1. Phoebe

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-Phoebe, svegliati!-

Emetto un suono roco e profondo e le mie labbra vibrano. Sento il cinguettio di qualche rondine, forse è per la stagione dei nidi, che ne so. So solo che voglio restare sotto le coperte che mi avvolgono e mi lascio accarezzare il viso dal cuscino.

-Insomma, Phoebe!!! Non fare la guastafeste! Devi andare! Ti sei dimenticata che oggi hai la presentazione da fare al tuo professore di canto?-

Alzo involontariamente una mano, uscito dal sotterraneo delle lenzuola.

Oramai ci ho fatto l'abitudine: mia madre mi chiama, mi chiama e ancora mi chiama, parlo o gesticolo, mi richiama e mi alzo come uno zombie uscito da qualche film cinematografico degli anni Sessanta.

Detesto avere quel professore. Per giunta tutti i miei compagni di canto sembrano voler leccargli i piedi, per avere un complimento. E' possibile che proprio io debba andare in quel purgatorio di anime peccatrici?

-PHOEBE!!!-

E quasi mia madre si strozza con quella voce acuta.

Dovrebbe fare canto e andare al posto mio e vediamo chi andrà alle sette di mattina a svegliarla...ovviamente non io!

Mia madre irrompe in camera con il mestolo alzato. Di solito i suoi riccioli tendono ad essere arricciolati sul suo viso, mentre oggi sono lisci legati dietro alla nuca, probabilmente uno chignon, si sarà fatta la piastra?

Mi guarda in cagnesco e io aggrotto la fronte, questa è una scena perfetta da mandare in tv.

-Ti decidi di uscire da quel maledetto materasso o vuoi che ti...-

-Ho capito!- alzo le mani come se mi avessero colto in fallo.-ho capito...per le madocine che ci sono nel mondo e per il caro "Dottore" e per "Rose Tyler", o peggio di "Hermione Granger " e "Ron Weasley" .mi alzo-

E alla fine dopo un lieve scatto mi alzo, senza aver pensato di sedermi, mi gira la testa per pochi secondi. Mia madre esce dalla mia stanza e ritorna in cucina.

Sbuffo, seriamente ho voglia di uscire da questa casa, sembra di avere una mandragola fatta su misura per te in ogni momento della giornata.

Oltre alla felpa nera e ai jeans troppo larghi per una quindicenne come me, il mio skateboard è il mio sicuro mezzo di trasporto. Dopo la bicicletta regalatami due anni fa e rubata soltanto dopo averla usata due mesi, mia madre non aveva più fondi e ha deciso di prendermi uno skate, usato.

Ma è entrato a far parte della mia vita, con esso mi sento confortata. Non prendetemi in giro, ma non ho mai avuto un cane, un gatto, una tartaruga... insomma non ho avuto mai una compania fidata grazie alla signora ed egregia madre di questa creatura sopporifera.

La strada, due auricolari, uno skateboard, uno zaino e una ragazzina spettinata, la sottoscritta, la quale viaggia in un mondo tutto suo prima di affrontare, in una solida Domenica mattina, il professor Piton, ehm...no il professor Valiente.

Il mio professore proviene da una classe sociale molto particolare e le lezioni con lui costano poco, ma la vita in quell'aula è un inferno a cielo aperto.

Ecco, arrivata al mio inizio e fine: "la casa stregata" . L'ho denominata così perché con quelle mattonelle rosse e la casa in stile barocco-gotico non fa che ricordarmi qualche povera donna di giorno innocua e di sera...il demone in persona.

Mah, certo che di "pippe" mentali me ne faccio troppe. Tolgo malinconicamente gli auricolari dalle orecchie, spengo il cellulare e lo infilo nello zainetto. Le scale, sempre di mattone rosso mi conducono ad una porta di noce, schiaccio il timbro e la serratura si muove. La porta si apre ed automaticamente entro e richiudo la porta.

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