Era passata una settimana.
Una settimana tranquilla.
Ho vissuto tranquillamente anche senza di lui.
Era già venerdì e Logan mi ha invitata ad una festa che teneva un suo amico, per svagarsi un po'.
Ancora una volta, avevo indossato abiti troppo leggeri per quella serata.
Era diventata un'abitudine.Ogni tanto pensavo a Zayn, se dovevo essere sincera.
Ero delusa da lui, ma cosa potevo aspettarmi da un ragazzo che mi aveva rapita.
Sono stata io la stupida che si è fatta abbindolare da lui.
D'altra parte però, mi mancava vedere il suo sorriso, le sue braccia tatuate, i suoi occhi scuri e così belli... E dopo tutto, quello che stavamo facendo l'ultima volta, lo volevo anche io, o non gli avrei lasciato superare il limite.Stavo per uscire di casa e passando davanti all'appendiabiti mi accorgo che la felpa pesante di Zayn era ancora lì. L'ho presa e ho lasciato che il capo mi inebriasse col suo profumo.
Era improvvisa la voglia che avevo di lui.
Appena sono salita in ascensore, ho aspettato di arrivare al pianterreno e ho scritto un messaggio di scuse a Logan.
Non sarei andata alla festa.
I miei piani erano totalmente cambiati a causa di una felpa calda e profumata.La strada era sempre quella. Ho camminato fino al parco. Ormai, posso arrivarci anche ad occhi chiusi.
Ricordavo anche quale fosse la panchina.
Me n'ero accorta qualche giorno prima, passando di lì con la luce del giorno.
Era fregiata da alcuni segni fatti con un coltellino, erano dei segni per me senza senso. Segnavano le parole Until Our Midnight.Non ho idea chi abbia potuto scrivere quelle parole e a chi possa averle dedicate, l'unica cosa che mi dava realmente fastidio è che quella era la nostra panchina.
Non che tra me e Zayn ci fosse già un noi, ma forse un po' ci speravo.
Zayn era così bello... Mi mancava vedere le grinze che gli si formavano ai lati degli occhi e della bocca quando sorrideva.
Sembra tutto un enorme paradosso.
Mi ha spiata ogni sera, mi ha rapita, mi ha dipinta e mi ha fatto cadere in un pozzo di emozioni che sembra non avere un fondo.
È riuscito a catturare la mia mente, oramai quasi dipendente dall'artista.E in poco tempo ero già seduta sulla nostra panchina, pensando a cosa sarebbe successo se quella sera io e lui fossimo davvero finiti assieme.
Il parco era meno popolato del solito quella sera.
Ho preso una sigaretta e l'accendino dalla tasca.
La fiammella illuminava fiocamente la strada.
Ho sentito dei passi e sapevo che erano i suoi.
Si era seduto sulla panchina che ha scricchiolato leggermente.«Sempre al nostro posto.» ha cominciato rilassandosi sulla panchina, non troppo spavaldamente.
La sua esitazione era più che captabile.«Sempre al nostro posto.» ho ripetuto io.
Lui sembrava sghignazzare, non mi guardava.
«Questa sera sei più bella del solito.» si era complimentato poi, girandosi finalmente verso di me.
Io ancora non avevo cominciato a guardarlo, non avevo intenzione di dargli la soddisfazione di avere la mia attenzione con un semplice, ma significativo complimento, che mi ha fatto involontariamente sorridere. Se ne era accorto e lo avevo sentito.
Si era poi sitemato meglio sulla panchina e si era avvicinato a me.«Sarei dovuta andare ad una festa.» ho ammesso incrociando le gambe, facendo attenzione a non far sollevare troppo la gonnella del vestitino nero che avevo indossato.
«Eppure non sembri rinunciare alla mia felpa.» aveva sorriso accarezzandomi la guancia ghiacciata.
«Se fossi andata alla festa non l'avrei messa, ma dato che sono qui e fa freddo...»
Lui aveva annuito perdendo la serenità temporanea che aveva deciso di accogliere nella sua anima fredda e spietata.
Cavolo...
Avrei voluto rimangiare ciò che ho detto.
Persino alle mie orecchie ero sembrata così cinica...
Io non ero così.
Decido di rimediare.«Però... ora sono contenta di aver cambiato idea ed essere venuta qui.»
Forse, in quel momento, ero stata un po' troppo dolce per i miei standard e mi ero maledetta mentalmente per non essere riuscita a mettere due parole in fila senza fare danni, ma lui sembrava apprezzare le mie parole perciò andava bene così.
Inaspettatamente mi ha abbracciata.
E le mie braccia erano finite automaticamente attorno alla sua schiena.
«Non ho fatto altro che pensare a te.» ha sussurrato caldamente al mio orecchio facendo salire dei brividi lungo tutta la schiena.«Anche io ti ho pensato.» ho mormorato quando ho messo fine a quel contatto.
Poi era calato il silenzio. Nessuno dei due ha osato proferire una sola parola per non rovinare il momento.
Eravamo entrambi immobili, solo i nostri occhi si muovevano, ognuno per scappare allo sguardo dell'altro.«È ancora valida l'uscita per la Impressions Week domani?» ho quindi chiesto cautamente abbassando lo sguardo sulle mie gambe per nascondere il rossore che aveva preso posto sul mio viso.
Lui aveva semplicemente annuito contento come un bimbo, prima di rispondere concretamente.
«Sarebbe un piacere tornarci con te.» ha detto accarezzandomi di nuovo il viso.Avevo irrimediabilmente sorriso e annuito.
Il suo viso era terribilmente vicino al mio, ho chiuso gli occhi per un secondo e li ho riaperti godendomi della vista dei suoi occhi.
«Posso baciarti?»
Ho spalancato improvvisamente le palpebre, colta di sorpresa dalla sua domanda.«C-cosa?»
«Non voglio rovinare nulla. Men che meno approfittare del fatto che ora è tutto come prima e tu non sei più arrabbiata con me, quindi di sto chiedendo il permesso. Posso baciarti?»
Ho ascoltato con attenzione il suo discorso senza né capo né coda e ho sorriso.«No, non puoi baciarmi.» ho risposto convinta senza smettere di sorridere.
Lui aveva aggrottato le sopracciglia e mi aveva rivolto uno sguardo confuso, ma allo stesso tempo divertito.
Diamine, se era bello...
Si era avvicinato di nuovo, ma rivolto verso il mio orecchio. Sentivo il suo respiro caldo sbattere contro la mia pelle incredibilmente fredda. «E se ti baciassi lo stesso?»
«Te lo impedirò.» ho bisbigliato al suo orecchio come una bambina, prima di alzarmi velocemente ignorando la gonna che aveva preso a svolazzare per un momento.
Voltandomi ogni tanto, avevo ripreso a camminare verso casa mia.
Quando ho cominciato a camminare senza voltarmi ogni due per tre, avevo iniziato a sentire dei passi dietro di me, appartenevano ovviamente a Zayn, ma non mi sentivo completamente sicura perciò mi ero fermata.
Zayn era esattamente dietro di me, vedevo la sua ombra affianco alla mia.«Che fai? Mi segui?» gli ho chiesto fermandomi.
«Mi assicuro soltanto che tu torni a casa sana e salva.» ha detto portando le mani in tasca per il troppo freddo.
«Non ce ne sarà bisogno, Zayn.» ho detto trascinando la punta del piede sul terreno sterrato.
«E se succedesse qualcosa alla piccola Idelle?» ha canzonato piegando la testa verso sinistra.
«E se succedesse qualcosa a te? Torna a casa tua.» ho risposto spingendolo giocosamente via per le spalle.
A quel punto lui aveva deciso di mettersi l'anima in pace sapendo che non sarebbe riuscito a convincermi, rimamendo però fermo a guardarmi mentre mi allontanavo.
«Buonanotte Idelle.»
«Buonanotte Zayn.»
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Psycho Artist
Random«Voglio dipingere il tuo corpo.» «E se io declinassi il tuo bizzarro invito?» «Credimi, non lo farai.»