Amaro in bocca

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E l'avevo davvero quell'amaro in bocca,come se invece di darmi l'antidoto mi avessero dato il veleno.
Abbiamo fatto tre passi avanti e migliaia indietro.
È morto.Mio figlio è morto.Jackson è morto.Io sono morta.
Ormai sono tre giorno dopo l'accaduto.Lacrime.Lacrime amare.Lacrime che rigavano non solo il mio viso ma di tutti.La sua ragazza,Adeile,io e Matteo,Jared,Simo e tutti quelli che lo conoscevano.
E sapete il bello?Che lui lo sapeva e non l'ha mai detto a nessuno.Aveva una specie di tumore che mai avevo notato,né io e né gli altri.E per questo che mi considero una mamma crudele.Crudele come Leopardi definisce la natura.
Mi sento sporca.Mi sento colpevole della sua morte.
"Mamma,prendi!" urlò mentre lanciava quella palla con le strisce gialle.
"Non so giocare a calcio!" esclamai esausta.
"Jackson,mamma è uno schiappa....lancia a me" urlò Matteo.
Lo fulminai e lo spinsi fino a farlo cadere.Jackson scoppiò a ridere seguito da Adeile.
Jackson e Adeile erano molto uniti,erano come se fossero un'unica persona.Forse quella che ha sofferto di più è lei.Voleva un botto di bene a suo fratello,lo accompagnava agli allenamenti,gli dava ripetizioni di matematica perché,anche se non lo dava a vedere,non amava chi prendeva in giro la sua metà.
E ci ritrovammo in chiesa,con tutti i suoi compagni,con le sue maestre e con tutte quelle persone che lo conoscevano fin in fondo.
"Siamo oggi qui riuniti per celebrare la morte di un nostro compagno,troppo giovane per andarsene.Jackson Tiberia un ragazzo di 17 anni....." a quelle parole mi si strinse il cuore e mi aggrappai a Matteo.
Un dolore dopo l'altro. Non c'è gioia senza dolore.Non c'è dolore senza gioia.

Da oggi cambio||Matteo Tiberia||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora