Era una giornata calda, e Annabeth si avviò verso il parco.
Stava dondolando sull'altalena per ormai mezz'ora quando una voce la disturbò dai suoi pensieri.-Ciao- a parlare era stato un ragazzo di circa quattordici anni, dai capelli corti color sabbia e gli occhi azzurri.
-Come ti chiami?-
-Cosa te ne dovrebbe importare?-
Si mise a ridere come se la trovasse davvero divertente.
-Che caratterino la bambina!-
-Non sono una bambina!!-
-Si, ma se non mi dici il tuo nome ti dovrò chiamare cosí-
-Annabeth, mi chiamò Annabeth Chase-
-Annabeth. Mi piace. Io sono Luke Castellan.
Vuoi giocare?-Annabeth scese rapidamente sull'altalena e cominciò a correre.
-Prendimi se ci riesci!!!-
Luke la guardò allontanarsi per qualche istante senza capire ma poi cominciò a correre anche lui.
Annabeth era piccola, ma molto, molto veloce e Luke riuscì ad acchiaparla solo dopo aver fatto due volte il giro del parco.
Finirono entrambi a terra sfiniti.-Sei velocissima!!-
-Bè, grazie!-
-Annabeth, è ora di pranzo, non dovresti tornare a casa?
Anzi... Aspetta un attimo... ma non mi sembra di aver visto i tuoi genitori...-Il viso di Annabeth, si rabbuiò.
Aveva passato delle ore fantastiche con Luke, sentiva che si poteva fidare.-Ehm... Io... sono scappata di casa.-
Il viso di Luke rimase un attimo stupito ma si ricompose subito.
-Sei davvero coraggiosa per essere una bambina di sette anni!-
-Io non sono una bambina!!-
-Hai ragione, scusa.-
-Scusa ma non sei stupito?-
-Bè sì abbastanza, anche se sono scappato anche io-
-Cosa? E da quanto tempo?-
-Un paio di mesi credo... non tengo molto il conto dei mesi.
Ma ora tu mi dici dov'è casa tua e ti riporto indietro.--Scordatelo!- strillò Annabeth.
-Tu non mi puoi portare da quelli... per loro io non esisto. Sono un peso per loro tu non puoi capire!! Me ne sono andata e gli ho fatto un favore. E tu non mi riporterà indietro, dimenticarlo!!-
Luke la guardò per un attimo impassibile poi abbassò lo sguardo. Non le avrebbe mai potuto far cambiare idea, quella bambina era così cocciuta. Ci si era già affezionato, non poteva abbandonarla.
-Andiamo allora- disse alzandosi
-Andiamo dove?-
-Diciamo nella mia casa-
-Ma come hai fatto ha stare da solo tutto questo tempo?-
-Andiamo, ti spiegherò quando saremo arrivati-
-Evviva! Andiamo dai!-
-Agli ordini Capitano!-
Luke guardò Annabeth scendere giú per la collina, i riccioli danzavano al vento. Luke sorrise guardandola correre, aveva proprio bisogno della sua comoagnia.