Chapter 6.

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"I stop thinking, start drinking Martini as beer is empty
the bed tonight."

Durante il tragitto cerco di non fare troppe manovre strane e far svegliare Genn, che continua a dormire beatamente.

Arrivati davanti casa sua, non so cosa fare.

Lo sveglio o non lo sveglio?

Resto un pò a guardarlo, come per memorizzare più dettagli possibili, come fosse una fotografia.

Ha la testa poggiata contro il finestrino, completamente appannato.

La fronte è praticamente nascosta da alcune ciocche di capelli che gli coprono quasi gli occhi, le labbra sono leggermente socchiuse e gli occhi chiusi.

Il petto che si alza regolare.

Cerco di slacciargli la cintura senza farlo svegliare, ma ovviamente senza alcun risultato.

Genn apre gli occhi e mi guarda confuso prima di portarsi una mano alla testa e fare un verso di dolore.

"Dai ti accompagno dentro."

Scendo dalla macchina e vado ad aprirgli la portiera.

"Ce la faccio da solo."

Dice scendendo dalla macchina per poi cercare di mettere un piede davanti all'altro senza cadere.

"No, non ce la fai."

Rispondo io, aiutandolo a raggiungere la porta, senza inciampare nei tre scalini davanti all'uscio.

Gli prendo le chiavi dalla giacca e apro la porta cautamente.

"Shh" lo zittisco.

Dopo aver dovuto salire un'intera rampa di scale, senza far rumore, cercando di non svegliare i suoi genitori, finalmente arriviamo nella sua stanza.

Apro la porta e la stanza è davvero come la immaginavo.

Il caos totale.

Piena di fogli, spartiti, dischi, libri da tutte le parti.

Vestiti buttati all'aria e cianfrusaglie di ogni tipo ovunque.

Lo faccio stendere sul letto e gli tolgo le scarpe e la giacca, coprendolo con una coperta.

Lui mi lascia fare senza dire una parola, forse per il mal di testa o semplicemente perchè non ha nulla da dire al riguardo.

"Perchè fai tutto questo per me?" sussurra, come se anche la sua stessa voce potesse essere troppo forte da sopportare.

Nel frattempo mi siedo sul letto.

"Voglio scoprire chi sei."

Lui sembra sorridere.

"Ottima risposta."

Sorrido anche io, realizzando in quel preciso istante in che situazione improbabile mi trovo.

Lui continua a fissarmi così inizio a guardare tutto ciò che mi circonda.

Varie cose catturano la mia attenzione, tra cui una scritta su una delle pareti.

"Penso meno.
E sto meglio."

Cerco di capire bene il significato delle parole, senza successo.

Poi alzo gli occhi e resto stupita.

Genn sembra accorgersene e si sposta leggermente più verso il muro, lasciandomi una parte di letto libera.

"Da qui si vede meglio."

Dice invitandomi a distendermi affianco a lui.

Il soffitto è pitturato di nero e ci sono disegnate le stelle e i pianeti.

"L'hai fatto tu?"

Lui annuisce sorridendo come non mai, soddisfatto del suo lavoro.

"La mia stanza è come il mio rifugio. E come tale deve piacermi in ogni sua piccola parte." spiega lui, con un non so che di poetico.

Resto per un pò così, a fissare il soffitto, contemplando il disegno.

Dopo qualche minuto mi alzo ma vengo fermata da Genn che mi afferra il polso.

"Non andare via, per favore."

Mi guarda con occhi supplichevoli.

"Non voglio restare solo."

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Ciao belle personcine♡
Ecco un nuovo capitolo!
Scusatemi davvero, ma è uscito una merda, doveva essere completamente diverso.
Dovrete accontentarvi di questo.
Comunque lo scorso capitolo ha superato i 25 voti in un baleno.
Quindi per il prossimo capitolo vi chiedo 200 visualizzazioni e un minimo di 35 voti.
So che potete riuscirci.♡
Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate, quindi non dimenticatevi di farvi sentire con un commento.
Poi spiegatemi come è possibile che il capitolo 5 ha ben 43 voti e il capitolo 1 ne ha 30.
Devo capirlo.
Davvero.
But now vi saluto.
Ciau♡

PS: Empty Bed perfettamente in tema.

Urban Strangers.||Genn Butch (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora