-John! Ti vuoi muovere, arriveremo in ritardo di questo passo!- Gli urlò Sherlock dal fondo delle scale.
Il mio coinquilino scese velocemente le scale, si sistemò il colletto e volse il freddo sguardo su di me.
Sherlock Holmes, il consulente investigativo più insopportabile della terra, era vestito di tutto punto...più bello che mai. Uno splendore.
-Oh John...Sherlock, si può sapere dove state andando a quest'ora vestiti così eleganti?
-Siamo stati invitati a teatro Sig. Hudson e siamo in ritardo. Comunque non mi sono mai piaciuti i suoi manicaretti, sono troppo...salati, li controlli...non vorrei trovarla con il mal di pancia al mio ritorno. Noi mangeremo qualcosa fuori. John, andiamo!- Disse Sherlock alzandosi il bavero della giacca per pararsi dal vento di quella sera. In quattro e quatt'otto era fuori.
Le rivolsi uno sguardo di scuse.
-Oh, John, non si preoccupi, il nostro Sherlock è fatto così! Anche se non gli converrebbe offendere più i miei manicaretti se non si vuole trovare fuori sul marciapiede per la notte!
Risi- Stia tranquilla Sig. Hudson, i suoi manicaretti sono fantast-
-Joooohn!- Mi sentii richiamare da fuori.
-Vada, lo vedo un po' impaziente oggi.- Concluse sorridendo.
Sono sicuro che sarebbe volata in cucina per controllare la sua cena...salati!? Sherlock...
-Arriveder- ok, ok, sto arrivando!
Salii sull'auto nera parcheggiata all'ingresso. Non mi sarei mai aspettato nulla del genere...altro che taxi! Guardai un po' in giro: sedili in pelle baige, porta bevande, autista privato e Anthea.
-Mycroft.-Mi soffiò vicino all'orecchio poco prima di partire. Si fece un po' verso di me...come se si spostasse piano piano.
-Cosa?- Oh, no, la segretaria...ci sta fissando... Perchè non abbiamo preso il taxi!?
Mi irrigidii. Perchè è così vicino? Ok, è solo Sherlock. Solo Sherlock.
-Ti stai chiedendo della macchina e io ti dico 'Mycroft'.- Disse. Mi era quasi sopra con le gambe. Le sue sulle mie...ci mancava poco!
- Ci ha obbligato a prendere quest'auto con il suo segugio al cellulare. Anche lui è invitato allo spettacolo, non dovevamo farlo sfigurare, visto la portata dell'evento, non ti pare John?
Potresti piegare un po' il collo a destra?
Richiesta strana, pensai, ma non potevo sicuramente aspettarmi una cosa del genere, ovviamente!
Che cosa vuole far-ah...Oh. Mio. Dio.!
Mugolai qualcosa di indefinito...aveva incominciato a baciarmi il collo.
Il respiro caldo mi soffiava sul collo ad intervalli regolari. Non era agitato, ma dopotutto non lo era quasi mai...al confronto di me.
-S-sherl-uhmm...è nec-cessario t-tutto questo?- Bisbigliai.
Ero completamente in balia di quelle labbra che mi mordicchiavano e baciavano umide.
Lui rise di gusto allontanandosi e mettendosi comodo sul sedile.
Cercai di rilassarmi.
Dovevo rilassarmi! Anche se Sherlock non aveva ancora saputo, o meglio non si era ancora sprecato, a darmi una risposta...ma io la volevo!
Ero sicuro di andare a fuoco con gli occhi di Anthea puntati addosso...su quello che aveva appena finito di farmi Sherlock e sulle mie ansimazioni. Nessuno poteva capire che ci stavamo parlando...dico, noi, anzi...LUI... stavamo pomiciando!? No. impossibile. -Girai la testa verso l'uomo che avevo accanto. Guardava fuori.- Ok, è possibile. Ma perché mi mette sempre in queste posizioni? Ma ho bisogno di risposte...ora.
Mi avvicinai come aveva fatto lui prima: nascondendo il viso dell'incavo del suo collo e portando una gamba sopra la sua. Potevo sentire il morbido tessuto della giacca accarezzarmi, fresco, la pelle.
-Allora?!- Bisbigliai silenzioso sul suo bianco collo.- Si può sapere perché dobbiamo parlare così?- Dissi strofinandomi un poco.
-Mi chiedevo quanto ci avresti messo ancora...sai siamo quasi arrivati, ma soddisferò la tua domanda John.- Disse mettendo il viso esattamente dov'era prima...attaccato al mio collo, poco sotto l'orecchio.
-Pensa John...siamo in una macchina pagata da mio fratello: C.I.A. Servizi Segreti...persi davvero che non ci siano microspie qui? Ne ho appena vista una dietro il tuo poggia testa, perciò non muoverti...così messi non ci possono capire.
-Ma se non stiamo dicendo nulla di-
Sospirò e un brivido si spanse dalla spalla, alle braccia e lungo tutta la spina dorsale.- Non mi interessa, non voglio che Mycroft ficchi il naso ancora di più di quanto non faccia. E' la mia vita John!- Finì iniziando ad accarezzarmi la schiena da sotto la giacca nera. Mi immobilizzai ancora una volta.
-Rilassati o non saremo credibili!- Mi sfiorò la giugolare col naso.- John...il collo!
Misi una mano sulla sua gamba...per il 'personaggio' ...
Sicuramente Mycroft era già a conoscenza di quello che stava accadendo dentro la macchina, del teatrino che Sherlock aveva deciso di allestire.
Ricominciò a baciarmi caldamente il collo. I suoi baci erano infuocati e sentivo la pelle bruciare ad ogni suo tocco. Era una sensazione bellissima, ma la mia mascolinità finì per infilarsi un tutù rosa...ora era deciso: non avrei mai potuto ottenere un uscita con Anthea nemmeno fra mille anni. Questo perché: stavo ansimando come non avevo mai fatto! Ma non sarei stato solo io!
Non volevo essere l'unico a fare una figura del genere così lo imitai.
Stavo avvampando secondo dopo secondo. Ogni istante era una piacevole tortura, ma mi feci forza e assaggiai per la prima volta il suo collo: lo baciai, ne intrufolai il mio naso dietro e ansimai, alle volte, fra i suoi capelli o direttamente nel suo orecchio.
Non capii precisamente quando arrivammo ma, il maggiore degli Holmes, non si sprecò più di tanto ad aprire la portiera con gentilezza.
Scattai un poco indietro, completamente rosso in viso, ma Sherlock non si mosse di un centimetro, ne si voltò verso il fratello.
-Ciao, Mycroft.- Salutò schiarendo ogni singola lettera del nome.
-Ciao fratellino, scusami se ho interrotto la vostra beh, 'Conversazione', ma siamo attesi. C'è qualcuno che vorrei presentarti e che non vedrebbe l'ora di conoscerti!
Il fratellino non ebbe nessuna reazione alla notizia, stette in semplice e plateale, silenzio, rotto solo dal rumore delle auto in lontananza.
-Per favore, Sherlock...- Sospirò infine.
-Mycroft.
-Sherl-
-My! Croft!- Lo interruppe il minore. Tutto quello che ottenne, ovvero esattamente quello che voleva, fu un rinnovato tonfo della portiera alle sue spalle, con una sola richiesta: <>
Si poteva sentire da mille chilometri l'irritazione di Mycroft in quel momento: avevamo fretta, appunto, ma a Sherlock non ne parve scosso.
Gli ero ancora vicino e sono sicuro che non scollammo lo sguardo l'uno dall'altro.
Ora, per la prima volta, mi guardai veramente attorno, scoprendo che Anthea era scomparsa. Da quanto eravamo fermi? Era scesa quando Holmes aveva aperto la portiera? Impossibile, me ne sarei accorto.
Portai nuovamente la mia attenzione sull'uomo davanti a me che si avvicinò al mio orecchio un'ultima volta.
Un sospiro caldo mi fece vibrare ogni singola cellula del corpo, me la immobilizzò per poi lasciarla fuggire per mettere scompiglio nel mio IO.
Prima che potessi realmente reagire, o fare qualunque cosa per riprendere in mano me stesso e la situazione, rise sogghignando. Mi invitò a scendere.
La tensione era scemata completamente, lasciando posto al nulla.
Cercai di riprendere l'argomento, non volevo lasciarlo cadere come se nulla fosse: non glielo avrei permesso. Non un'altra volta!
<> Avanzò lui. Lo ha capito...bene, meglio di niente.- Sospirai stando al passo, accanto a lui, alla sua destra.
Ora eravamo veramente in ritardo e facemmo appena in tempo ad entrare e a sederci che lo spettacolo iniziò.
Eravamo un po' scomposti con gli abiti. Accaldati più che altro, ma per ora mi sarei dovuto concentrare sullo spettacolo e non su tutti gli sbuffi e gli accorgimenti, nonché la risoluzione del caso in un minuto e mezzo, che di li a poco sarebbero sopraggiunti a raffica.
Le luci si spensero.
Tutti tacquero.
Lo spettacolo iniziò e Sherlock trovò 'Insopportabile, lo spettacolo che di li a poco lo avrebbe dovuto intrattenere.
-Sherlock?
-Sì!?- Sbottò. - E non mi guardare così John! Anche se è buio posso sentirlo perfettamente quel tuo sguardo su di me! Non mi dire che non lo posso trovare insopportabile solo perché è appena incominciato...dalla locandina posso dedurne già la fine. Banale. Noioso.
Non capirò mai come faccia, ma è la cosa più incredibile che abbia mai visto e sentito.
Sorrisi e lo osservai, per quello che potei fare:
Il suo profilo era illuminato da una leggera e fioca luce proveniente dal palcoscenico, ma ne potei distinguere i marcati zigomi, ogni singolo ciuffo che gli cadeva sulla fronte, il mento, le sottili e scure ciglia, i suoi occhi...che adesso avevano assunto un colorito azzurrognolo scuro, quasi marrone, ad occhio inesperto...e infine ne osservai le labbra.
Si, quelle stesse labbra che avevano baciato e assaggiato ogni lembo del mio collo, le stesse sotto il quale tocco tremavo.
Una vocina nella mia testa cercò di dirmi qualcosa, ma non ne capii il senso, così la soppressi, girai la testa e guardai lo spettacolo.
Mi scossi un po', come se una zanzara mi ronzasse attorno...come se un qualcosa non mi volesse lasciare in pace.
Dopo circa una ventina di minuti dall'inizio, Sherlock, non aveva fatto una piega. Il che era strano.
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Il regalo all'Inglese
FanfictionUn invito a Teatro...non era altro che un insignificante invito a teatro. Un evento prestigioso,certo, visto l'opera innovativa e gli ospiti che erano stati gentilmente invitati dalla regina in persona. Mycroft li aveva portati con se, gli disse. Av...