CORO
Raggio di sol che sempre più splendente
ti mostri sulla Tebe-sette porte,
anche oggi sei apparso sfolgorante
come giorno dorato e luminoso
levatosi sulla fonte di Dirce,
dopo avere disperso l'uomo armato
con bianco scudo che venne da Argo,
e che come fuggiasco fu cacciato.
Verso la nostra terra lo condusse
Polinice che da aspri dissidi
era spinto, com'aquila stridente
con l'ala d'immacolata neve
verso il patrio suolo rivolta, piombò
con molte armi ed elmi guarniti
di folte e fiere equine criniere.
Sulle case sostò, avendo intorno
insanguinate lance e sulle sette
porte la bocca spalancò, ma prima
di saziarsi con il sangue Tebano,
ed Efesto con le fiamme di pino
raggiungesse la corona di torri,
il fragore di Ares dilagò
e il cimento col nemico drago
difficile si fece a superarsi.
Zeus non ama i vanti dei superbi
e appena si accorse che avanzavano
a file compatte, baldanzosi
per il loro oro risonante,
alla folgore pronto mise mano
e colpì sulla vetta degli spalti
coloro che cantavano vittoria.
Crollò così a terra fulminato
quel guerriero che, con la torcia in mano,
la strage minacciava gonfio d'odio.
Ad altri, Ares alleato nostro
preparò un avverso destino:
sette porte per sette comandanti,
pari a pari, a Zeus che il nemico
disperde, lasciarono bronzei
tributi, Ma non avvenne così
per gli infelici che lo stesso padre
e la stessa madre avuto avean:
l'un contro l'altro usarono le spade
e l'uno e l'altro la morte trovaron.
Ma poichè la vittoria è arrivata
a Tebe in un tripudio di carri,
ora che guerra attuale scordate,
aprite infine le porte all'oblio:
ai templi degli dèi tutti correte,
danze notturne intrecciate con guida
di Bacco, animatore dei Tebani.
CORIFEO
Sta qui arrivando il nuovo sovrano
di Tebe: è il principe Creonte
figlio di Meneceo che gli dèi
ci hanno mandato dopo questi eventi.
Ha certo dei propositi, altrimenti
il consiglio di anziani non avrebbe
convocato con un pubblico bando.
(entra Creonte)