(Nella foto: Cornelia )
Uno sparo riecheggiò nella campagna genovese, ed un bellissimo cervo fu colpito con abile maestria da un'altrettanto bellissima giovane donna in sella ad un destriero nero come i capelli della fanciulla, mentre i suoi occhi blu erano fiammeggianti di orgoglio per il trofeo che era riuscita a conquistare. "Cora, dannazione lo stavo puntando io! Perché devi essere sempre così esibizionista!" esclamò la voce profonda e maschile di un uomo che si avvicinò a Cornelia galoppando in sella al suo purosangue inglese. "Cosa c'è fratello mio? Ti ho per caso tolto la possibilità di pavoneggiarti davanti allo stormo di oche giulive che ci hanno accompagnato oggi? Non era mia intenzione!" esclamò con voce falsamente rammaricata Cornelia mentre voltava lo sguardo verso le tre accompagnatrici di suo fratello che stavano tentano di imbandire una discussione con la povera Lucrezia, che mandò un'occhiataccia alla sorella per averla abbandonata in mezzo alle arpie. "Beh che male c'è a provar piacere nel mostrarsi al gentil sesso? E poi anche tu hai fatto colpo, e non solo sul cervo!" ammiccò Massimiliano volgendo uno sguardo malizioso a Cornelia che arrossì notando che l'amico di suo fratello, Carlo la stava raggiungendo con sguardo sognante. "Cara Cornelia non avrei mai immaginato che sotto le vostre maniere da nobildonna si nascondesse l'anima di una dea della caccia, continuate sorprendermi!" Cornelia gli rivolse un falso sorriso che fece quasi scoppiare in risate suo fratello, dato che sapeva quanto lei odiasse le smancerie. "Grazie Conte per la sua lusinga ma è in errore, la mia è stata solo fortuna." Rispose cercando di deviare l'attenzione dell'ospite dalla reazione di Massimiliano, che ormai stava lacrimando dallo sforzo per non far trapelare le risa dalle sue labbra. "Oh no credetemi marchesina, siete molto abile con il fucile. Vi ha insegnato qualcuno in particolare?" chiese curioso. A quella domanda la mente di Cornelia andò a Matteo, e ai suoi nove anni quando lui l'aveva introdotta alla passione per la caccia che, a detta di suo fratello, poco si adattava alla personalità di una signora. "L'esperienza in generale e alcune tecniche che mi ha elargito il mio amato fratello." Rispose cercando di non far trapelare la sua malinconia al ricordo dell'amico.
Non aveva mai ricevuto una lettera ne da lui ne da Ludovica, e pensò che ormai fosse stata dimenticata. Dopo quella notte di sei estati prima, l'argomento della rottura tra i Volta e gli Spinola era sulla bocca di tutti, ma mai si seppe la ragione e in casa era stato vietato anche solo il nominarli.
"Cornelia sei una serpe, mi hai abbandonata da sola con quelle oche e ora ti metti a civettare amorevolmente con Carlo? Non pensi alle mie sofferenze?" irruppe Lucrezia che arrivò al galoppo allontanandosi dalle amiche di Massimiliano approfittando del fatto che lui si era avvicinato alle tre nobili senza cervello.
"Lucrezia! Cosa dici! Conte mi scuso per il linguaggio di mia sorella." Esclamò Cornelia "Non preoccupatevi Marchesina, è l'età che fa parlare a sproposito." Le rispose cordiale e poi con un cenno di saluto si avviò verso le comare e suo fratello.
"Si può sapere chi ti ha insegnato a parlare così in pubblico? Finché siamo noi tre ve bene ma fuori devi avere un linguaggio più consono Lucrezia, sono stata chiara?" disse.
"E va bene!" sbuffò "Ma ciò non toglie che sei stata malvagia a lasciarmi in compagnia di quelle tre! Non hanno fatto altro che parlarmi di nastri, cappelli e vestiti, per non parlare del ballo di stasera dagli Alberici. Sai quante volte lo hanno definito un evento "sublime" sorella? Quarantadue, le ho contate, quarantadue!" esclamò facendo ridere Cornelia a crepa pelle, seguita poi dalla sorellina. Si rese conto che in quei sei anni Lucrezia fosse cambiata molto. Ormai era un bocciolo pronto a sbocciare, e sarebbe stata la più bella delle rose. I capelli castani, con alcune ciocche dorate schiarite dal sole estivo, erano portati in una acconciatura ricercata che aveva imparato a farsi da sola. La sua carnagione era leggermente abbronzata, dovuta al soggiorno appena terminato a Camogli, e i suoi occhi verdi smeraldo trasmettevano furbizia e passione. Aveva delle forme poco pronunciate ancora, ma comunque stava diventando una donna, e per questo Cornelia provò un po' di malinconia ripensando a quando da piccola era solita chiederle sempre aiuto, mentre ora era quasi totalmente indipendente. "A proposto del ballo, mi devi aiutare a scegliere l'abito adatto, sai che non sono brava in queste cose." Disse sconsolata. "Dai non fare quella faccia, vedrai che ci divertiremo!" esclamò Cornelia. "La fai facile tu. Io sono negata a ballare, lo sai, mentre tu sembri un cigno per come ti muovi. Non è mica giusto!" esclamò Lucrezia. "Beh se è per questo io non so suonare bene come te, anzi, si può dire che io mi limiti a strimpellare qualche nota sul pianoforte mentre tu sembri una piccola Mozart." Le rispose la sorella, facendole nascere un sorriso sul volto, e tra un chiacchiericcio e l'altro si diressero verso la tenuta del conte Carlo Guelfo che aveva da poco ereditato tutte le ricchezze della sua famiglia poiché a poco meno di ventidue anni era rimasto orfano. Per questo motivo tutte le giovani nobili facevano a gara per attirare la sua attenzione, dato che era divenuto uno degli scapoli più ambiti di Genova e dintorni. Suo fratello faceva parte anche lui di quella cerchia di giovani uomini fortemente corteggiati, ma sapeva che il più delle volte lui preferisse infilarsi nei letti delle mogli dei nobili, dato che a detta sua avevano "più esperienze". Cornelia lo aveva avvisato più di una volta che con quel suo atteggiamento libertino avrebbe rischiato di far scoppiare qualche scandalo, ma data la giovane età di Massimiliano non era stata minimamente ascoltata. Comunque sia, sfortunatamente per lei e sua sorella, amava comunque circondarsi delle giovani eredi genovesi per pavoneggiarsi, costringendo così le due a subire giornate intere di chiacchiericci su pettegolezzi e ultime mode, tempo che Cornelia avrebbe preferito dedicare allo studio e Lucrezia alla pratica del pianoforte.
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Menzogne d'amore (sospesa)
Historical FictionCornelia Maria Vittoria Volta, è la secondogenita del Marchese Filippo e della Contessina Vittoria, morta dando alla luce la minore dei suoi figli, Lucrezia. La sua famiglia è ai vertici della società genovese nella seconda metà del settecento, pos...