Girl

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"Is there anybody going to listen to my story
All about the girl who came to stay?
She's the kind of girl you want so much it make you sorry
Still you don't regret a single day.
Ah girl, girl..."

The Beatles, Girl



-Oh su Reyna, dammi un consiglio!-
Reyna posò la tazza di caffè sul tavolo e sospirò teatralmente.
-Ottaviano, non ne ho idea! Non sono Cupido!- Ottaviano mugolò.
-Sto impazzendo. Cioè, io la odio, sul serio! Ma è anche irresistibile!- sospirò.- E' una sirena, e mi sta ammaliando con il suo canto.- Reyna lo guardò stranita.
-Ottaviano, è davvero la tua voce quella che sento? Stai per caso diventando romantico?- il ragazzo sbattè la testa sul tavolo, facendolo traballare.
-Quella rossa mi stravolge! Non so cosa diavolo fare, per Giove!- Reyna lo guardò male.
Doveva smetterla di imprecare contro gli dei, non esistono!
Reyna odiava le persone falsamente religiose, ma con Ottaviano era diverso, lui credeva davvero a tutte quelle divinità, e diceva di essere lui stesso discendente di Apollo.
Di Apollo!
Era sempre stato un tipo un po' strano.
Beh, anche Reyna era una tipa un po' strana.
Forse è per questo che erano amici. Lui ossessionato da fantastiche divinità romane, lei da un fantastico biondo.
Infatti, se ci pensava bene, Jason poteva benissimo essere uno di quegli eroi mitologici, che ammazzano idre e rendono orgogliosi gli dei. Un ragazzo perfetto. Ma si sa, l'amore è crudele.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce stridula di Ottaviano.
-Reyna, mi stai ascoltando?- il biondo versò l'ennesima bustina di zucchero nel suo tè, visibilmente esasperato.
-Vuoi anche un po' di tè, nello zucchero?- Ottaviano fece una smorfia.
-Così non aiuti, Reyna.- Reyna sbuffò.
-Ecco il piano.- Lo fissò con un sorriso sornione.
-Vai lì e la baci.- il biondo si strozzò con il tè.
-Reyna!-
-Ottaviano!-
ridacchiò, poi aggiunse -Non sei per caso un vero discendente di Apollo? Un Romano coi fiocchi?-
-Ma...- Reyna lo zittì con la mano.
-Otty caro, se sei un vero Romano, allora non avrai problemi ad andare da quella hippie con le lentiggini e darle un bacetto, no?- Con un sorrisino incrociò le braccia e si poggiò sullo schienale della sedia.
-Ti odio.-
-
No, caro. Tu odi te stesso, perché non ne hai il coraggio.- Ottaviano si rigirò la tazza di tè, ormai freddo, tra le dita, pensieroso. Poi si alzò di scatto, facendo sussultare praticamente tutte le persone presenti in quel locale.
-Hai ragione! Io sono un Romano, per Giove!- aveva lo sguardo determinato, e in quel momento sembrava veramente un milite romano, pensò Reyna. Ottaviano sorrise, e uscì dal locale con un "Grazie Reyna!"
Reyna pensò che quella fosse la prima volta in cui Ottaviano abbia mai detto grazie.
Poi guardò il piattino con sopra lo scontrino.
-Ottaviano! Il conto!-




~~~~

Ottaviano corse, corse e corse.
Superò uno spazzino, una vecchietta con la busta della spesa e un bambino con un hot dog.
Attraversò una strada, poi due, poi sorpassò un pensionato con il bastone.
Spintonò un gruppo di turisti e scivolò su un giornale per terra.
Imprecò, per poi rialzarsi e correre, correre, correre.

Ah, quella ragazza.
Gli avrebbe fatto venire un infarto, un giorno o l'altro.

Arrivò davanti ad un edificio, ed entrò di corsa. Fece un corridoio, poi due, spintonò addirittura un professore, ma non gli importava. Niente gli importava più, ormai.
Reyna aveva ragione.
Lui era un Romano. Non poteva fare il codardo.
Quella ragazza poteva pure essere una irritante hippie con le lentiggini, ma era la sua irritante hippie con le lentiggini.
Ed eccola là, sul palco delle prove, a battere il piede sul parquet, mentre ripassava le battute.
Era più rossa dei suoi capelli, pensò Ottaviano. Adorabile.
Una voce ancor più stridula della sua gli perforò il timpano.
-Ottaviano! Vieni qui su-bi-to! Sei in ritardo, e la recita è tra due giorni, idiota!-
Il biondo si torse le dita.
Pregò tutti gli dei possibili e immaginabili, e fece un bel discorsetto ad Apollo.
Non mi abbandonare proprio adesso.
Gli venne in mente un haiku bellissimo.
Non ora, per Giove!

Strinse i pugni, e andò determinato verso le scalette del palco.
Quasi inciampò, ma riprese subito l'equilibrio.
Si guardò intorno, gli altri attori erano in pausa caffè. Eccellente.
Camminò svelto verso Rachel, che non lo stava neanche guardando. Guardava il copione.
La guardò attentamente.
Romano.
Le strappò il copione dalle mani.
Tu sei un Romano. Coraggio.
-Ehi ma cos...-
La tirò a sè, e la baciò con tutto il vigore possibile.
Sapeva di fragola, come il colore dei suoi capelli.
Si aspettava un pugno, uno schiaffo, magari un calcio alle parti basse, ma Rachel lo sorprese.
Lei lo strinse a sé, era un bacio rabbioso, passionale.
Le mise una mano tra i capelli, e approfondì il bacio.
Quasi sentì la voce di Apollo dirgli "Così si fa, Romano! E' così che si conquistano le pupe!"

Grazie, Reyna.

"...When I think of all the times I tried so hard to leave her

She will turn to me and start to cry

And she promises the earth to me and I believe her

After all this time I don't know why.
A girl, a girl..."






-Spazio Autrice-

Heilà! Sono tornata con una one-shot sulla Octachel! (Un mio amico dice che ilnome fa pensare a un polipo ma io trovo carina la cosa)
Molti odiano Ottaviano, ma io lo trovo adorabile,tipo un fratello.
Non giudicatemi,io shippo tutto con tutti.
Comunque la Octachel nella mia top ten delle ship (?) è al terzo posto,liadoro.
Anyway, sono bene accette recensioni (anche negative, eh).

Pace e saluti semidivini
Bramepiuma


P.S.: Sono una Beatlemaniaca, e ogni volta che ascolto questa canzone penso aquesti due, yay.



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