Capitolo 1

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Scrollo le braccia per far circolare il sangue ed elimino i pensieri dalla testa, dondolo la testa avanti e indietro finché non sento un piccolo scrocchio, inspiro profondamente una lunga boccata d'aria fresca. Mi infilo le cuffie e alzo il volume del mio amato ipod. Metto la riproduzione casuale e gli ACDC si fanno strada nel mio cervello. Sono come una droga. Lo so, lo so. Sono diversa dai giovani di oggi che ascoltano musica tutta uguale come se tutti avessero gli stessi gusti.
Approfitto della mia insonnia per prendermi un po' di tempo per me. Solo correndo e disegnando riesco a svuotarmi la testa dai miei pensieri.
Vado. Faccio il solito giro attraverso il quartiere finché non raggiungo la pista di atletica dell'università. Sono a metà giro e parte una nuova traccia che mi fa accelerare.  Percorro a gran velocità un giro dopo l'altro, ho le gambe che pulsano, il cuore che batte all'impazzata, i polmoni che respirano freneticamente  e le braccia che vanno su e giù.
Inspiro aria gelida, espiro vapore.
Mi godo questa mia solitudine. Da qui il paesaggio è magnifico. Il sole è già spuntato e inizia a riscaldare l'aria. Mi sembra di essere nei paesaggi dei film che guardavo da piccola. Non credevo allora che un giorno sarei potuta arrivare fin qui, in California, passare per questi parchi, mari, attraversare queste strade, così diverse da dove sono nata.
Siamo solo io, la mia corsa e la mia musica. Parte 'You shook me all night long' e inizio a cantarla più che posso nella mia testa.
Mi fermo, respiro, guardo l'ora e mi accorgo che tra un'ora ho lezione. Il tempo è volato insieme alla mia playlist e i miei polmoni.

Finisco il giro e sul viale di casa incontro il postino. Lo saluto con un cenno ed entro in casa, metto su il caffè e vado a farmi una doccia. Quando torno il caffè è bruciato come ogni santa mattina.
Indosso i miei adorati jeans skinny, una canottiera nera. Asciugo i capelli e metto il mascara. Per fortuna ho una pelle con un colore uniforme, non avrei ne voglia ne tempo di truccarmi ogni mattina con strati e strati di fondotinta, a quello ci pensano le barbie, quelle ochette senza cervello che non hanno problemi, per loro esiste solo la bellezza e stare con il più figo della scuola. Era da molto che non mettevo piede in un istituto e non credevo che ancora ci fossero questi canoni di bellezza richiesti. Mentre infilo le converse spunta fuori dal bagno Derek, mio fratello maggiore, tutto ben vestito e pronto per andare a lezione. Annusa l'aria e storce il naso.
- Ei sei riuscita a bruciare di nuovo il caffè?- mi dice sorridendo.
-Questo non sarebbe accaduto se me ne avessi lasciato un po'-
-Ei è stato Liam non ha dormito molto, credo di averlo sentito rientrare strascinando i piedi verso le tre. L'ho svegliato, si è alzato con un grugnito, ha preso il caffè e si è chiuso in bagno. Credo si sia addormentato sul cesso perché non è ancora uscito.-

Almeno noi due la prendiamo seriamente questa nuova opportunità. Studiando e lavorando. Liam pensa solo a bere e a portarsi a letto le ragazze belle del campus, la maggior parte sono molto simili allo stereotipo 'barbie'. Ma non mi interessa mi ritengo esclusa da questa 'gerarchia' sociale per quanto mi riguarda.
Uscendo dal bagno, l'esemplare preistorico in questione, mi guarda alza il mento, come se questo gesto potesse parlare, mi fa un cenno di saluto ed esce di casa. Io e Derek ci scambiamo un occhiata e lo seguiamo alla macchina senza dire una parola. Almeno ha riportato la tazza vuota del caffè.

Arrivati al campus ci dividiamo e ognuno per la sua strada. I primi giorni mettevo fretta ai miei fratelli perché non volevo saltare neanche un minuto di lezione. Ora, anche se sono in ritardo me la prendo comoda finendo di fumare la mia sigaretta e sedendomi in fondo all'aula. Faccio finta di prendere appunti quando noto un ragazzo che mi fissa dall'ultima fila opposta alla mia. Lo guardo negli occhi ipnotizzata e senza vergogna, sono neri come una notte profonda e nuvolosa senza stelle, al contrario dei miei, azzurri e magnetici. Capelli castani rasati con un cappellino da football nero e bianco con la visiera all'indietro. Bocca carnosa, pelle abbastanza scura. Indugio sul suo corpo, spalle larghe, intravedo tatuaggi che gli fasciano a perfezione quelle braccia forti e muscolose. Riporto lo sguardo sui suoi occhi e mi giro ascoltando le parole del professore, ignorando il tremito tra le cosce che mi ha creato un semplice sguardo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 24, 2020 ⏰

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