Capitolo 8 - Infondo non sei poi così male...

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Jade's POV

"Tre volte nello stesso giorno? Ma come può essere?" nemmeno se pagassi delle guardie armate oggi me lo scrollerei di dosso. Sbuffo rumorosamente e mi alzo dal pianoforte. Che cosa vuole da me!? Posso avere un po' di privacy? Cosa gli prende? "No dai, non te ne andare. Non sapevo suonassi il pianoforte" sorride portandosi le mani in tasca. "Certo, come no. Non lo sapevi come non sapevi dei manga e di Marvin. Perché non mi lasci in pace!" è tutta una montatura: mi segue, cerca di abbindolarmi come le altre poverette e poi lascia a Chaz il divertimento di vedermi soffrire. Come se non lo avessi capito. "Ti giuro che non lo sapevo, ok? Guarda, non dirlo a nessuno, ma anche io so suonare" come se ci credessi. Come se mi importasse. Come se io fossi stupida. Idiota, dubito che lui sappia suonare uno strumento del genere, ma sfortunatamente per lui, io sono più intelligente. "Mh, certo. Siediti e suona allora, no?" dico con una grinta che nemmeno io pensavo di possedere. Lui si sistema ancora il ciuffo di capelli, si alza le maniche, e si siede sullo sgabello iniziando a suonare. "Ma cosa...?" Dico spaesata: non può essere. No! "Quindi? Ancora qualcosa da dire?" sorride beffardo. Ok, posso anche io sbagliare. Qualche volta. Non mossi un dito. "Perfetto" aggiunge successivamente. "Senti, non voglio spaventarti, non so perché ci ritroviamo" dice "sappi solo che non è per prenderti in giro, credimi. Perché so che tu stai pensando questo" disse grattandosi la nuca e portandosi un piede davanti all'altro. So che lo sta facendo apposta ma io che ci posso fare? Rimango della stessa idea che non mi stia prendendo in giro con tutti i suoi amichetti. "Che lo sia o no, non capisco comunque tutto questo interesse improvviso per me" dico "Perché prima non mi hai mai guardata e adesso ti interessa cosa faccio?" non è una domanda stupida. Perché non lo è, giusto?  "Questo era prima di conoscerti" come? Sta recitando davvero bene, mi tocca ammetterlo. "Insomma. Abbiamo gli stessi interessi e io nemmeno lo sapevo!" Ammette. Lo stesso io. "Siediti" dice indicandomi il pianoforte a coda e io ubbidisco. "Avanti, sentiamo. Da quando suoni il pianoforte?" mi chiede. Ma cosa diavolo succede?! Si siede sullo sgabello sfiorando qualche tasto con le dita, ma senza pigiarlo. "Boh, credo da quando avevo 3 anni" ciondolo le gambe che nemmeno toccano terra. "Wo. Tanto tempo" ammette continuando con quello che stava facendo. "Già. Mi insegnò mio padre" continuo tranquillamente ma sussurrando appena. Nemmeno Jesy lo sa. E perché lui sì? "Raccontami di lui" chiede ambizioso alzando lo sguardo verso la sottoscritta. "Perché dovrei?" è uno sconosciuto per me. Cosa gli interessa? "Perché magari abbiamo altro in comune" okay...sbuffo scocciata portando ancora gli occhi sul pavimento. Mi tocca questo argomento. "I miei si sono separati 10 anni fa. Ero piccola, non riesco a ricordare molte cose di lui. Era un musicista nella città in cui vivevo" inizio. "Che stile di musica suonava?" Domanda "Jazz. Comunque è stato lui a farmi imparare. Lui iniziava una canzone e io la finivo" sorrido compiaciuta "Oh! Quindi sei una piccola Beethoven, in poche parole" ironizzò. Ha ragione in effetti! "Ehm...sì!" Rido. "E poi?" "E poi basta. I miei hanno iniziato a litigare per colpa del lavoro di papà e...hanno divorziato. Inutile dirti che mi sono sentita malissimo. Mio padre è tornato in Olanda con la sua band e io sono stata trattanta come una sorta di pacco postale Europa-America per i primi anni. Dopo un po' mi sono stancata e sono rimasta negli Stati Uniti con mia madre e come ricordo di mio padre ho solo...What's Going On" lo tiro fuori dalla borsa rigirandomelo in mano. "Ah...non pensavo avessi passato tutto questo" dice. "E tu invece? Che mi racconti?" Gli chiedo  visibilmente imbarazzata. "Beh io...nulla. Mio padre è un militare. Lo vedo sei mesi si e sei mesi no. Colpa di quelle maledette missioni. Si è fatto tutto il Libano, l'Iraq, l'Iran e gran parte della Libia. Mia madre invece è un'avvocato. Guarda che vitalità in questa famiglia, non credi?" Scoppia a ridere seguito da me. "Beh, il pianoforte, i manga, la musica, erano solo passatempi per riempire i momenti in cui non c'erano i miei. Ho imparato da solo a suonare questa bellezza, lo sai?" Dice soddisfatto. Io lo invoglio a continuare. "Ho praticamente sempre vissuto a casa di Chaz quando ero piccolo. Ho passato ogni santo natale con la sua famiglia, suo zio mi ha fatto imparare ad andare in bicicletta e suo fratello ci ha insegnato a giocare a football, cosa che amo fare tutt'ora. Chaz è sempre stato il mio migliore amico. Non mi ha mai abbandonato, mi è sempre stato vicino. Ora non lo diresti, ma era quello che ti aiutava nel momento del bisogno, quello con cui potevi sempre parlare. Un giorno successe che tornando da scuola trovammo due volanti davanti a casa nostra. Si scoprì che suo padre picchiava sua madre ogni giorno mentre noi eravamo a scuola. Per quello ora è un po' fuori, ma rimane sempre il mio migliore amico" dice a sua volta imbarazzato. Aw. Che cosa dolce. È così tenero quando si imbarazza. E...ok, non so cosa sto dicendo. Aiuto. "Oh. Tu e lui siete molto legati, giusto?" Chiedo mentre lo vedo camminare nervosamente per la stanza. "Si. Si...un po' come tu e Perrie. Credo" annuisco. "Quindi capiscimi quando non posso fare nulla mentre ti beffeggia davanti a tutti. Magari non ti è mai capitato, ma anche tu lo faresti se ci fosse Perrie in mezzo" Già. Ha ragione. Il problema è che io non lo avrei fatto nemmeno per un milione di dollari, non per Perrie, ma per la mia tremenda timidezza. "Si, è vero" dico. "Come mai prima te ne sei andata? Le tue amiche si sono preoccupate, pensavano stessi male" mi domanda. E io che gli dico? 'Ehm, no scusa, me ne sono andata perché a quanto pare sei stato abbasranza scortese e invadente e sinceramente mi fanno ribrezzo le persone come te' mi sembra troppo diretto. "Non ti interessa" risppndo fredda, dalla sua bocca parte un risolino "Ma tu hai sempre questi sbalzi d'umore? Ci sono momenti in cui sei dolce e carina mentre in altri ammazzeresti una tigre a mani nude!" Lo guardo con un sopracciglio alzato. "Nel senso che loro lo sanno. Dopo un certo orario io vengo qui e suono il pianoforte" mi invento sul momento. "Oh. E come mai non ti ho mai vista?" Inarca il sopracciglio tagliato in modo buffo. Bam, beccata, accidenti!
"Magari tu non vieni nello stesso...o-orario" che diamine avrei dovuto dire?! "Va bene, per questa volta ti credo signorina, ma la prossima volta sii un po' più convincente" coppia a ridere. Io abbasso la testa arrossendo. "Aw. Che tenera quando arrossisci" sorride. Io non posso che triplicare la tonalità della mia carnagione. Che cosa diavolo ha detto?! "Ehm, grazie...ehm, io...beh, io v-vado in...stanza, ok?" Scendo dal pianoforte dirigendomi verso la porta, ma lui mi prende dolcemente la mano sorridendo appena. Tremo come una foglia e una piuma messe insieme. Ho dei problemi gravi, li so. "Domani sei ancora in biblioteca dopo le lezioni, giusto?" Io annuisco. "Ok, a domani, allora" apro velocemente la porta senza voltarmi. Bene Jade, ora respira e...al diavolo, quanto è stato dolce stasera?!

S/A

Hola!

Rieccoci dopo secoli D:

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Bacioniiiii

Ele e Lilly♡

Some type of love || Charlie PuthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora