There's a storm you're starting, now.

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Premessa: I temi di questa storia saranno completamente diversi da quelli più adolescenziali di DLS, inoltre il personaggio di Lauren presenterà un ego smisurato e Camila non è un angelo come sembra. Per i più curiosi, ecco un trailer: https://www.youtube.com/watch?v=RZZDt9tJKjI

I'm a wanderess
I'm a one night stand


Avere un'attività commerciale nel centro di Palm Beach è stato un vero e proprio calcio in culo a tutti coloro che non avrebbero scommesso un centesimo su di me, per tutti coloro che mi davano per fallita ancora prima che cominciassi a realizzare i miei sogni, a coloro che sostenevano con i tatuaggi non otterrai nessun lavoro ed ora i tatuaggi sono il mio lavoro e facendoli mi pago da mangiare. E soprattutto da bere.

Non che la sottoscritta spenda chissà quanti soldi in alcol e sostanze stupefacenti, fortunatamente avere il Strange Lovers Tattoo mi ha portato notorietà e capita spesso che la gente voglia offrirmi un drink, magari in cambio di qualche piccola scritta o solo per rimorchiarmi. Sarò anche una che viene facilmente attratta ma ho i gusti difficili. In oltre avere un amico - coinquilino - socio - che di tanto in tanto fa il PR riesce a farti ottenere gratis quante più consumazioni desideri, soprattutto se i barman tendono ad essere piuttosto generosi se solo gli sorridi.

Si può dire che da quando ho la mia indipendenza la vita va già meglio, a volte penso che mi basterebbe trovare la forza di lasciarmi andare, una persona da amare fino a sentire l'anima prosciugare, fino a dargli tutta la tua essenza e restare senza più nulla da rendere a nessun altro e poi odiare la stessa persona così tanto da non avere il potere di fare nient'altro, da non dedicare nessun tipo di attenzione a nessun altro, troppo esausto di sentimenti, per morire in pace.

Poi penso che non me ne fotte un cazzo.

Va benissimo vivere senza dipendenze, senza il dolore, senza sentire le ossa spezzarsi, quello è lecito solo durante il sesso, come se non le avessi, per sentirsi Dio.

Quando mi guardo allo specchio so per certo di essere capace di tutto, che se solo fossi interessata a tante cose anche diverse tra loro sarebbero tutte mie, che se solo sapessi cosa voglio lo otterrei, senza se, senza ma, perché io sono Dio. Credo solo in me. E se non sono Dio, va bene comunque, probabilmente gli somiglio parecchio dato che tutta questa gente mi guarda e lo fa come se fossi una divinità. Sperano di poter passare tra le mie mani, illusi.

Quelli che mi fanno più ridere sono i ragazzi, come se non avessi scritto in fronte che non me li filirei manco per un milione di dollari, come se, tre anni fa, tutto il quartiere non avesse saputo della mia omosessualità. L'importante è far credere alla gente ciò che tu vuoi e fin quando posso bere gratis chi se ne frega delle loro stupide intenzioni, saprò raggirarli con più charme possibile e saranno ancora lì a sbavarmi dietro al culo.

Ricordo bene che al liceo tutti mi trattavano come una principessina poi quando si è scoperto che non avevano possibilità di entrare nelle mie mutande, certi avevano le possibilità pari allo zero percento solo per le loro facce di cazzo, si sono tutti rammentati di aver una dignità o qualcosa che le somigliasse e hanno iniziato a calpestare la mia con battute squallide, occhiatacce disgustate e risate irriverenti, è allora che ho deciso di diventare una menefreghista ineguagliabile, è da allora che sono invincibile.

E che soddisfazione c'è nel sbatterli tutti a calci in culo fuori dal mio negozio.

E' da allora che sono diventata un dito medio sempre alzato, non ho bisogno degli altri, nemmeno so chi sono gli altri, conosco me stessa e siamo già in troppi.

E' difficile gestire tutti i miei io, più di tutti quello dell'angoscia. E per una che prende tutto con estrema tranquillità entrare in uno stato d'ansia è destabilizzante, è simile ad un lutto.

E questo lo sa bene mio cugino che appena usciti da un negozio di abbigliamento mi prende sottobraccio e grida << Quella commessa ti stava mangiando con gli occhi. >> Lo ignoro, senza voltarmi a vedere se quella ragazza è ancora lì a seguirmi con lo sguardo perché è ovvio che lo stia facendo e continuo ad incamminarmi verso il nostro bar preferito.

<< Mi spieghi perché cavolo non hai nemmeno messo in conto che avresti potuto fartela in quel camerino? >> Roteo gli occhi verso l'alto. Se c'è una cosa che odio di Harry è quando insiste, ho un livello basso di sopportazione e lui è decisamente insopportabile.
Eppure resta l'unica persona con la quale mi fa piacere parlare.

<< Ci sono già stata. >> Ammetto prendendo posto al solito tavolo.

<< E non le hai lasciato il numero? >> Chiede quasi spontaneamente mentre mi volto in giro a vedere se c'è qualcuno che potrebbe essere interessante. << Due anni che giriamo insieme per locali gay e ancora non hai capito le regole? >> Lui alza le spalle e poi sorride.
<< Conosco molto bene le cosiddette regole, soprattutto se l'altro non ha nemmeno saputo succhiartelo nel modo giusto. >> Scoppio a ridere attirando l'attenzione della gente nei dintorni.

Qui ci conoscono come i cugini e so bene quando hanno iniziato a riconoscerci così. Precisamente quando Harry a causa della sua omosessualità fu sbattuto fuori casa e dormì per strada tre giorni prima di trovare il coraggio di venire a bussare alla mia porta, due settimane dopo i miei genitori si ritrovarono con due gay in casa, il vicinato che sparlava e le mani tra i capelli per via dello stress. Mia madre piangeva come se non ci fosse un domani e io avevo solo voglia di gridarle cazzo piangi, scema? mica torno etero! Poi col tempo si sono abituati. Noi siamo cresciuti e siamo andati via.


<< Ma dai, il belloccio di sabato?! >> Abbassa il capo sconsolato mentre la cameriera, Elizabeth, che conosco molto bene si avvicina e sa già cosa portarci.


Sono troppo impegnata a fissarle il culo per accorgermi di Harry e del suo viso da commiserazione. Le attività teatrali stanno procedendo davvero bene. << Che vuoi? >>

<< Eh? >> Posa le mani sul tavolo e prende a giocare con i suoi anelli.

<< Ha quella faccia di quando stai per chiedermi qualcosa. >> Scuote la testa. << No, ma che dici?! >> Mi accendo una sigaretta fissandolo. Forse non ci somigliamo parecchio ma siamo entrambi di una bellezza strabiliante. E se fossimo entrambi etero probabilmente saremmo stati coinvolti in una specie di incesto, anche solo per sfizio.
<< Con Elizabeth ti ci vedrei proprio bene. >>

<< Quando ti farai passare questa fissa del farmi fidanzare? >> Sbuffo ripensando ai clichè che avvolgono la sua mente e quella di tanti, i gay sono fatti per scopare, le lesbiche per le relazioni. Cazzate.

<< E poi non posso. Regola numero 3. >> Gli ricordo.

<< Mai finire a letto con qualcuno che vedi tutti, o quasi, i giorni. E va bene, devo dirti una cosa!> Sbatte le mani prendendo un lungo sospiro. << Se sei venuto in bocca a qualcuno due volte non mi interessa. >>

<< Sta' zitta! >> Mi ammonisce e io sorrido dietro il mio bicchiere di Rum << Non so se ricordi, l'altra sera ti ho detto che all'Accademia sta succendendo qualcosa.. però non so se ascoltavi perché avevi le cuffie e non capisco mai se hai la musica o semplicemente non vuoi che ti diamo a parlare e.. >>

<< Arrivi al punto? >> Sbuffa. << Ci stavo provando. Stai calma. >> Sorrido di nuovo.

<< Stiamo occupando illegalmente l'Accademia perché hanno alzato le tasse di iscrizione e quelle per i vari corsi aggiuntivi, di questo passo diventerà un'Università per ricconi e io, come molti altri, dovremo rinunciare ad andarci. La polizia è già venuta a controllare, non ha trovato preservativi e droghe nonostante ci fossero, e quindi ora abbiamo il via libera, così ho pensato di creare varie attività tra le quali c'è quella del Body Painting. Mi stai ascoltando o...? >> Si volta dietro di lui per notare chi stavo guardando ritrovandosi Elizabeth che mi sorride.

<< Puoi stare senza flirtare per due minuti, per favore? >>

<< Ci proverò ma tu non sei ancora arrivato al punto. >>

<< Il punto è che tu hai fatto un corso così, se ben ricordi e vorrei che venissi con me. >>

<< Considerando che la tua splendida Accademia si trova a un'ora e mezza da qui dovrei tenere il negozio chiuso tutta la giornata. >> Gli riferisco riflettendo un attimo.

<< E' solo un giorno, poi sai quante ragazze ci sono lì? Sarà divertente! >> Un altro posto dove tutti bramano il mio corpo, aspettano un mio sguardo e quasi strisciano ai miei piedi?

Tipico. Banale. Più che divertente sarà noioso e ripetitivo.

Ma il Dio di me stesso ha stabilito che questo è il paradiso e gli angeli al proprio servizio non sono mai troppi.




Per l'occasione non ho messo niente di speciale. Già la mia presenza, per degli stupidi universitari, sarà abbastanza squilibrante, figuriamoci se avessi indossato uno dei miei vestitini migliori.

Il tragitto è durato più del previsto, precisamente quasi un'oretta in più dato che stare seduta dal lato del passeggero è minaccioso per la mia tranquillità. Se poi aggiungiamo che Harry non ha uno stereo in macchina (visto che questa splendida Accademia si trova in un quartiere di merda e gli è stato rubato) la mia calma non ha modo di manifestarsi, soprattutto se il silenzio diventa assordante mischiano alla pioggerella che sbatte sui vetri.

Come se non bastasse Harry non fa fumare in macchina e quindi ci siamo fermati più di una volta. Cazzi suoi. Gli sto solo facendo un favore ad andarci appresso, ho perfino tenuto il negozio chiuso. In qualche modo dovrà ricambiare. Fare quello che dico io mi sembra il minimo.

Dopo aver parcheggiato seguo Harry verso delle scale giganti fino ad arrivare di fronte ad un androne, lì la quantità di persone è strabiliante. I muri dell'edificio sono estremamente decorati, il colore che splende di più è il mio preferito: il blu. Il colore dell'immenso, del cielo, del mare, delle cose infinite, è profondità, è lo scuro della notte. Sono i miei occhi, nel Antico Egitto si pensava che essi avessero poteri magici. Io ne sono sicura.

So di mettere a disagio molta gente solo con lo sguardo. E questo mi fa sentire infinitamente potente.

Uno striscione enorme proprio sulle porte d'entrata: ART is our salvation from the horror of existence. Art is free.


Esattamente sotto quella scritta ci sono un uomo sulla quartantina con i baffi e attorno a lui varie donne, qualcosa mi dice che sia contrario a tutto questo e non ho idea del perché ma mi sta fissando. Gli sorrido con strafottenza. Poi sento una presa sul braccio trascinarmi altrove.

La pioggia intanto è diventata più forte. Percepisco ogni singola goccia cascarmi in testa.
Da questo lato dell'edificio sembra essere tutto più bello, ragazzi che urlano di muoverci, cartoni messi davanti alle finestre per non farsi vedere, tipi che indossano la maschera di V per vendetta, Harry che corre e io non sento più niente, se non il fascino di qualcosa che è il mio opposto; il Caos.

<< Lauren, cazzo, muoviti! >>

Un tizio sbatte le mani in faccia al vetro e io sorrido, voltandomi indietro, lo stesso vecchio di prima sta correndo nella mia direzione. Ma che cazzo vuol fare? Davvero pensa di raggiungermi? Illuso. Fot tu ta men te illuso.

Poggio un piede sul cornicione della finestra, poi sento due braccia forti ma femminili afferrarmi e mettermi giù con una forza che non credevo possibile in questi occhi così scuri.

Quando mi volto a guardare il vecchio a dividerci c'è un vetro, ripete lo stesso gesto del ragazzo di prima, forse con più foga che quasi la finestra traballa. Mi fissa negli occhi, gli mostro il dito medio.

<< Non fare il fenomeno che lo stavi facendo entrare. >> Mi volto verso la ragazza dalla pelle scura e alzo un sopracciglio. << Mi piace fare tutto all'ultimo secondo e rischiare. >>

Lei sorride scuotendo la testa. << Buon per te, dato che mi hai palpato il sedere, no? >>

E se fosse bianca sarebbe sicuramente arrossita, non potrebbe non farlo visto il modo in cui la sto guardando. << Io sono Normani. >> Allunga una mano e io sorrido.

Da qui intravedo mio cugino abbracciare un moretto che mi è di spalle e poi farmi segno con la mano di raggiungerlo.

<< Non te l'ho mica chiesto. >> La supero, lasciandola con l'espressione sconvolta in cui lascio la maggior parte delle ragazze dopo del buon sesso e mi avvicino ad Harry e Zayn.

Mi spiega che il fumettista, che è il modo in cui chiamo il moro da quando H me lo presentò e mi raccontò cosa studiava in Accademia, mi mostrerà dove si trovano gli strumenti che useremo per il corso di BP.

<< Ricordati che siamo qui per lavorare, Lauren. >> Butto gli occhi al cielo. << Non stressare. >>

Quando arriviamo nell'aula Zayn si siede su un banco e io su un altro, tira fuori cartine, filtri, tabacco e fumo, ne fa una per me e una per lui. A volte anche un Dio ha bisogno di viaggiare.


Esattamente come avevo previsto la gente non smette di fissarmi, in particolare le ragazze e sicuramente lo fanno per due motivi: o vogliono scoparmi o vogliono ammazzarmi.
La prima è giustificata, non c'è bisogno di chiedersi il perché, la seconda è motivata da Zayn che mi cammina affianco e sembra abituato agli sguardi d'invidia e lussuria tanto quanto me e non ha voglia di calcolarli proprio come me.


Ho ancora il jeans completamente fradicio e i capelli umidi quando mi siedo accanto ad Harry nel atrio pieno di sedie blu. I ricci rivolti verso il basso, chinato sul cellulare.

<< Sto cercando nuove frasi da mettere su uno striscione, com è andato il giro? >>

Alla sua voce fa da sottofondo una musica provienente da una delle aule presenti nei dintorni, non mi stupirei se entrassi e troverei gente a strusciarsi l'una sull'altra o qualche ragazza che stia facendo uno spogliarello. Nonostante la canzone sia di una calma estenuante.

Ohh, say it louder, who's gonna touch you likee me?

<< Alla grande. >> Rispondo prima di mettermi ad ondeggiare con le spalle e a canticchiare.


Ooh, saying who's gonna fuck you like meee?
I don't wanna hurt you but you live for the paain
I'm not tryna say it but it's what you becaame
You want me to fix you but it's never eenough



Per un attimo mi verrebbe da scoppiare a ridere perché due file dopo la mia ci sono due ragazze ed una bellissima dai tratti latini mi sta fissando, abbozzo un sorriso e non completo la frase ma lei resta immobile, con un espressione indecifrabile.

Che cazzo di problemi ha?!

And there's a storm you're starting, now..


Continua a fissarmi e io continuo a fissarla, è veramente bella, tanto che vorrei essere in grado di fotografarla con gli occhi. Ha i capelli rossi ed anche senza avvicinarmi sono sicura che abbia un buon profumo. << Lascia stare. >> La voce di mio cugino mi risveglia dal torpore delle sue palpebre. << Cosa? >> E' ancora preso dal suo cellulare. << Sai bene cosa, lascia stare. >>

<< Perché? >>

<< Non fa per te. >> Risponde semplicemente. Mi volto di nuovo verso quella ragazza e scopro che non ha ancora smesso di guardarmi. Sta' volta sorride, come se avesse vinto una battiglia di cui non sono a conoscenza. << Art is our weapon, ti piace come frase? >>

<< Perché non fa per me? >> Domando rivoltandomi verso di lui.

<< E' fidanzata. >>

<< E quindi? >> Sento la canzone sfumare e un'altra più movimentata partire, intanto con la coda dell'occhio noto che un ragazzo biondo si è avvicinato alle due. << Con un ragazzo. >>

<< E quindi? >> Rido nervosamente alzando un po' la voce. << Senti, per una dannata volta stammi a sentire e resta al tuo posto, va bene? >> Vorrei ricordargli che io non farò proprio niente, che sarà lei a venire da me, come avviene ogni volta. Eppure voglio sapere perché cavolo non le va a genio, sa benissimo che un fidanzato non mi spaventa, che posso avere chi voglio. Io sono invincibile, forse Harry ha bisogno che glielo ricordi.

Perché se c'è una cosa su cui Lauren Jauregui non sbaglia mai è proprio sul fatto di non sbagliare mai.

<< Cadrà ai miei piedi, cuginetto. >>

Scopro con piacere che non mi ha ancora tolto gli occhi di dosso, nonostante l'amica le stia dando a parlare. Ho come l'impressione che ci sarà da divertirsi, davvero. Harry ride.

<< Hai visto cos'ha appena fatto? >>

<< Si è voltata dall'altra parte, si. >> Continua a ridere e io gli do una gomitata nel fianco.

<< Si è morsa il labbro, ha abbassato la testa e sorriso. Sai cosa significa? >> Sospira.

<< E' già innamorata di te, come no. >> Prova a smontare tutte le mie convinzioni.

<< Desidera che io le tolga quei vestiti di dosso, più chiaro di così c'è solo il bianco. >> Mi lancia un'occhiataccia e poi pronuncia << Non iniziare a parlare tramite colori. >>

<< Non vedo l'ora di vederla nuda. >> Sussurro più a me che a lui.

<< Sei fortunata allora, accadrà prima di quanto immagini. >> Si alza e va via.

Mi giro nuovamente verso la rossa e ora sta sorridendo ad un tipo castano dal viso più bianco del mio. La gente qua intorno sta aumentando e si sovrappone tra noi. Zayn prende un megafono e ci dice che al corso di Body Painting saremo divisi, ovviamente, in due gruppi.

Quello degli artisti che colorano i corpi e i corpi d'arte. Capisco immediatamente cosa intendeva Harry, riesco già a sentire il sospiro dei suoi ansiti. Lauren Jauregui ottiene sempre ciò che vuole.

Tra le modelle che si pozionano di fronte a me individuo anche la ragazza di colore di stamattina di cui non ricordo il nome, mi sta sorridendo, poggio il pugno sotto al mento e le studio, ha un bel fisico e qualcosa mi dice che tra le lenzuola sarebbe il mio ideale ma non è il mio obbiettivo di questa giornata. Lascio scorrere lo sguardo lungo la riga di belle ragazze fino ad arrivare a quella pelle ambrata, ha smesso di guardarmi, ride a distanza con quel ragazzo castano.

Non ho poi una competizione così difficile. Avrà un bel sorriso ma, andiamo, io sono Lauren Jauregui. Posso avere chi voglio. Davvero pensa di sfuggirmi solo evitando il mio sguardo? Non ha idea dei guai nei quali si è ficcata sfidandomi con quegli occhi.


<< Lauren tu starai con Normani. Lauren? LAUREN?? >> Sposto la vista dal vuoto e solo adesso che urla percepisco Zayn. << Eccoti gli acrilici che avevi richiesto e la tua modella. >>

Alzo un sopracciglio, sconcentrata. << Ma chi ha fatto le coppie? >> Il moro indica col capo mio cugino che è intento a sorridere a un tipo dai capelli rossi, in quel modo così snervante che i ragazzi trovano sexy. Scanso Normani che mi fissa quasi disgustata dal fatto che io non la voglia e raggiungo il riccio. << Spiegami una cosa, tu puoi stare con questo frocio e io non posso avere la rossa? >> Butta gli occhi al cielo sospirando.

<< Ti sto solo facendo un favore, fidati. >>

<< Vaffanculo, Harry. Non hai capito, io mi farò la rossa, con o senza il tuo aiuto. Chiaro? >>

Lo supero lasciando di stucco il tipo che lavorerà con lui, senza nemmeno curarmi del fatto che potrebbe arrivare la voce alla suddetta ragazza. A quel punto sarà già mezza colorata e spererà di stare con me in una stanza, senza intrusi. La vedo seduta accanto a quel castano, è intento a prepare l'occorrente per il lavoro e di tanto in tanto le sorride.

Che cazzo avranno da sorridersi così tanto? Sembra quasi che la mascella gli si staccherà a momenti. Si spera. Non mi sente arrivare, mi è di spalle quando mi avvicino al loro tavolo e dico: << Tu dovresti essere mia. >>

Si gira e non me l'aspettavo davvero così, un primo impatto da toglierti il fiato.

Ha la faccia d'angelo ma gli occhi sono torbidi e le labbra rossissime. Sa tanto di pericolo, ora, mentre mi sorride.



In my city i'm a young God
Baby, i can make that pussy rain, Often.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 15, 2018 ⏰

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