscoli.

Finita la doccia indossai il mio pigiama e mi misi a letto per poi addormentarmi.

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