Dal capitolo precedente:
Cercai quella collana dappertutto: in bagno, nella doccia, in camera, nel letto. Nulla, era sparita. Mi addormentai alle 4.30 del mattino e quando suonò la sveglia mi rifiutai di alzarmi, non per il sonno ma per la paura. Se sarei uscita di casa mi aspettava un mondo differente da quello a cui ero abituata. Un mondo fatto di bambini mostruosi che mi guardavano. Mi raggomitolai nel letto e pregai di ritrovare al più presto quella dannata collana. Non mi accorsi però, che la finestra era stata aperta tutto il giorno e non ero stata io ad aprirla.
Capitolo quattro.
Quella sera non dormii, ne i giorni a seguire andai a scuola. Mettere la testa fuori di casa era assolutamente da escludere, avrei visto quei bambini deformi, mi avrebbero guardata, mi avrebbero sussurrato parole incomprensibili e io non volevo sentire. Cercai quella collana per una settimana, finchè la scusa della febbre non incominciò ad insospettire Amanda.
"Luce è successo qualcosa con qualche tuo compagno? Non ti sei preparata per un compito? Puoi dirmelo, non esci da una settimana, sembri così stanca..."
"No Amanda tranquilla, ho avuto qualche linea di febbre, ora sto bene. Domani torno a scuola"
Chiusi la porta senza sentire la risposta e mi ributtai sul letto nascondendo la testa sotto al cuscino, la collana era sparita e con essa la mia tranquillità. Dovevo ritrovarla.Il giorno dopo mi svegliai alle 5.00, feci la doccia e mi preparai lentamente, con la speranza che quel dannato ciondolo ricomparisse prima di dover andare a scuola. Trovai Amanda intenta a farmi i pancake, la mia colazione preferita.
"Ciao Amanda, mi accompagni tu?" le chiesi prendendo un pancake con le mani e morsicchiandolo
"Mi spiace Tesoro, sta mattina devo scappare. Non faccio in tempo"
"Ah... ok..."
"C'è qualche problema?" si stava preoccupando
"No no assolutamente, non volevo camminare e basta" cercai una scusa patetica cercando di ingoiare quel morso che sembrava fatto di piombo
"Muovi le chiappe!" mi derise e con un bacio volante uscì di casa.Posso farcela, non guardare nessuno. Continuavo a ripetermi quella frase come un mantra mentre camminavo per le strade. Vedevo persone camminare tranquille, senza quei cosi addosso, ed altre con. Tutti quegli esseri mi osservavano, chi sorrideva in modo abominevole, chi mostrava i denti. Più camminavo i più sentivo di impazzire.
Non sono reali, continuavo a ripetermi. Arrivai a scuola e senza aspettare Lily corsi alla prima lezione, matematica.
"Luce sembra che hai visto un fantasma!" rise Lily mentre mi faceva posto togliendo lo zaino, era entrata prima di me.
Mi sforzai di ridere e mi sedetti rigida.
"Guarda chi si rivede, pensavo quasi fossi morta, ero preoccupato"
mi girai verso quell'insopportabile voce e gli risposi con un elegante gesto della mano, potete immaginare quale.
"Come siamo raffinate, hai perso la lingua ora?" continuò imperterrito e io dal mio canto lo ignorai.
La lezione andò liscia, evitando le battute che ogni tanto mi lanciava Roth o le palline che mi tirava tra i capelli, dovevo stare calma, mi ripetevo, l'omicidio è un reato penale. Raggiunsi il culmine quando alla lezione di arte il professore aveva attaccato al petto uno di quei cosi, deformato, con la testa fracassata che gli sussurrava all'orecchio.
Iniziai a sudare, non esistono.
Più cercavo di non pensarci, più tremavo.
"Luce? Luce!" qualcuno mi pizzicò un braccio e mi girai verso Lily
"Cosa c'è?" avevo la voce stridula
"Luce sembri terrorizzata,stai bene?" aveva gli occhi preoccupati e mi accarezzava il braccio in modo fraterno, per tranquillizzarmi
"Non vedi nulla di strano nel professore?" mi accertai, come se lei potesse capirmi
"E' solo un po' più brusco del solito" rispose con tranquillità, sorridendo
"Signorina White ha qualche problema?" mi sgridò con voce nasale il professore, mi girai verso di lui per inventare una scusa e mi paralizzai vedendo il bambino che si era girato verso di me, ora mi guardava trafiggendomi. Iniziai a sentire brividi di paura
"Professore Luce non si sente bene, la porto fuori" si intromise Roth e senza aspettare reazioni mi prese il polso e mi trascinò fuori dalla classe, fino ai bagno delle ragazze.
"Lasciami!" mi riscossi quando mi spruzzò un po' d'acqua in faccia
"Si può sapere che ti prende?" mi trafisse con lo sguardo e sogghignò, non gli risposi e lui continuò "Hai perso la lingua?... o forse altro?" scoppiò a ridere.
Lui come faceva a saperlo?
"E tu che cazzo ne sai? Ridammela!" esplosi avvicinandomi e prendendogli a pugni il petto, lo so che non poteva essere stato lui, come sarebbe entrato in casa mia? Ma ero così incazzata.
Mi prese senza difficoltà le mani e mi spinse contro i lavandini
"Sai..." mi sussurrò all'orecchio "Ho solo ripreso ciò che mi apparteneva" mi baciò appena sotto l'orecchio e se ne andò.
Fingeva di sapere di cosa parlavo, non sapeva nemmeno dove abitavo. Stavo impazzendo, o il pazzo era lui. Forse lo eravamo tutti.
Scusate il ritardo... Ho ascoltato i vostri consigli sulla scrittura, fatemi sapere !
Chi starà impazzendo? ahaha
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La custode di luce
RomanceLuce ha 17 anni,è un ibrido nato dall'unione di un angelo e un essere umano. La sua vita non è semplice se si conta la morte dei genitori in un incidente stradale e il fatto che vede creature orribili,attaccate a delle persone. La sua vita si compli...