La sveglia suona, compiendo il suo noioso lavoro quotidiano. La spengo emettendo un suono frustrato.
Mi stiracchio prima di scendere definitivamente dal letto. Mi guardo allo specchio e mi accorgo che questa mattina sono davvero in condizioni pietose. Ho un pigiamino bianco, con pantaloncini e maglietta corti, i capelli legati disordinatamente.
Mi spoglio per indossare una maglia nera, un jeans stretto e le mie adorate Vans nere. Slego i capelli, pettinandoli decentemente. Un filo di trucco e sono pronta per una schifosissima giornata di scuola.
Prendo lo zaino e scendo le scale per andare in cucina. Trovo mia madre accanto al tavolo, intenta ad aggiustare la cravatta di mio padre.
Li saluto prendendo una mela. Le do un morso assaporando quel dolce sapore, ma poi la lascio nuovamente sul tavolo. Non ho problemi col cibo, anzi, amo mangiare, ma è il primo giorno di scuola e devo cercare di contenermi.
"Buona giornata tesoro!" Urla mia madre per farsi sentire mentre esco di casa. C'è un po' di vento e la cosa è davvero molto piacevole.
Fortunatamente abito vicino la scuola, di conseguenza mi ci vorranno cinque minuti per arrivarci. Cammino a passo svelto e, come previsto, arrivo nel tempo prestabilito. Il cortile è colmo di studenti che conosco quasi tutti, diciamo un buon 90%.
Cerco tra gli sguardi di più di 500 persone, quello del mio ricciolino preferito. Quando trovo quegli occhi verde oliva, non resisto e vado verso di loro.
Ashton è appoggiato al muretto. Ha una maglia dei Blink Bianca con i suoi soliti skinny e la bandana rossa. Lo raggiungo e appena mi vede mi regala un sorriso con tanto di fossette.
"Piccola." Mi dice analizzando il mio corpo dalla testa ai piedi, prima che io possa abbracciarlo. Le sue mani sono poggiate sulla schiena, e le sento mentre scendono più in basso.
"Non davanti a tutti." Gli dico allontanandomi da lui con un sorriso malizioso. Si morde il labbro aspettandosi un bacio, che però non arriva. Lo lascio insoddisfatto, dirigendomi verso l'entrata dell'edificio.
"Apriti, cazzo!" La voce di Michael riecheggia mentre prende a calci il suo armadietto. Rido scuotendo la testa e mi avvicino a lui.
"Clifford." Gli dò una pacca sulla spalla e si gira verso di me sbuffando. Mima un 'ciao' e torna a prendere a calci l'armadietto, visibilmente infastidito.
I suoi capelli rossi sono più arruffati del solito. La maglia dei Guns n'Roses gli fascia il torace alla perfezione. Il mio sguardo scende sui suoi jeans neri, e mi accorgo di una cosa che luccica nella sua tasca.
"Cos'hai preso stavolta?" Gli dico prendendo quell'oggetto in mano.
Un bracciale.
"Dove l'hai preso?" Gli chiedo e appoggia entrambe le mani sul suo armadietto ancora chiuso. Fa un respiro profondo e poi risponde.
"È caduto al ragazzo nuovo. Volevo restituirglielo, ma luccicava così tanto.. E.. Non mi sono controllato.." Dice mettendosi le mani nei capelli.
"Mikey sai che non devi rubare.." Dico accarezzandogli il viso. È il mio migliore amico, so che ha questo problema e non voglio che finisca nei guai.
Annuisce lentamente e chiude gli occhi stressato. Li riapre dopo qualche secondo per guardarmi triste.
"Devi per forza restituirlo?" Mi chiede speranzoso e faccio di sì con la testa. Sbuffa di nuovo e si appoggia con la schiena agli armadietti.
"L'ho trovato nel bar.. Un ragazzo biondo e alto e.. Lo riconoscerai subito." Dice massaggiandosi il collo.
Gli faccio una smorfia e mi dirigo verso il bar alla ricerca di questo ragazzo. Michael è davvero strano a volte, o almeno così dicono tutti.
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Sweet surrender || l.h
Fanfiction“Ed è strano come mi basta solo guardarti da lontano ed incontrare i tuoi occhi per far sì che tutti i miei sforzi per andare avanti si frantumino in mille pezzi.”