Something strange is happening...

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Qualche raggio di sole primaverile filtra fra le tende nere semitrasparenti, svegliandomi. Mi stiracchio lentamente con un mugolio. I trent'anni si fanno sentire, sto diventando vecchio. Una risatina amara affiora dalle mie labbra a quel pensiero. Già, trent'anni e nessuna famiglia. Trent'anni e nessun lavoro stabile.

Quello che io considero essere il mio mio piccolo "nucleo familiare" si sveglia. Mi abbraccia i fianchi e strofina i capelli biondi contro il mio braccio.

-Sembri un gatto quando fai così, Aki-chan.- commento accarezzandogli la testa.

-Meow?- miagola lui, cominciando a fare le fusa sulla mia pancia. Rimaniamo sdraiati a letto a coccolarci per un bel po'. Oggi giornata libera, grazie al cielo. Non ho da lamentarmi, adoro il mio lavoro, ma tra photoshoot, registrazioni, interviste e live alla lunga diventa stancante, mai monotono per fortuna.

-Oggi credo che proverò a buttare giù qualche testo...sono troppo indietro e devo recuperare.- sospiro passandomi una mano sugli occhi.

-E se invece ci prendiamo un giorno di relax e stiamo un po' insieme? Da quant'è che non usciamo a cena noi due soli, eh?- propone Aki mettendomi un braccio intorno alle spalle e stringendomi. Annuisco sorridendo. L'idea mi piace assai!

Mi alzo per andare a farmi una doccia fresca. Nonostante sia solo aprile fa già un caldo bestiale!

-Amore, hai finito? È da mezz'ora che sei chiuso lì dentro!- mi bussa Akira dopo un po'.

-NO!- strillo da sotto il getto dell'acqua.

-Almeno fammi entrare! Devo prepararmi anche io!- si lamenta ancora. Apro la porta di scatto, alla quale era appoggiato, rischiando di farlo cadere per terra.

-Che rompiscatole che sei! Ho finito...- borbotto stringendomi di più nell'asciugamano e me ne vado con un finto broncetto a dipingermi il viso. Le braccia di Aki non tardano ad arrivare, mi prende per la vita da dietro e mi fa girare.

-Ah, e io sarei un rompiscatole? Subirai la mia vendetta, nano malefico!-

-Lasciami! Aiuto!- strillo con le lacrime agli occhi dal ridere. Mi porta fino al divano, dove mi ci butta.

-E ora...torturaaa!- e si mette a farmi il solletico.

-Ah! Basta, basta! Mi arrendo!- rido ancora contorcendomi.

-Mai insultare Akira-sensei!- esclama canticchiando tra sè e sè una musichetta epica da film. Ormai sono praticamente rannichiato per terra con le mani sullo stomaco dalle risate. Quando vuole sa diventare davvero stupido, ma mi fa morire!

-Ora che hai il bagno libero sei qua a blaterare...vai!- dico senza fiato. Mi fa l'occhiolino e corre subito nella stanza, lanciando in aria il pigiama una volta tolto. Mi chino e lo ripiego sospirando. Quel ragazzo è decisamente troppo disordinato! Mi vesto con un paio di pantaloncini di stoffa e una canottiera, le cose più leggere trovabili in questa casa.

Aki esce dalla doccia poco dopo, le guance arrossate dal vapore e i capelli umidi che gli pendono da tutte le parti. Glieli scompiglio affettuosamente, per poi tirargli via la frangia bagnaticcia dagli occhi e bloccargliela all'indietro con una delle mie mollettine. Odia tenere i capelli così (anche se non ho mai capito perchè), ma io trovo che sia carinissimo quindi, almeno in casa, è obbligato se non vuole dormire nella vasca da bagno e farsi settimane e settimane di astinenza. È il mio modo per convincerlo a fare tutto quello che voglio, minacciarlo. Mi sento malvagio, certo, ma intanto sembra funzionare alla perfezione. A quanto pare non ha intenzione di vestirsi per nessun motivo, gira per casa con i suoi pantaloni più corti e nient'altro.

-Aki...dai, vai a metterti una maglia.- lo spingo gentilmente verso la camera. Fa già abbastanta caldo così, non c'è bisogno che ci si metta anche lui.

Is this a...baby?!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora