For a while we pretended
That we never had to end it
But we knew we have to say goodbayHo sempre pensato alle stazioni come luoghi felici. Le vedevo come un posto dove la gente andava per fare nuove esperienze, poter ricominciare da zero.
Avevo sempre voluto partire, comprare un biglietto per un luogo che non avevo mai visitato e provare a cambiare tutto. Ripartire con una nuova avventura.
Ho sempre pensato alle stazioni come luoghi felici,
fino ad oggi.
Ma oggi, mi sento rotta dentro. Non sarebbe dovuto andare così questo viaggio.
Sarebbe dovuto essere una cosa risolutiva, mi sarei dovuta divertire e tornare sorridente. Non mi avrebbe dovuto segnare così tanto e soprattutto così profondanente.
E invece tutto quello che sento è dolore. Ma non un dolore qualsiasi, mi fanno male le gambe, ho freddo, la testa mi scoppia. E lo stomaco sembra si stia rivoltando sotto la mia stessa pelle. Sono un corpo che cammina incapace di proferire parola, sono sconvolta.
Non mi riconosco. Il sorriso si è spento e non riesco a fare a meno di pensare a tutto quello che sto lasciando. Tutto quello che ho sempre desiderato, e mai ottenuto. E ora che finalmente avevo una possibilità, me la lascio scivolare tra le dita come granelli di sabbia.
Tutto quello che non ero riuscita a costruire in un'intera vita l'avevo fatto in un solo anno.
E adesso eccomi qua, seduta su un gradino aspettando che arrivi questo stramaledetto treno.
Ecco qua una ragazza che non vedo più come me stessa. Questa non sono più io. Non posso ricascarci.
Io sono cresciuta.Ma i ricordi mi stanno mangiando dentro. Non mi sentivo così quando sono partita per venire qui.
Non lasciavo nulla.
E invece ora sono vuota.
Me ne sono andata senza dire nulla.
Ho sempre odiato gli addii.
Non ho salutato nessuno. Nemmeno lui. Avrò fatto la cosa giusta?Tengo le ginocchia attaccate al petto e mi circondo con le mie stesse braccia, come per non cadere a pezzi.
Non voglio crollare, non ora.
Non so per quanto resto così.
Ad un tratto mi sento sfiorare, mi volto di scatto. E la prima cosa che vedo sono i suoi occhi. I suoi inconfondibili occhioni verdi che si fondono con i miei azzurri. Ci guardiamo, lui così bello da mettere paura. Il giaccone verde e lungo gli avvolge il corpo perfetto, quegli skinny jeans neri che lo caratterizzano ora riesco a guardarli solo con malinconia. Le vans grigie allacciate svogliatamente tamburellano sul pavimento. È nervoso, lo sento.E non posso dire di non esserlo altrettanto. I capelli mi cadono sul volto mentre mi mordicchio l'unghia togliendo i rimasugli di smalto ormai rovinato, un vizio che ho e che non riesco a togliere.
Distolgo lo sguardo, non posso sopportare oltre.-E quindi è così che deve andare..-
Non capisco se la sua è una domanda.
Lo guardo, la sua bellezza mi sconvolge un'altra volta.
Perché sta perdendo tempo con me? Perché non poteva restarsene a casa? Sarebbe stato tutto molto più facile.
Non so cosa dire, sento un nodo in gola che mi impedisce di parlare.
Così lo fa lui.-Resta.-
Cosa?
Resta?
Ma come faccio? No, non può farmi questo.
Inizio a scuotere la testa come una bambina.
Non può venire qui e chiedermi una cosa impossibile, come se tutto questo dipendesse da me.
Abbasso lo sguardo, ho paura di guardarlo negli occhi. Non voglio che veda tutta la disperazione che mi sta mangiando dentro in questo momento.
Lo guardo per la millessima volta, il mio sguardo è una supplica. Voglio imprimere ogni suo dettaglio. Non voglio scordarlo. So che questa sarà l'ultima volta.
Gli occhi mi fissano sotto quelle ciglia lunghe. Sta mordendo lievemente il labbro inferiore. Lo fa sempre quando è nervoso o concentrato. Mi viene da sorridere ma non ne ho le forze. Il naso perfetto spruzzato da poche impercettibili lentigini che ho sempre ammirato. Il capelli gli cadono spettinati in avanti e un riccio gli copre un occhio.
-Non posso.-
Mi guarda. Mi fissa le labbra con tanto desiderio che rimango ipnotizzata.
-Baciami.- gli dico
È l'ultima volta che possiamo farlo, lo sappiamo entrambi.
Chiude gli occhi lentamente mentre si avvicina ruotando lievemente la testa. Le nostre guancie si sfiorano con le lacrime incastrate tra le ciglia e le sue mani tremano nei miei capelli come quando si raccoglie un oggetto prezioso caduto a terra che però non si è rotto.
Questo non è un semplice bacio, è la rappresentazione di quello che eravamo insieme. C'è tutto: rabbia, frustrazione, nostalgia, incertezza, paura e soprattutto amore. Ci stacchiamo nello stesso istante. Il rumore del treno si fa più intenso.
Devo andare.
Mi abbraccia. Mi stringe a lui talmente forte che sembra che i nostri cuori si tocchino. Vorrei non mi lasciasse mai.
E infatti sarò io a lasciare lui, sono io che devo andarmene.
Sussura qualcosa nel mio orecchio, il suo alito fresco mi punge sulla pelle
-Non può essere un addio.- dice con voce spezzata.
E invece fu proprio un addio, non lo avrei mai più rivisto.
Mi volto e me ne vado. È peggio di quanto potessi inmaginare. Sono l'ultima a salire in treno. Mentre le portiere si stanno chiudendo sento che urla un ti amo. È un grido di disperazione.
Siamo sempre stati così diversi..
Chiudo gli occhi mentre le lacrime iniziano a rigarmi le guance.
-Ti amo anch'io- dico con voce soffocata mentre il treno parte.SADNESS IS IN THE AIR!!
Allora, cosa direee?!. Fantasia salvamiiii.
È la mia prima storia. Quindi scusate se questo capitolo è uscito una cagata.
Maronna, che tristezza!
Non saranno tutti cosi, ve lo prometto.
In realtà non so nemmeno se lo pubblicherò questo capitolo.
Ma bhe, se state leggendo questi scleri delle 2,48 di una pazza che scrive allora probabilmente l'avrò pubblicato.
Scusate, è tardi.
Ma si dai, giustifichiamo tutto con l'ora
Fatemi sapere cosa ne pensate, devo decidere se continuare o meno.Vi lascio ragazzuole, baciniii❤❤
Ah e ricordatevi che
"A chi parla areto, 'o culo 'o risponne."
(Non sono napoletana ma ho letto questa frase e mi ha fatto morire)
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Changing The Fate
Romance"La ritrovo inevitabilmente ovunque. Non c'è più il suo profumo in giro per casa, il rumore dell'acqua incessante che scorreva quando si faceva la doccia. Non ci sono più le tazze di thè nel lavandino o il suo spazzolino in bagno. Non c'è più lei...