CAPITOLO 6

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Primo giorno di scuola..

La sveglia suona, segnando le 07:30. Il mio cuore sobbalza dal petto e l'ansia che mi assale è alle stelle! Non sapere ciò che mi aspetterà mi spinge in un grande vortice di incertezza e paura da cui non trovo l'uscita necessaria!
Solo al pensiero di varcare la soglia di una nuova scuola, di essere guardato da milioni di occhi che ti scrutano perché sei nuovo, di avere nuove insegnanti, di essere solo senza l'appoggio di nessun amico, mi fa venire voglia di buttarmi sotto le coperte e fingere una febbre che duri almeno per tutto l'anno scolastico!

Ma questo purtroppo non è possibile! I problemi devono essere affrontati, mi ripeto tra me e me, e non si deve scappare di fronte a loro.
E poi non posso deludere coloro che hanno riversato tante speranze su di me, i miei genitori!
Ripenso ai tanti sacrifici che loro fanno, a mio padre che pur di offrire una vita migliore a me e a mia madre, ha deciso di abbandonare la sua amata Calabria, la terra in cui è nato e cresciuto, luogo da cui non avrebbe mai voluto staccarsi! Solo per noi , lui ha fatto tutto questo e non posso comportarmi così!

In un secondo mi alzo dal letto, mi preparo, prendo lo zaino e vado in cucina per fare colazione, anche se il mio stomaco è completamente chiuso!
Prima di uscire, mi soffermo sulla foto incorniciata che ho sul comodino. Una semplice foto che riporta me e i miei inseparabili amici, quando siamo andati al mare. Tutti e 5 uniti, abbracciati e sorridenti! Un velo di nostalgia oltrepassa la mia mente. Le loro parole prima di partire  risuonano ancora forti dentro di me e soprattutto, il gesto del nostro patto è un immagine indelebile  ed è proprio quello che mi da tanta forza e speranza! Speranza di incontrare anche qui persone speciali come loro!

Appena entro in cucina, mia madre è in subbuglio! Non sa cos'altro mettere in tavola per farmi avere una colazione, come dice lei, che mi dia tanta carica. Per non darle un dispiacere dopo tutto il lavoro fatto per me , accetto solo una fetta di ciambella al cioccolato.

Il clacson di mio padre, distoglie la mia attenzione dalla dolcezza della ciambella che, a mio parere, è la più buona di tutta la terra! Prima di uscire, saluto mamma che mi da un grande abbraccio e un in bocca al lupo, prendo lo zaino e mi diriggo in macchina, quando qualcosa di familiare mi assalisce completamente! È lui, è Jake il mio grande adorato cucciolo! È cresciuto un po da quando siamo arrivati, ma è sempre adorabile! Lo accarezzo amorevolmente ed entro in macchina.

All'arrivo mio padre mi saluta con un bacio sulla fronte ed io entro nella scuola. Il corridoio è vuoto, segno che già gli altri ragazzi hanno preso posto nelle rispettive classi. Io mi sento spaesato, non sapendo dove fosse la mia. Chiedo indicazione ad una professoressa, che sta prendendo dei libri, prima di entrare in classe.
-"Tu devi essere Alessandro, il nuovo arrivato! Ho parlato con i tuoi genitori quando sono venuti ad iscriverti. Sei nella mia classe! Ora ti accompagno io e ti presento. Stai tranquillo, farai amicizia e ti troverai bene. Sarà solo questione di tempo"- le sue parole sono di grande conforto e rassicurazione. Dal suo aspetto sembrerebbe  una donna di mezza età, molto bella e per quanto mi riguarda mi sta anche simpatica!

Entriamo e la prof allora  mi annuncia con queste parole-" Buongiorno ragazzi e ragazze. Oggi in questo primo giorno di scuola, vi presento il vostro nuovo compagno di classe. Si chiama Alessandro e viene da un piccolo paesino della Calabria. Si è trasferito da poco e quindi ha bisogno di tutti voi per ambientarsi sia alla nuova città che alla classe. Dategli tutto l' appoggio possibile, miraccomando!  E tu, Alessandro, puoi sederti vicino a Leonardo, lì in fondo, c'è un posto libero! "-.
Alla fine di questo discorso, ciò che ho di fronte a me, mi lascia basito. Tutti gli occhi dei miei compagni sono puntati su di me. Mi guardano da cima a fondo e mi scrutano come se fossi una alieno sceso in terra, il loro sguardo incuriosito mi da l'impressione di essere quasi un esperimento di scienze vivente! Mi sento in grande disagio. Non immagino di certo il colorito che avrò assunto in questo momento; sarà di certo  un tutt'uno con la mia maglia rossa!

Abbasso lo sguardo e arrivo al mio banco. Il mio compagno è un bambino un po grassottelo, con degli occhiali e l'apparecchio. Cerco di fare amicizia, ma non mi considera per niente e neanche mi parla. Faccio finta di niente e non do importanza alla cosa, visto l'imbarazzo che sto provando.

Nonostante siano passate tre ore e si siano susseguite tre diverse insegnati, lui non parla, sembra quasi spaventato. -"Ma perché non mi parli?"-riesco a dire. Si gira allora e mi dice -" Senti, non voglio avere problemi  pure quest'anno. Quindi lasciami in pace e non mi parlare! E se ti posso dare un consiglio, stai attento. Stai attento soprattutto a loro che non apprezzano molto i nuovi arrivati. Detto questo, la  nostra conversazione è finta. Non mi parlare più!"-le sue parole mi spiazzano davvero. Non ne capisco proprio il senso! Perché non mi dovrebbe parlare? E perché non mi dovrebbero vedere di buon occhio? Mah non ho idea, e non chiedo minimamente spiegazioni a lui, vista la sua chiarezza.
Duciamo che non è l'accoglienza che mi sarei aspettavo. Anzi queste parole mi hanno quasi gelato il sangue. Ma non ci faccio caso.

Il mio sguardo però cade sul gruppetto indicatomi da Leonardo. Sono tutti ragazzi più grandi, forse bocciati. Mi fissano e poi uno di loro, dice qualcosa e gli altri si mettono a ridere, sempre guardandomi. Non so il perché, ma non è niente di buono.
In quell'istante smetto di guardarli, e spero che si possano dimenticare di me e della mia esistenza.
Ma le mie speranze si interrompono troppo presto, proprio quando me li ritrovo davanti al mio banco.
-" Alessandro, così ti chiami vero? Ben arrivato nella nostra scuola! Come ha detto la prof , dobbiamo farti ambientare. Non c'è problema! In questa settimane ti faremo sentire come se fossi a casa tua; ma che dico? MEGLIO!!!"- detto  questo se ne vanno e iniziano a ridere.
Dovrei essere sollevato dalle loro parole, ma non ci riesco. Il loro tono minaccioso non mi fanno sperare bene e capisco all'istante, che  quello che mi aspetterà non sarà per niente facile. Capisco che ai castelli di sabbia ricchi di speranza  che stavo per costruire è bastato solo un soffio di vento, solamente uno misero, per raderli al suolo, per abbatterli!!

GRAZIE INFINITE A TUTTI COLORO CHE CONTINUATE A SEGUIRE QUESTA STORIA! GRAZIE DAVVERO A TUTTI ! BEN PRESTO LE COSE CAMBIERANNO SIA PER IL PROTAGONISTA CHE PER COLORO CHE LO CIRCONDANO! SE VI PIACE CONTINUATE A SEGUIRLA... A PRESTO

QUELLO SGUARDO MI CAMBIÒ LA VITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora