I- Kamhet

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Salve a tutti. Sono Kamhet e sono il primo personaggio ruolato da questa persona di discutibile gusto che mi ha creato. Ora senza preoccuparci troppo di chi sono vi racconterò la mia storia.

Sono nato da madre umana e padre....beh drago, non siamo mai stati una bella famiglia tanto che mio padre decise di abbandonarmi nel deserto all'età di circa cinque anni. E il caso vuole che un carovaniere mi trova,vendendomi a un mercante come fenomeno da circo,mercante che presto mi avrebbe dato un lavoro date le mie spiccate doti nell' incutere un certo timore.La mia avventura ha inizio proprio qui nella cittadina desertica vicino alla capitale dove sono stato cresciuto e dove non c'è altro che la taverna del fidato Bobo, un bordello e un mercante dalle maniere bizzarre. Quel giorno mi recai alla locanda principalmente per riscuotere i soldi che un uomo doveva al mio datore di lavoro. Che tipo di lavoro? Beh faccio il sicario di mestiere, non molto silenzioso ,impacciato per via della coda,ma sempre efficace. Mi sedetti al bancone per ordinare una birra , ma neanche il tempo di aprir bocca, che Bobo mi si piazza davanti con un boccale della sua birra più scadente, offertami da un mago, che sembrava molto confuso e poco sobrio, seduto li affianco. "Grazie, ma no Bobo." Dall'alto sei suoi trenta centimetri d'altezza il locandiere mi urlo contro "Senti un po non è che sotto quel cappuccio si nasconde un fottuto elfo? Se è così vedi di uscire, non voglio checche nella mia locanda." Quello gnomo sapeva essere davvero irritante tutti quegli anni e ancora non aveva imparato a riconoscermi.
" Non ti preoccupare stavo giusto per chiederti qualcosa di migliore"
"Migliore! Ma certo amico mio!"Disse "Sgancia i danari!" frugai nel mio borsello  e gli lanciai una moneta d'oro. Bevvi la birra tutta d'un fiato e Bobo fu felice di constatare che non ero un elfo , poi mi alzai dal bancone e mi diressi verso il debitore. Uno git zerai che fino a quel momento era rimasto a guardare la birra offertagli dal mago, e a sputarci dentro, si alzò e mi segui al tavolo.
Mi sedetti vicino a lui e cosi fece il tipo verde, puntai il pugnale sui suoi gioielli e garbatamente chiesi "Dove sono i miei soldi? Le mie dieci monete d'oro!"
"Non le ho!" Disse urlando. Comincio a correre verso la porta. Mi alzai lentamente e dissi a Bobo " Mi deve dei soldi hai problemi se lo castro?" Bobo si limito a dire "Non nella mia locanda."Corsi dietro all 'uomo seguito dallo git zerai, il mago probabilmente curioso e un uomo dalla carnagione troppo chiara per essere di quelle parti. Con mia sorpresa a bloccarlo fu il tipo verde che con uno scatto mi sorpasso e lo atterrò. Dissi  "Grazie amico, ma il tizio mi deve dei soldi è mio!"
"Chiamami Rais, mi rispose"
E mentre il mago blaterava qualcosa del tipo 'ehi non si fanno queste cose' evirai il tizio lasciandolo al suo destino. Feci per andarmene quando lo git zerai e l'uomo pallido ma ben piazzato,mi vol presero  da parte, prima l'uno e poi l'altro. L'uomo pallido si chiamava Bjorn e veniva dal nord, voleva  assoldarmi per una missione misteriosa al prezzo di cento monete d 'oro. Mentre Rais voleva uccidere il cardinale del culto di Jacht che si trovava nella capitale. Accettai di buon grado tutte e due le proposte, l'una perché il denaro mi allettava e la seconda perché quel tizio mi era simpatico un po' di movimento faceva sempre bene. Per qualche ragione non chiedetemi il perché anche il mago, che aveva origliato tutto, volle unirsi a noi, scopri che si chimava Thiar'Rem e che aveva un corvo come animaletto da compagnia, il quale si faceva vedere di rado. La prima parte sembrava essere comune a tutti arrivare alla capitale. Prima però avremmo dovuto fare delle scorte per il viaggio. Con Rais e Thiar'Rem decidemmo di recarci dal mercante, mentre Bjorn probabilmente stava pregando Odino da qualche parte.
Il mercante era un nano( non è mai saggio attaccare un nano) ci guardava sospettoso e quando io gli chiesi un badile e Thiar'Rem della salvia divinorum ci deve aver giucati pazzi, ai quali il sole del deserto aveva cotto il cervello. Mi regaló quindi il badile (Ah il badile che strumento meraviglioso) e poi facemmo gli altri acquisti con più criterio, comprammo bende, razioni, delle pelli e ci informammo su come arrivare alla capitale, poi ci riunimmo di nuovo. Thiar'Rem aveva scoperto che c'era una carrozza che in poche ore ci avrebbe portato alla capitale proprio davanti al cancello della giustizia dove dovevamo andare. Dopo una duscussione accesa sul rubare o non rubare la carrozza decidemmo di pagare il viaggio. E proprio durante il viaggio Rais fece una cosa per cui ricevette la mia stima. Si sporse fuori dala finestrone della carrozza, tese l'arco e uccise il carrettiere con un colpo mirato alla testa; usci e si arrampico fino al posto di guida gettando il cadavere e recuperando i soldi del viaggio oltre che tutti gli altri soldi. Io nel mentre stavo estorcendo soldi ai viandanti. Una volta finito sorse il problema di come fermare i cavalli che erano velocissimi e sembravano non volersi fermare. Salimmo ognuno su un cavallo e sganciammo la carozza, che si frammento in mille pezzi quando tocco terra per l'enorme velocità a cui viaggiavamo uccidendo i passeggeri. Se ci fossimo presentati in città con i cavalli della carrozza la guardia cittadina si sarebbe insospettita per cui semplicemente mozzai la testa a due dei cavalli, mentre Bjorn e Thiar'Rem si lanciavano dai loro e Rais uccideva a distanza i restanti. "È arrivato il momento di usarlo" dissi. Le facce dei miei compagni erano perplesse " il badile no? Visto lo dicevo che sarebbe servito, seppelliamo questi cadeveri sotto la sabbia" Rais esplose in una risata "Cacchio hai ragione Kamhet, non dubitero mai più dell'utilità di un badile" Stavamo per incominciare il lavoro quando Thiar'Rem ci fermo notando dei fili metallici all'interno dei colli mozzati dei cavalli. "Questi fili di rame davano delle scosse ai cavalli, è per questo che correvano così" ci spiego. Squarto i cavalli e ne estrasse i fili di rame che erano una buona merce di scambio nel deserto.
Sul fare della sera a lavoro completato, finalmente entrammo in capitale, le botteghe erano già tutte chiuse e fermarsi una notte con il rischio che scoprissero della carrozza era escluso. Rais allora ci scorto fino al cancello della giustizia dove un altro git zerai della sua tribù ci stava aspettando.
L'umanoide tiro fuori da una delle tasche della sua bisaccia una mappa. "Qui non è sicuro!" Ci disse e lo seguimmo sul fianco della cattedrale. Ci porto dinanzi a un muro magico ben nascosto che portava alle fognature, ci diede la mappa della cattedrale e entrammo lasciando che la porta si chiudesse dietro di noi. Nonostante la volontà mia e di Rais, di non accendere torcie era un dato di fatto che Thiar'Rem e Bjorn non potessero vedere al buio e quindi acconsentimmo ad accenderne una. Stavamo per avviarci nel mare di liquami e ratti che ci circondava seguendo la mappa, quando alle spalle di Bjorn, che era l'ultimo della fila apparve uno Schiver. Sapete quei bei ratti mannari pieni di pistole grandi quasi quanti un uomo adulto?
Bjorn si girò di scatto e colpi in pieno lo Schiver ingaggiandolo in una battaglia, mentre accadeva questo davanti a me Rais apparvero altri due ratti mannari uno dei quali immerso nei liquami poco più in là che si stava avvicinando.Bjorn insegui il ratto in fuga e pianto la sua mazza sulla schiena dell'animale, io non con un abile balzo schivai la trappola del topo nei liquami, mentre sgozzavo il primo ratto, l'altro colpì Bjorn da dietro con un bastone e il poveraccio si trovò  una lancia conficcata poco al di sotto dello sterno che lo passava da parte a parte. Io avevo finalmente ucciso i miei avversari . Uno era morto sgozzato mentre l'altro era stato decapitato da un mio possente morso,ma non c'era tempo di pensare. Lo Schiver nell'acqua provo ad afferrarmi per tirarmi in acqua, ma non aveva messo in conto il mio peso a quanto pare, perché quando mi afferrò lo tirai fuori dall'acqua,a quel punto Rais estrasse la lancia dal petto di Bjorn con fatica fini l'ultimo degli Schiver che ci importunavano e l'altro se la diede a gambe.
"Sono servito a poco" si disse Thiar'Rem "il mio globo D'acido non ho avuto neanche il tempo di lanciarlo". Consolato Thiar'Rem per la sua inutilità e curato Bjorn al meglio delle nostre possibilità e al meglio delle sue poiché a quanto pare sapeva molto incantesimi di cura, ci rimisimo in marcia attraverso le fogne.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 11, 2016 ⏰

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