《Dai nonno, non stare fermo!》urlò il bambino, gurdando l'anziano signore.
《Amore mio, sono vecchio ormai》rise lui, e prese il bambino in braccio, e si sedette sulla sua poltrona di un colore castano.
《Si, ma io volevo giocaaareeee》sussurrò il piccolo, guardandolo dritto negli occhi.
《Lo so, ma è mattina presto》e non potè non sorridere ampiamente, guardando il nipotino di 6 anni negli occhi.
《Nonno, perché sorridi così?》aggiunse il più piccolo, accarezzandogli una guancia.
《Oh no nulla, piccolo, ora dormi si?》
《Ma è la vigilia di Nataleeeee...va bene, però mi racconti perché sorridi, nonno?》e annuì.Presa una coperta, e coperti entrambi, prese a parlò《Però è una storia lunga eh》il bambino fece spallucce, e lo guardò, come a chiedergli di parlare.
《Va bene nanetto》gli spettinò i capelli, e prese a raccontare..
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Come ogni mattina sbuffai al suono della sveglia, non volevo di certo alzarmi; sapevo, però, che dovevo, beh, dovevo andare, era l'ultimo giorno di scuola, e sarei dovuto partire per il campo estivo.
《Harry alzati!》urlò Gemma, saltando sul ragazzo.
《Gem, cazzo, levati..》sbuffai, guardandola.
《Eddai, dovresti essere felice. Ultimo giorno di scuola, ultimo anno scolastico, ultima volta al campo estivo!》e non so perché lei fosse felice, dico io, come si fa ad essere felici, sapendo che dovrai lavorare come un dannato.
《Uff..si, mi alzo》e lei, tutta contenta, si alza, uscendo dalla mia stanza. Non potrò mai odiarla abbastanza.
Feci appena in tempo a mettere piedi fuori dal letto, che caddi sbattendo il mento. Non che non mi piacesse provare dolore, anzi, ero una specie di masochista, ma io mento proprio no. Lì tutti potevano vedere la ferita, e sinceramente non mi va che tutti vedano ciò che faccio.
Scrollai le spalle, e mi diressi verso il bagno, dal quale uscì venti minuti dopo, ricevendo le urla di mia madre, che mi ricordavano quanto fosse tardi. A volte, quella donna, è davvero irritante, lei ci sta ore in bagno per truccarsi, e io non posso nemmeno prepararmi? Sei incoerente donna.
Scrollai le spalle un'ennesima volta, e mi diressi verso l'armadio, che trovai vuoto; già mi avevano fatto le valigie?
Scossi la testa, e scesi di sotto, ovviamente in boxer, amo stare nudo.
Mia madre sgranò gli occhi, e si mise ad urlare sul fatto che ancora non ero pronto, e che avrei fatto tardi a scuola.
《Mamma, non è colpa, mia se mi avete fatto le valigie, e non so dove abbiate messo la mia roba》e glielo dissi con tono annoiato, e anche strafottente. Inutile dire, che vidi una ciabatta passarmi sopra la testa.
Dopo aver evitato gli oggetti che mi tirava mamma, e aver fatto colazione, mi vestii velocemente (pantaloni verde petrolio, maglietta bianca, felpa in lana, con cappuccio, bianca, e le all star, ovviamente bianche); scesi, e mi diressi verso l'uscita, senza zaino.
Il tragitto verso scuola, fu normale, anzi, fu la routine di tutti i giorni, con la sola differenza che erano tutti felici. Ma dico io, cosa ci trovate di bello nelle vacanze? Sono tre mesi di puro caldo, sudore, e spiagge.
In estate, ti illudi che tutto sarà stupendo, che ti godrai tre mesi di relax, e invece ti ritrovi a studiare, lavorare, i peggio, in un campo estivo.
Arrivai a scuola, ovviamente in ritardo, e mi sedetti al mio banco, nell'angolo della classe. Non sto a raccontare la giornata, perché, apparte Niall, fu la solita routine.
So che dovrei spiegare chi è Niall, ma non perdo tempo in ciò, quindi mi limito al suo nome.
Tornai a casa, e vidi la mia valigia sulla porta, con una busta legata al manico. Mi ci avvicinai, e presi la busta, la aprì, e iniziai a leggerla:
"Harold, nella busta c'è il tuo biglietto di andata per il camp, e anche la tua carta prepagata. Non finire i soldi, e torna solo a settembre. So che anche dal camp ci sono le vacanze, ma quest'anno, io e tuo padre, non vogliamo figli a casa per l'estate.
Divertiti, e non disturbarti a chiamare.
Mamma <3"
Ok, magari ero cretino io, o magari era palese la cosa. Mia mamma stava cercando di dirmi di levarmi dai coglioni, e di tornare solo a settembre, quando iniziano i colloqui di lavoro. Beh, a me non dispiaceva affatto, preferivo stare tre mesi al camp, che con loro.
Presi la valigia, e mi incamminai verso la stazione dei treni, dove arrivai in dieci minuti.
Il treno non fece nemmeni ritardo, arrivò preciso. Fortuna.
Dopo un'ora di viaggio, arrivai, finalmente, al campo estivo, e vidi la grossa insegna "Hard Camp: Believe in you dreams".
Bel nome eh? Ma poi, quali sogni?
Fare l'attore, il cantante, lo scrittore, l'avvocato, il medico, o altro, non è un sogno, è solo un'aspirazione di vita futura.
Sospirai, e ci entrai, andando verso il centro. Lì, vidi la solita ragazza bionda, credo si chiamasse Eleanor, o forae Briana, non mi ricordo.
Mi ci avvicinai, e le sorrisi, lei contraccambiò, e mi indicò la mia tenda. Però, mentre ci andavo, lei disse "Quest'anno non sarai solo".
Cosa significa che non sarò solo, che avrò qualcuno in tenda con me?
Non ci voglio nemmeno pensare, a me non piace che la gente dorma vicino a me, mi piacciono i miei spazi.
Perché dovrei sopportare gente che russa, parla nel sonno, o che emette gas? O peggio, la persone che dormono, e semrbano morte, perché non si muovono mai. Rabbrividìi al pensiero, e mi diressi dentro la tenda, nella quale, subito, notai una valigia.
Era bella, per essere una valigia. Aveva un colore verdognolo, e la rifiniture gialle, con le ruote di un nero splendete. Beh, per lo meno questa persona aveva gusto, o almeno spero l'abbia scelta lui, o lei, dato che non so chi sia.
Per tutto il giorno, me ne stetti in un angolo a canticchiare, o ad osservare le persone che passavano. Sapete, non sono un gran chiaccherone, e mi piace stare da solo.
La giornata passò, e io tornai in tenda, tanto con chi avrei parlato al falò?
Nessuno, bene, quindi perché andarci?
Non potei restare immerso nei miei pensieri, perché un ragazzo mi venne addosso, e cademmo entrambi, lui sopra di me.
《Ma ti levi co-》non potei finire la frase, perché mi mise la mano sulla bocca, e scosse la testa.
《Non essere volgare tesoro, e poi, mi dispiace, è notte, non ti avevo visto.》disse, e si alzò, guardandomi《Scusami davvero tanto》ripetè. E si, scoppiai a ridere, perché era tutto ironico, da quando i ragazzi chiedono scusa? Sopratutto questi del camp.
《Pft, vattene》dissi io acido, sentendo la mano pizzicare, ed era segno che gli avrei voluto spaccare la faccia.
《Uhm..okay, allora a dopo》sorrise ampiamente, e corse via. Che cazzo aveva da sorridere, perché tutti sorridono? Non ha un cazzo di senso, dovrebbero essere tutti depressi, invece ridono, e scherzano.
E poi, che cazzo signficava a dopo? Voleva riparlarmi? Speriamo di no.
Mi infilo dentro la tenda, e apro il sacco a pelo, che, stranamente, era a destra; anche se io lo avevo lasciato a sinistra. Sicuramente sarà stato il ragazzo in tenda con me, già lo odio.
Sospirò, e sento le braccia di Morfeo che mi chiamano, e, lentamente, mi addormento, finalmente lontano da tutto, e da tutti, tanto sapevo cosa avrei sognato, e non che mi facesse piacere, ma era sempre meglio di questo mondo di merda, che mi circonda.Okay, lo so che ho altre due storue da aggiornare, ma questa idea mi è balenata per la testa, e non potevo non scriverla, quindi, eccoci qui.
(Giuro che aggiorno anche le altre)
Comunque, cosa ne pensate?
Spero vi piaccia, perché io la amo.
Vi dico già una cosa, niente sarà lasciato al caso. Fate attenzione ai dettagli, o alle descrizioni, e capirete molte cose, prima che accadano.
Non mi dilungo oltre, buon proseguimento della vostra vita, e spero di non avervi annoiati.
Yours sincerely, Patrick
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La felicità nella mia vita
FanficHarry, ormai vecchio, sta giocando con suo nipote, quando lui si ferma, e gli chiede perché sta sorridendo in una maniera strana. L'anziano, non potè che dirgli tutto, tanto, era solo un bambino, e non ne avrebbe mai capito molto.