The last flame of hope

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A volte, la solitudine puo' essere la tua più grande amica. Ti sorride, consigliera e rassicurante. A lei puoi dire tutto, puoi piangere, puoi sfogarti. Perché puoi starne certo: non rivelerà a nessuno i tuoi segreti.

Sirius quella sera si cedette alla solitudine. Non l'aveva mai fatto, in verità, ma fu piuttosto facile iniziare. Si sedette ai piedi del tronco di un pino e iniziò a raccontare tutta la sua vita, come se ci fosse James ad ascoltarlo. Poi seppellì il volto fra le mani e iniziò a piangere.

Perché al suo James? Perché lui quando quell'afflizione poteva appigliarsi a qualche altro? Perché delle persone giovani come James e Lily?

Sorrise lievemente, poi sfilò lo specchio dalla borsa. I contorni della sua esile figura erano leggermente sfigurati, contornati da un alone grigiastro.

"James..."

Sussurrò lievemente il suo nome, quasi con dolcezza. Perché la solitudine si stava avvinghiando a lui, stritolandolo come un preda, facendo riecheggiare le sue parole come in un muto annuncio.

Il volto trafelato di James Potter comparve, sorridente. Aveva le gote rosse, come se la cosa che stava facendo richiedesse la sua completa concentrazione. I capelli erano scarmigliati e un nastro colorato era attorcigliato ad un ciuffo corvino. Il piccolo Harry era arrampicato sulla sua spalla e si aggrappava per poter raggiungere la bacchetta sul tavolo.

"Ciao, Felpato" disse quello sorridendo.

"Il nostro caro Ramoso deve prendersi cura della progenie a quanto vedo! Da quando Halloween è diventata una festa ufficiale anche per i maghi?"

James sbuffò, prendendo in braccio il figlio, intento a contorcersi come un polpo.

"Da quando Lily Evans ha varcato la soglia di questo mondo. Tanto per la croncaca, sono un unicorno" sbuffò indignato abbassando il capo e mostrando un corno rosa circondato da extension azzurrini.

Sirius scoppiò a ridere.

"Unicorno? E Harry da cosa è vestito?" sussurrò cercando di non ridere troppo.

James fece vedere il piccolo Harry attraverso lo specchio.

"È vestito da zucca" mormorò Ramoso con un sorriso. "E mi ha costretto a vestirmi da unicorno"

"Costretto?" domandò Sirius curioso.

Avvenne tutto in un attimo. Harry si sporse verso la bacchetta del padre e riuscì ad agitarla emettendo bagliori azzurrini.

"Uniconno!" sbottò indignato, per poi sorridere a Sirius posando le mani paffute sullo specchio.

Il padrino gli sorrise, poi tornò serio e guardò James scrutandolo da capo a piedi. James annuì e si tolse il corno dalla testa, per poi tirare via gli estension.

"Notizie dall'Ordine?" domandò curioso, lasciando che Harry si mettesse a giocare a scompigliargli i capelli.

"Poco e niente. I soliti attacchi a maghi e babbani, i soliti rapimenti a persone importanti come il Primo Ministro babbano. Tra poco vado a trovare Peter. Oh, cosa avremmo fatto senza di lui!"

James gli sorrise, per poi scattare all'erta verso la finestra. Si passò una mano fra i capelli e annuì lentamente.

"Mi era parso di aver... Non importa. Se vai da Pete, salutamelo!"

Sirius ghignò, appuntandosi la spilla del mantello sul giustacuore. Lasciò aderire la testa contro il tronco dell'albero e sospirò.

"Non ti sei mai domandato perché voi due? Perché James Potter e Lily Evans quando il mondo è affollato e pieno di persone?"

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