Uno.

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Eccomi qui.
Un'altra volta, la milionesima forse.
Mi ritrovo davanti allo specchio a fissare con sguardo critico il mio riflesso, a studiare ogni dettaglio del mio viso.
E non mi piace.
Mi sono svegliata poco prima quindi i miei capelli corvini sono tutti scompigliati, i miei grandi occhi marroni ora sono socchiusi per il fastidio dovuto alla troppa luce mentre il mio brutto nasone è sempre lí che sovrasta la mia faccia. In questi casi ringrazio Dio per non avermi dato anche le lentiggini, altrimenti la plastica facciale non me la avrebbe levata nessuno.
Ero ancora intenta a fissarmi allo specchio quando sento la mia sveglia suonare. Mi ero di nuovo svegliata presto: "Insonnia di merda" penso mentre vado in camera mia a spegnerla.
Essendomi già lavata e avendo già fatto colazione, apro l'armadio in cerca dei vestiti per la giornata. Dato che devo solo andare a scuola vado sul tranquillo.
Finito di prepararmi scrivo a Camilla di trovarci in piazza per entrare a scuola insieme. Sia lei che io odiamo entrare da sole a scuola, dove all'entrata ci sono tutti i "fighetti figli di papino" che si divertono a squadrarti dalla testa ai piedi. Almeno in due è meno patetico.
Camilla non la definirei come una migliore amica; andiamo d'accordo, ci capiamo ma ci facciamo solo compagnia a scuola, e a me questo basta.
Decido che è ora di svegliare mia madre se non voglio fare tardi a scuola. È una cosa odiosa entrare in classe ed essere fissata da tutti mentre il prof ti guarda storto, se ti va bene.
Quando mia mamma ha finito, mi chiama e scendiamo. Il tragitto dura una decina di minuti ma prima di arrivare mia madre mi chiede:
-Come hai dormito stanotte tesoro?-
-Non lo so, non ho quasi chiuso occhio.-
-Mi dispiace, se vuoi posso andare a vedere se trovo qualche sonnifero in farmacia.-
-No, tranquilla. Stasera proverò a farmi una camomilla.-
-Okay. Anche oggi piazza?-
-Sí.-
Arriviamo, mi lascia un bacio sulla guancia e mi dice: -Buona giornata, ti voglio bene.-
-Te ne voglio anche io. Ciao.-
Camilla ancora non c'è. Arrivo sempre prima io per la mia ossessione di non arrivare in tempo.
Quando finalmente mi raggiunge le do un leggero abbraccio e un bacio sulla guancia che mi ricambia.
Mentre ci avviamo a scuola le chiedo:
-Allora, pronta per questa che sarà una fantastica giornata di scuola?- usando tutto il sarcasmo possibile mentre lei mi risponde:
-Sicuro, adoro svegliarmi presto per venire in questo fottuto posto!-
E cosí, ridendo, entriamo.

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