Capitolo tre.

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13 ottobre 2015

Cara Mamma,
la scuola è iniziata da un mese e mi sembra un eternità. Vado d'accordo con tutti, beh...Quasi tutti. Continui a mancarmi. Sono sette mesi che non vedo il tuo volto e ho paura di dimenticarlo,di dimenticare il tuo profumo e la tua pelle di seta. Se dovesse accadere starei un po' meglio? Lo so, sono egoista a pensare questo, scusa. Salutami papà, lui come sta? ora è un angelo anche lui. Hai riavuto le ali, Mamma? stai insegnando a Papà a volare? Ultimamente non mi sto comportando bene... Faccio scherzi da bambina dell'asilo ad un mio compagno: gli ho rotto gli occhiali, immaginando fosse il suo naso. L'altro giorno l'ho preso a parole poco carine e gli ho scassinato l'armadietto per prendergli i compiti così che ricevesse una nota. Immagino come mi guarderesti per essermi comportata così ma, Mamma, lui mi stuzzica. Non so perchè, ma tira fuori un mio lato del carattere che mi fa dubitare di essere nata da un angelo: vorrei picchiarlo, tappargli la bocca e non vedere più quello stupido ghigno che fa per deridermi. Sai cos'ha fatto settimana scorsa? ha detto davanti a tutti che sono frigida e nessuno potrebbe mai avvicinarsi a me, perchè sono acida. Per questo gli ho scassinato l'armadietto! Ok,la smetto... Ti scrivo domani Mamma, vado a fare i compiti. Ti amo.

Rimisi il diario tra il materasso e la rete e afferrai algebra. Cara vecchia algebra, perchè esisti? A scuola me l'ero sempre cavata bene ma son umana, e in alcune materie faccio proprio pena.
Feci i compiti e studiai due formule, tanto per far bella figura con la cara prof. Ovviamente mentre mi cimentavo nell'apprendimento messaggiai con Lily e Caroline, sua cugina. Volevamo organizzarci per andare a ballare questa sera, non ne avevo molta voglia ma sempre meglio che fare la muffa davanti alla tv.
Ci demmo appuntamento davanti al Moon, un pub a due isolati da casa mia. 

Feci un pisolino mentre aspettavo l'ora di cena.

Dopo aver preparato la cena per me e Amanda andai a farmi una doccia. L'acqua mi sciolse i muscoli induriti dall'ansia, ultimamente ero sempre sull'attenti. Non so proprio spiegarmene il motivo, mi sentivo osservata ma dubitavo che un serial killer si sarebbe interessato ad una come me. Ero solo stressata, mi ripetevo mentre tornavo a casa da scuola con l'ansia di camminare sola.
Dopo la doccia andai in camera e mi misi dei jeans aderenti, una camicetta bianca semi trasparente da mettere nei jeans e un paio di stivaletti con il tacco neri. Lasciai i capelli sciolti e risaltai gli occhi con un po' di matita e mascara, non ero una ragazza che si truccava molto anche perchè non ne avevo motivo. Presi il giubbottino in pelle nera e scendo.
"Ciao amanda io vado!" urlai, dal salottino con la tv ad alto volume e sento sentii un lontano "Stai attenta!".
Le strade erano buie, alle 21.00 il sole era tramontato da un pezzo e mi imposi mentalmente di camminare e stare calma. Mi strinsi nel giubbotto quando sentii un rumore provenire dall'altro lato della strada e andai più veloce. Arrivata all'incrocio del pub vidi un senzatetto seduto per terra,contro il muro di un palazzo ma non era lui ad attirare la mia attenzione. Aveva un bambino che pendeva dalla sua spalla, sembrava accasciato su di essa con le gambe a penzolare dietro la schiena dell'uomo e le braccia sul petto. Mi accorsi subito che non era un bambino normale, aveva i tratti deformati, che al buio non riuscii a scorgere, ed era di un colorito grigiastro, come i cadaveri. Stava sussurrando qualcosa all'orecchio dell'uomo. Mi ero immobilizzata a qualche metro di distanza, non vedevo quegli esseri da anni. Mamma mi aveva donato una collanina per scacciarli, alzai le mani sul collo per toccare l'amuleto ma non lo trovai. Andai nel panico: dov'era il mio amuleto? Corsi via quando il bambino alzò lo sguardo verso di me e mi sorrise, era un sorriso spettrale, quasi animalesco. Tornai indietro, aprii la porta di corsa e dissi ad Amanda che non stavo bene. Corsi in camera e chiusi la porta con il cuore a mille. Se non trovavo la collana dovevo vedere quegli esseri tutti i giorni, non me l'ero mai tolta, dannazione! Quella stessa mattina non li vedevo, quando l'avevo persa?
Scrissi un messaggio a Lily e mi scusai dicendole che stavo male. Cercai quella collana dappertutto: in bagno, nella doccia, in camera, nel letto. Nulla, era sparita. Mi addormentai alle 4.30 del mattino e quando suonò la sveglia mi rifiutai di alzarmi, non per il sonno ma per la paura. Se sarei uscita di casa mi aspettava un mondo differente da quello a cui ero abituata. Un mondo fatto di bambini mostruosi che mi guardavano. Mi raggomitolai nel letto e pregai di ritrovare al più presto quella dannata collana. Non mi accorsi però, che la finestra era stata aperta tutto il giorno e non ero stata io ad aprirla.

Buon pomeriggio ragazze! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Vi scrivo per dirvi che non sono pazza,so che ho cambiato tempo verbale e, infatti, lo cambierò anche ai primi capitoli. Prendetelo come un capitolo di passaggio. Fatemi sapere cosa ne pensate, cosa vi aspettate, anche delle critiche per migliorare :) Grazie mille :)


La custode di luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora