•Prologo•

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C'è confusione. 

Persone che parlano,cose che cadono.

 Prima non era così. 

Prima tutto era tranquillo...Io ero tranquilla. 

Ora invece...

C'è confusione.

Apro gli occhi e cerco di mettere a fuoco le immagini. 

Mi trovo su qualcosa di morbido:un letto,

e ci sono delle persone che mi stanno guardando con aria preoccupata.

Indossano camici bianchi...Medici! 

Mi tiro su di scatto spaventando tutti quelli intorno a me. 

Sento un fastidioso formicolio alla gamba. 

Alzo di poco lo sguardo e la vedo:la mia gamba,fasciata e ricoperta di sangue. 

Un senso di confusione mi invade ma stranamente non è la gamba fasciata a preoccuparmi, nè il fatto di trovarmi in un letto circondata da medici. C'è altro nei miei pensieri che mi lascia confusa,ma non ho idea di cosa sia. 

È una cosa importante,ne sono certa.

Una cosa che devo ricordare assolutamente. 

Mi guardo intorno.

I medici di prima sono spariti.

"Saranno andati ad avvisare qualcuno del mio risveglio" penso. 

Noto che intorno a me ci sono tanti altri letti con tante altre persone sopra essi.

Mi trovo in uno spazio enorme ma interamente occupato da persone. 

Ci sono così tanti camici bianchi in giro,che parlano tra loro o che corrono da una parte all'altra della sala.

Ormai non vedo nemmeno più i loro volti, vedo solo il bianco dei loro camici che sfreccia ovunque.

 Mi acciglio quando noto una piccola stanza situata dall'altra parte della sala. È molto illuminata e si sentono delle grida provenire dal suo interno. 

Le urla sono di una donna,con una voce acuta a me familiare. 

Ci metto un secondo per collegare i fatti:la donna là dentro è mia madre!

 Ecco cosa non riuscivo a ricordare! Come ho potuto essere così ingenua ed irresponsabile? 

Balzo fuori dal letto trascinando un po la gamba e, ignorando le fitte di dolore crescente,mi precipito verso quella stanza. Dopo averla raggiunta, con non poca fatica, noto la presenza di alcune finestrelle da cui, con un po di volontà, dovrei riuscire a vedere cosa sta accadendo all'interno. 

Ovviamente i miei calcoli erano sbagliati e non riesco a vedere nulla,nemmeno in punta di piedi. Mi giro verso destra e vedo tanti medici entrare ma nessuno uscire.

 Mi preoccupo non poco.

 Mi giro a sinistra e vedo un carrello con degli oggetti sopra. Mi avvicino ad esso e provo a spingerlo, ma con scarsi risultati. Mi sto quasi dando per vinta quando sento un altro urlo,più lungo e più straziante dei precedenti. 

Sgrano gli occhi. 

Continuo a spingere il carrello con tutte le mie forze e finalmente inizia a muoversi. Lo porto proprio sotto una di quelle finestrelle e ci salgo sopra.

 Non mi ero accorta però, che c'erano degli oggetti affilati lì sopra e così una volta appoggiata la gamba sana, subito è iniziato ad uscire del sangue. Anche se fa male non posso prestarci attenzione, mia mamma è più importante.

 Mi alzo a fatica fino ad arrivare a vedere oltre la finestra e lo spettacolo che mi si presenta davanti agli occhi è uno spettacolo terribile.

 Mia mamma, ferita in più punti, mortalmente, circondata da non so quanti medici che continuano ad urlare. 

Lei invece è silenziosa.

 Non un fiato esce dalle sue labbra.

 Un medico sta premendo le mani sul torace di mia madre freneticamente finché non sento un suono acuto e il campo visivo si restringe fino a lasciar libera solo quella scena.

 Il medico si ferma e guarda nella mia direzione. 

D'un tratto mi sento afferrare e tirare in dietro e io urlo. 

Urlo finché ho fiato in gola...

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